Recensione di The Edge of Visibility di Cameron Mizell, Destiny Records, 2015
https://destinyrecords.bandcamp.com/album/the-edge-of-visibility
http://www.cameronmizell.com/the-edge-of-visibility/
L’inizio, il Prelude 1, ha un che di Frisell, con i suoi armonici dilatati, il riverbero che ondeggia nella stanza. A Second Trapeze mi ricorda il compianto John Abercrombie di Timeless, con quel senso di sospensione, di dolce attesa.
E’ un disco di citazioni questo “The Edge of Visibility”, che esce dalla chitarra dell’ispirato Cameron Mizell? No, ma credo che sia piuttosto un disco maturo, autunnale e lento, come le foglie che cadono a terra, come le giornate che volgono al termine, quando l’estate è già un ricordo.
Otto brani, per chitarra, looper e effetti. Otto piccole miniature per chitarra in solo. Otto piccoli quadri autunnali, Mizell mostra una tecnica sicura, una notevole padronanza dello strumento e ha un suono fantastico. Il tono della sua chitarra è perfetto, saturo, carico ma mai eccessivo, come la sua tecnica. E’ questo uno dei segreti di Mizell, non eccede mai. Il suo stile è sempre misurato, calmo, concentrato nel cercare di trasmettere una grande emotività, le sue note non sono mai semplice (semplice?) tecnica, ma trasmettono emozioni, piaceri, immagini. The Edge of Visibility è un disco intenso che sa appagare l’ascoltatore senza impegnarlo eccessivamente con cose troppo complicate e cerebrali. E’ pura musica e ascoltarlo è un vero piacere.