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Recensione di Now, And Then, ECM, 2017

https://www.ecmrecords.com/catalogue/1504600188/now-and-then-orchestra-della-svizzera-italiana-dennis-russell-davies

Che suono! Che suono! Questo è un disco che va comprato e ascoltato anche solo per il suono che riesce a creare! La ECM si conferma una casa discografica attentissima al valore e alla qualità del suono registrato con questo cd dove l’Orchestra della Svizzera Italiana, guidata da Dennis Russell Davies, interpreta le trascrizioni di Gabrieli, Frescobaldi, Legrenzi, Viadana and Wassenaer da parte di Bruno Maderna (1920-1973) e di Chemins V di Luciano Berio (1925-2003).

Maderna e Berio furono grandi amici e stretti collaboratori: è impossibile non ricordare il ruolo svolto da entrambi nel campo della musica elettronica negli anni ’50 e nell’impulso dato alla creazione e alla gestione dello Studio di Fonologia della Rai a Milano. Figure chiave della Scuola di Darmstadt alla fine degli anni ’50, sia Maderna che Berio condividevano sia l’ambizione di creare nuova musica portando avanti il linguaggio del serialismo sia una visione musicale allargata anche al passato con un amore totale verso le trascrizioni e la riscoperta di autori del passato.

Il musicologo italiano Massimo Mila ha ben definito la figura carismatica di Maderna nel suo libro “Maderna musicista europeo” e gli scritti di Berio, uno dei più interessanti saggisti tra i compositori contemporanei, dimostrano come questi due autori fossero anche dei pensatori e portatori di istanze culturali le cui proporzioni andavano oltre alla musica stessa.

Un aspetto che a mio avviso traspare da queste musiche, caratterizzate dal fatto di essere tutte delle trascrizioni. Tutte, anche Chemins V può anche essere considerata una “trascrizione”, come suggerito dal suo stesso compositore: Chemins V è infatti una reimpostazione, realizzata nel 1992 da Sequenza XI (1987/88), il capolavoro di Berio per chitarra solista, qui trasposto in una scrittura luminosa per orchestra da camera.

Il chitarrista argentino Pablo Márquez affronta brillantemente le qualità dialogiche della parte solista, concepito da Berio come uno scambio idiomatico tra l’eredità della chitarra classica e la tradizione del flamenco, che si svolge all’interno del linguaggio espressivo del compositore.

Il risultato è un disco brillante, dalle sonorità intense, un suono magnifico e sontuoso in grado di riempire e saturare l’ambiente, un disco fantastico!