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Recensione di Extra Item di C.O.D. Trio, No Flight Records, 2017
C’è chi dice che scrivere una recensione sia complesso, e non credo che abbia torto, scrivere non è mai una cosa facile, bisogna ordinare i propri pensieri e soprattutto esprimerli in una forma che non possa dare addito a malintesi o a cattive interpretazioni. In generale però ho notato che, soprattutto in Italia siamo abituati a pensare alla recensione come più a un giudizio che a un pensiero critico: un giudizio dove il critico musicale, ascolta, esamina, vaglia e sentenzia. In questi casi sento spesso chiamato in causa il famoso aforisma “parlare di musica è come ballare di architettura”, aforisma che ho visto e sentito spesso venire attribuito di volta in volta a Frank Zappa, John Cage, Lourie Anderson e a molti altri, mentre in realtà la sua origine e il suo autore sono praticamente sconosciute (suggerisco la lettura di questo estratto dal Corriere Musicale http://www.ilcorrieremusicale.it/wp-content/uploads/2015/04/capitoni.pdf ), ma personalmente non ho mai visto questa difficoltà: penso che della musica si possa scrivere e parlare esattamente come si può farlo per tanti altri argomenti. Quello che ho sempre trovato imbarazzante è il “ruolo” di “critico”, di censore, ruolo che, personalmente, non mi si addice davvero, detesto criticare e detesto giudicare, soprattutto professionisti della musica che sono anni luce lontani dalle mie (scarse) abilità dilettantistiche.
Personalmente mi vedo benissimo nei panni del blogger o, se preferite, del cronista di musica, nel ruolo di chi racconta.
Scusate questo preambolo un po’ autoreferenziale, ma mi sono permesso dell’ospitalità offerta da questo bel disco del C.O.D. Trio per chiarire questo aspetto, a causa anche delle molte domande, richieste….parolacce (a volte) che arrivano via social networks, email e altro sul mio blog. Io non giudico. Io non stronco. Punto.
Scusate, dicevamo di questo cd, Extra Item del C.O.D. Trio. Davvero un bel disco, un ottimo lavoro firmato dagli italiani Biagio Coppa (sax), Gabriele Orsi (chitarra) e Francesco Di Lenge (batteria), un lavoro basato su una formazione largamente presente nella storia del jazz, ma molto, molto meno preso in considerazione per quanto riguarda il rock e la musica classica contemporanea. Un peccato perché, come dimostrano abilmente i C.O.D. Trio questo è un ensemble che può regalare molti stimoli e soddisfazioni, come hanno abbondantemente dimostrato in passato formazioni famose come il trio formato da Frisell, Lovano e Motian. Soddisfazioni che cogliamo in pieno nei sette brani che compongono Extra Item, dove i tre componenti si lanciano in strutture musicali che permettono a ciascuno di loro di esprimere liberamente il proprio talento raccogliendo allo stesso tempo i frutti di una interazione reciproca. Credo sia questo l’aspetto interessante della struttura di questo trio: l’assenza di strumenti come il basso e il piano “obbliga” ciascuno degli altri tre strumenti ad occupare le parti dello spettro sonoro e delle strutture armoniche creando nuovi impatti e nuovi scenari. In questo ambito i C.O.D. Trio si dimostrano davvero all’altezza di questo difficile compito regalandoci e delle belle emozioni con una musica intensa e volitiva. Davvero molto bravi.