Luca Francesconi, Etymo (2008, KAIROS Production 0012712KAI)
Il compositore italiano Luca Francesconi presenta un curriculum di tutto rispetto avendo studiato con Karlheinz Stockhausen e Luciano Berio, di cui è anche stato assistente tra il 1981 e il 1984, e ricoprendo la carica di direttore artistico della Biennale Musica di Venezia. Come i suoi mentori Francesconi sembra determinato ad estendere la vitalità della tradizione modernista assorbendo e trasformando contributi più popolari, rock, jazz e musica etnica facendo largo uso dell’elettronica. Questo disco prodotto dalla label tedesca Kairos permette un interessante excursus nelle sue forme musicali.
In Etymo, il suo lavoro più sostanzioso, ben 25 minuti, il soprano Barbara Hannigan ntona e canta liriche e versi tratti da Baudelaire mentre un ensemble da camera suona e increspa tessiture sonore e musicali attorno a lei. La sua voce è come il richiamo di una sirena tra il turbine iridescente della musica; Francesconi isola il suo suono e lo distorce attraverso le macchine elettronicche aggiungendo uno straniante effetto allucinatorio.
Altri tre pezzi, tutti tra i quattordici e i quindici minuti, offrono una dimostrazione supplementare dell’abilità di Francesconi nel foggiare suoni interessanti e di un sesto senso irresistibile per la forma.
Da Capo, per nove musicisti, segue un percorso, un arco che va dal silenzio all’attività frenetica, con un viaggio a ritroso spostando proporzioni musicali strada facendo.
In A Fuoco il bravissimo Pablo Márquez suona con mano leggera, quasi volesse evitare di disturbare i suoi colleghi, un pezzo estremamente impegnativo e virtuosistico. Anonimous è un tour de force selvaggio per il trombonista Benny Sluchin, con il “trattamento” elettronico che ne mette in risalto l’ampio range di espressioni e tonalità.
La performance e la qualità di questo CD sono semplicemente impareggiabili come sarebbe lecito aspettarsi da una registrazione realizzata da IRCAM.