#Recensione di How to kill complex numbers di Luca Perciballi, 2016 su #neuguitars #blog

Luca Perciballi - How to kill complex numbers - cover

Recensione di How to kill complex numbers di Luca Perciballi, 2016

La prima volta che ho ascoltato questo disco sono rimasto di sasso. Ma chi diavolo è questo Luca Perciballi? E quanti anni ha?
Se la prima domanda è banale e facilmente risolvibile con una ricerca su internet e una visita al suo sito web (http://www.lucaperciballi.net/) dove si legge di un curriculum davvero interessante e dell’uso di una Telecaster, la seconda domanda è meno oziosa di quel che si potrebbe pensare.
Il motivo è dovuto allo spessore di questo disco, con spessore intendo dire la quantità di stili e generi diversi, tutti padroneggiati in modo eccellente che questo giovane chitarrista dimostra di pareggiare con una facilità e un fluidità davvero invidiabili. Ognuno dei nove brani dimostra infatti una costruzione perfettamente bilanciata tra improvvisazione e composizione, arricchita da una fantasia e uno stile già ben definito. E’ facile iniziare l’ascolto con il gioco delle citazioni, qui c’è Bill Frisell, qui Marc Ducret, qui Henry Kaiser…ma ci si perde in fretta e si rimane invece conquistati dalla struttura e dalla dimensione dei brani stessi, o forse dovrei dire dal contrasto tra i quattro Handwerk e le quattro Constellation, più densi, strutturati e lunghi i primi, più ariose, serene e distese le seconde, con in mezzo anche un encore inaspettato dove c’è tempo anche di innamorarsi…
E’ tutto bello, questo disco. Non c’è un cedimento, un calo di tensione, un attimo di noia, niente….tutto è perfetto, ma non noioso, si riascolta tante volte, si trovano sempre cose nuove, non ci si stanca del suono, un suono pieno, gonfio, dilatato, dinamico, pulito e saturo allo stesso tempo…e non ti accorgi, quasi, della tecnica del chitarrista, perché Perciballi ha un’ottima tecnica ma ha già quella maturità, che tanti musicisti non raggiungono mai, che gli permette di metterla al servizio della sua musica e non viceversa.
Solo un cosa non capisco: perchè voler uccidere i numeri complessi? Per chi fosse a digiuno di matematica ricordo che un numero complesso è un numero formato da una parte immaginaria e da una parte reale, e la sua importanza nei campi della matematica, della fisica e dell’ingegneria è semplicemente enorme. E allora? Forse perché anche la musica di Perciballi esprime due componenti, una reale e una immaginaria? Una Handwerk e una Constellation? Non lo so, e, in fin dei conti finché questo disco continua a suonare…ho davvero bisogno di saperlo?