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Recensione di Chance Monsoon di Dai Fujikura, Sony Japan, 2017

“The sound of the guitar is like a piece of small jewellery and I am continually figuring out how to spin it into a big world, or a whole universe.” Dai Fujikura

C’è un solo brano per chitarra in questo nuovo cd realizzato dal bravissimo compositore giapponese Dai Fujikura, ma è il brano (Chance Monsoon), eseguito da Soichi Muraji, che da anche il titolo al cd e con cui il cd inizia e da solo vale l’acquisto di bellissimo cd, realizzato dalla Sony Japan con una qualità audio davvero fenomenale.

Uno degli errori che si può ancora facilmente commettere nell’ascolto della musica di Fujikura è quello di pensare a lui come a un “compositore giapponese” nel senso esotico del termine. Già nel precedente Ice uscito nel 2014 per la Kairos Fujikura aveva dimostrato di comporre secondo stili decisamente lontani da ogni forma di esotismo giapponese. Chi si aspetta dalla sua musica possibili, tristi, banali crossover tra la musica tradizionale Gagaku e lo sperimentalismo di Darmstad rimarrà infatti deluso. A queste persone suggerisco la lettura del sempre attuale saggio di Edward D.Said “Orientalismo”.

Chance Monsoon è un disco molto vario, per un totale di nove brani, in cui trovano posto brani per ensemble e per strumenti solisti, di cui tre per pianoforte (Returning, SekSek e Ayatori) eseguiti da Jacob Greenberg, Uto per taiko drums, eseguito dal Ensemble Yui, Rare Gravity interpretato dalla Nagoya Philarmonic Orchestra, Silence Seeking Solace che prevede la presenza della voce di Alice Teyssier. Chiude il cd il Cello Concerto eseguito in maniera magistrale dal International Contemporary Ensemble (ICE), ma il brano per me più bello dell’intero disco è lo spettacolare “Neo” composto per shamisen, un brano caratterizzato da una tale energia e vitalità che raramente si incontra in un brano di musica contemporanea, bellissimo.

Dai Fujikura si conferma come uno dei compositori più interessanti presenti al momento. Chitarristi, io vi ho avvisati.