Giunge alla quattordicesima edizione JAZZNOSTOP, la rassegna musicologica e di percorso d’ascolto organizzata dal Comune di Fiesso d’Artico, ideata dalla Biblioteca Primo Maggio e realizzata in collaborazione con Veneto Jazz e con il sostegno di Fondazione Riviera Miranese.
In quattro incontri (4, 11, 18 e 28 aprile, con inizio alle ore 20.45) alcune delle voci più autorevoli della musicologia in ambito nazionale restituiscono al pubblico di Jazznostop il risultato delle loro più recenti ricerche, spingendosi con il jazz a toccare miti letterari e approfondendo la figura di musicisti geniali.
In particolare, Enrico Merlin, chitarrista, saggista, docente, direttore artistico, racconterà il suo percorso artistico con “50+3. NEVER AGAIN. Irregolare, un’antologia, una vita”, con la selezione di 50 brani, fra sperimentazioni e progetti indipendenti (4 aprile); Stefano Zenniaffronterà il tema del pregiudizio con “Che razza di musica” (11 aprile),cercando di rispondere alla domanda “esiste ancora la musica nera?”;Marcello Piras illustrerà con “La fabbrica delle balle” la storia della musica demolendo miti antichi e contemporanei (18 aprile); infine Luca Bragalini parlerà di Duke Ellington con “L’Harlem del Duca”, facendo appello a diverse discipline, dall’indagine sociologica alla storia della fotografia e della pittura afroamericana, dalla musicologia alla storia della letteratura nera (28 aprile).
La partecipazione agli eventi, che si svolgeranno a Fiesso d’Artico in Sala Consiliare con inizio alle ore 20.45, è gratuita, con iscrizione obbligatoria entro giovedì 30 marzo (iscrizioni all’indirizzo biblioteca@comune.fiessodartico.ve.it).
PROGRAMMA
martedì 4 aprile
50+3. NEVER AGAIN
Irregolare, un’antologia, una vita
Relatore: Enrico Merlin
Chitarrista, saggista, docente, direttore artistico, trottola sonora difficile da inquadrare, irregolare per vocazione, con più di 40 incisioni in carriera. Enrico Merlin è una delle figure più anomale e prolifiche del nostro panorama musicale, amico di lunga data di Jazznostop, che per celebrare i suoi 50 anni si è preso la briga, qualche tempo fa, di autoprodurre una sua antologia con la bellezza di 50 brani, uno ad anno, raccontando il suo percorso artistico tra momenti di fortunate esposizioni e lunghe fasi di ricerca e sperimentazione. In questo incontro ripercorre allora con il pubblico il suo viaggio, con intatto slancio ed emozione, aggiungendovi le ulteriori ultime tre creature musicali, da musicista indipendente che sa ascoltare il suo e gli altri musicali mondi.
martedì 11 aprile
CHE RAZZA DI MUSICA
Jazz, blues, soul e le trappole del colore
Relatore: Stefano Zenni
Esiste una “musica nera”? E quale sarebbe la sua differenza rispetto a quella “bianca”? Sappiamo riconoscere un cantante africano americano al solo ascolto? Siamo abituati a pensare che la musica possa avere un carattere razziale, etnico o un “colore”, e se vediamo un musicista nero statunitense immaginiamo che sappia swingare con più naturalezza di un bianco, o che intonerà le blue notes con sottigliezze inaccessibili a un europeo e le caricherà di un feeling, di un soul inimitabile. Ma tutto questo ha un fondamento scientifico, storico o culturale? In questa conferenza e nel suo ultimo libro Stefano Zenni affronta per la prima volta in campo aperto una materia così delicata, smontando con argomenti brillanti e aggiornati i molti pregiudizi che non solo infestano il discorso degli appassionati, ma trovano ancora ampio spazio nella critica musicale. Per farlo fa riferimento a concetti in apparenza lontani dalla musica, dal colorism al passing, e introduce stimolanti riflessioni sui rapporti fra le culture africano americana, ebraica e italiana. Attraverso un inedito approccio multidisciplinare che si muove con agilità fra i più diversi campi delle scienze storiche, biologiche e sociali, Zenni dimostra che la musica sa essere un esempio mirabile di collaborazione fra individui e comunità: uno scambio ininterrotto di idee e di risorse che trascende ogni barriera culturale o tentazione classificatoria.
martedì 18 aprile
LA FABBRICA DELLE BALLE
La storia della musica e i campi di cotone
Relatore: Marcello Piras
Fin dall’antichità gli umani hanno inventato favole sulla musica, e in particolare sulle sue origini, di solito attribuite a dèi o semidèi del tutto – o in parte – immaginari. Può sembrare strano, ma in epoca moderna l’abitudine non è scomparsa: anche il jazz, il blues o il rock sono stati avvolti con cura in un incarto di miti, cioè di menzogne. Marcello Piras sta ora scrivendo una nuova storia della musica, fondata su basi oggettive, in cui demolisce molti di questi miti e mostra in che modo si siano formati, trasmessi, consolidati e stratificati l’uno sull’altro. Emerge così, a sorpresa, come la fabbrica dei miti contemporanei sia in realtà l’erede diretta di quelle che crearono, conservarono e consolidarono i miti antichi: religioni e ideologie, nazioni e imperi si sono passati il testimone tra loro nell’usare la musica come mezzo per imporre, far radicare e diffondere le rispettive visioni del mondo. In questo, nessun potere appare senza macchia: nessuno di essi ha esitato a mentire, ingannare, falsificare, cancellare e riscrivere documenti, e perfino uccidere. L’epoca in cui viviamo è in molti casi la prima a disporre dei mezzi tecnici e concettuali per scoprire i delitti perfetti del passato lontano, o di ieri.
venerdì 28 aprile
L’HARLEM DEL DUCA
Suoni dal grande cortile
Relatore: Luca Bragalini
Nel 1950 Duke Ellington consegna la partitura di Harlem al Presidente Truman in persona.
È una suite che il Duca avrebbe eseguito sia con la sua big band sia in foggia sinfonica per tutta la vita. Era il suo grande omaggio a quel ghetto di New York che il compositore raccontava sin dagli anni Venti. Ma questa Harlem è ben altra cosa rispetto ai ritratti della Black Manhattan dei decenni precedenti. Qualcosa era cambiato nella comunità nera di New York ed il Duca ritenne di svelarlo senza riserve.
Indagine sociologica, storia della fotografia e della pittura afroamericana, musicologia, storia della letteratura nera, tutte discipline alle quali Luca Bragalini fa appello per rispondere a quesiti non ancora risolti. |