Recensione di Local Objects di Zsofia Boros, ECM, 2016
Di origini ungheresi ma ormai stabilmente trapiantata a Vienna, Zsofia Boros è una straordinaria chitarrista di formazione classica da tempo ormai devota all’interpretazione della miglior musica di autori contemporanei: Il suo stile abbraccia un ampio spettro musicale, più ampio anche rispetto al suo eccezionale esordio “En otra parte”, pubblicato nel 2013, sempre per la ECM di Manfred Eicher. Questo suo secondo cd, “Local Objects”, prosegue il percorso intrapreso con il precedente cd, proponendo in questo “Local Objects” otto brani di altrettanti autori come il brasiliano Egberto Gismonti (del quale viene eseguita una evocativa “Celebracao de Nupcias” tratta dal magnifico “Danza Dos Cabecas”), la Milonga dell’argentino Jorge Cardosa, l’introspettiva “Vertigo Shadow”, il sorprendente e inatteso Al Di Meola, i quattro movimenti dell’ormai classico “Koyunbaba Op 19” dell’italiano Carlo Domeniconi ed il brano composto dall’azero Franghiz Ali-Zadeh.
Disco decisamente eclettico, come la sua autrice, capace si coniugare stili compositivi diversi tra loro, unendoli a una sensibilità musicale e a un suono chitarristico tra i migliori oggi a disposizione di qualunque ascoltatore che dimostri una minima apertura mentale. Disco bellissimo, a cui chiedo scusa per la tarda recensione. Suono e registrazioni cristallini.
Zsofia Boros è una certezza.
1.NOCTURNE (Mathias Duplessy)
2.CELEBRAÇÃO DE NÚPCIAS (Egberto Gismonti)
CARLO DOMENICONI – KOYUNBABA OP.19
3. I Moderato 02:56
4. II Mosso 01:36
5. III Cantabile 03:31
6. IV Presto 03:46
7.MILONGA (Jorge Cardoso)
8.VERTIGO SHADOW (Al Di Meola)
9.FANTASIE (Franghiz Ali Zadeh)
10.INSPIRAÇÃO (Anibal Augusto Sardinha)
11.GOTHENBURG (Alex Pinter, Stephan Dickbauer)