#Recensione di PointCounterPoint, Harvey Valdes, 2016 su #neuguitars #blog

 

Bello il titolo di questo disco che gioca con il significato del contrappunto, un disco realizzato dal trio HarveyValdes (Guitar/Compositions), Sana Nagano (Violin) e Joe Hertenstein (Drums) che sembra riportare alla luce il concetto di power trio. Un disco che sembra il frutto di una serie continua di diverse ibridazioni stilistiche tra jazz, metal, suoni distorti, atonali, contrappunti e deviazioni ritmiche.

Soluzioni non insolite per Harvey Valdes che già col suo primo disco Roundabout del 2015 ci aveva colpiti con il suo particolare melange musicale, frutto dei suoi diversi interessi e delle sue tante influenze musicali.

L’uso particolare del violino di Sana Nagato aggiunge spezie piccanti, creando un’interessante amalgama con la chitarra di Valdes che spesso preferisce lasciare al violino un ruolo in primo piano, lasciando a se il cruciale ruolo di creare una base armonica e melodica per dialogare con la batteria di Joe Hertenstein.

I sette brani del disco portano facilmente a ricordi che sanno di Mahavisnu Orchestra, John Mclaughlin, Jean Luc Ponty, Hot Tuna, Uzeb e Didier Lockwood, ma qui siamo lontani dalla fusion e dal jazz rock del passato. La musica registrata su questo PointCounterPoint denota una maggiore aggressività, un uso più frequente e interessante di poliritmi e ritmi sincopati, una grande energia e l’uso intensivo di suoni distorti e atonali che si scambiano e si fondono tra violino e chitarra.

Ottimo disco, spero solo che si tratti solo di un opera prima: la carne qui sul fuoco è davvero tanta e penso e spero sia oggetto di altri dischi. Ho la netta sensazione che questo trio non abbia qui esaurito il suo intero potenziale e che siano ampi spazi per ulteriori evoluzioni.