#Recensione di Edit Peptide di Bubblemath, Cuneiform Records, 2017 su #neuguitars #blog

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Recensione di Edit Peptide di Bubblemath, Cuneiform Records, 2017

Qual’è il problema che si incontra ascoltando musiche che vengono facilmente identificate in generi musicali popular specifici? Che generi molto specifici in termini di struttura musicale sono spesso alieni a cambiamenti, mantenendo un atteggiamento conservativo che alla lunga impedisce non solo ogni sperimentazione ma anche ogni rinnovamento stilistico, condannando lo stile stesso a una lenta morte per inedia.
Il genere progressive in passato è stato vicino a questa forma di morte culturale e stilistica, arrivando addirittura a suscitare sentimenti di puro odio da parte di altri fans amanti di altri genere di popular music, punk in testa. I motivi forse non erano così infondati: eccesso di protagonismo, virtuosismo fine a se stesso, musiche zuccherose e mediocri, assoli inutili e ampollosi, vestiti e atteggiamenti altrettanto banali e ridicoli.
Per fortuna, il progressive sembra aver imparato questa lezione e se continua ad esistere, l’ha fatto “aggiornando” alcune sue caratteristiche: il virtuosismo è diventato un marchio di fabbrica, come l’uso dei tempi dispari e le citazioni musicali da Zappa ai King Crimson.
I Bubblemath appartengono a questa nuova generazione… nu-progressive, la loro musica è caratterizzata da una costellazione di citazioni, ritmi veloci e aggressivi, strutture musicali matematiche, assoli che sembrano lo sviluppo di algoritmi e tanta energia.
Non c’è un solo attimo di respiro in questo disco, i ritmi si susseguono incalzanti come i brani e ciascuno dei membri della band fa del suo meglio per contribuire a una musica virtuosa ma allo stesso tempo energica e non leziosa. Un ottimo ascolto per gli appassionati del genere.