Recensione di Toru Takemitsu Complete Guitar Works for Solo Guitar di Andrea Dieci, M.A.P., 2004
“Takemitsu ha confidato … che suo desiderio era di scrivere musica sexy, e credo ci sia riuscito, seguendo e aderendo alle curve dell’erotismo corrente nell’immaginazione sociale: intorno agli anni Sessanta erano erotici l’impegno e il pensiero, dalla fine degli anni Ottanta è erotico l’appagamento dei sensi, un atteggiamento estetico sognante che non richiede troppi sforzi alle facoltà cognitive. A varie gradazioni questi sono gli estremi fra cui muove il percorso cognitivo di Takemitsu, con tutte le eccezioni e smentite possibili a una descrizione pur utile ma schematica come questa.” *
Trovo molto belle queste parole scritte da Luciana Galliano nel libretto che accompagna il doppio cd intitolato “Toru Takemitsu Complete Guitar Works for Solo Guitar”, realizzato nel 2004 dal chitarrista italiano Andrea Dieci per la M.A.P.. Un compositore dalle visioni e dalle dinamiche complesse, Takemitsu, un gentiluomo diviso tra due mondi, quello occidentale e quello giapponese che ha saputo fondere le due identità culturali creando un proprio mondo musicale, una visione nuova tra la musica Gagaku, le idee di Cage, le atmosfere di Messiaen e le colonne sonore dei film.
“In our world there are human action and individual emotions expressed through music that cannot be expressed by words.”**
In questo contesto Takemitsu si è dimostrato uno dei campioni della chitarra classica contemporanea e nella sei corde ha saputo trarre musiche al confine tra il silenzio e il suono e contraddistinte da una trama impalpabile, leggera e allo stesso tempo profonda come il “ma”. Una sorta di minimalismo profondo e connaturato all’interno della sua stessa musica.
“In Gagaku, the concepts of Ma is that essence of a space or interval or emptiness between objects. The very strong emphasis placed upon this Ma is an important aesthetic principle in all of the Japanese arts.” ***
Questo lavoro di Andrea Dieci riassume tutta la sua produzione chitarristica, una produzione in grado di muoversi all’interno di un territorio vasto che va dalle forme più rarefatte dei Folios (1974), all’impressionismo delicato di Equinox (1993) e di In the Woods (1995), al tessuto profondo di All in Twilight (1987), all’omaggio a Sylvano Bussotti (1991) qui come first recording, al pop e alle canzoni delle trascrizioni delle 12 Songs e di The Last Waltz. Bellissime le interpretazioni di Andrea Dieci che con la sua Romanillos riesce a trasmettere la grande bellezza delle musiche del compositore giapponese.
* Luciana Galliano dal libretto incluso nel cd
** Toru Takemitsu, Confronting Silence Selected Writings, Scarecrow Press, 1995 pag. 59
*** Miya Masaoka, Notes from a Trans-Cultural Diary, in Arcana, John Zorn, Hips Road, 2000 pag. 158