Recensione di Rimembranze di un estatico Oblio di Riccardo Cirani, Laverna netlabel, 2018
La release è disponibile sul sito della netlabel LAVERNA http://www.laverna.net/home.php a partire dal 28/02/2018
Intonazioni Serafiche…Rimembranze di un estatico…titoli accattivanti, quasi poetici. Titoli che nascondono un nocciolo musicale molto più complesso e articolato. Quanti anni sono passati dai primi frippertronics di Robert Fripp? Era la metà degli anni 70′, con No Pussyfooting della premiata ditta Eno & Fripp (1973) e poi Exposure del 1979, fino ad arrivare a delle forme più compiute, ma sempre aperte, all’inizio degli anni Ottanta con Let The Power Fall.
Da allora ogni chitarrista intenzionato a misurarsi con un loop ha dovuto confrontarsi con l’eredità storica e creativa di Robert Fripp, con la sua disciplina, con il suo pensiero.
Riccardo Cirani non è stato da meno. Avete presente quella frase famosa di Newton? Quella che dice “Se ho visto più lontano, è perché stavo sulle spalle di giganti”? Penso che questa frase possa dare una certa dimensione del lavoro Di Riccardo Cerani per la netlabel italiana Laverna. Cirani è partito dalle lezioni di Fripp per creare un suo personale, estatico e geometrico mondo musicale. Un mondo fatto di progressiva addizione e sottrazione e di contrappuntistica costruzione musicale. Un mondo ordinato dove i suoi processi musicali (per citare Steve Reich) riescono a dispiegarsi con un’eleganza ordinata e coerente riuscendo a sottrarre tempo al tempo. Quattro brani, dalla durata compresa tra i nove e i diciotto minuti, quattro brani in cui la sua musica e la sua chitarra acquisiscono una forza e un potere immersivo, quel fattore immersivo così caro al David Toop di Ocean of Sound. Se è vero che i più grandi viaggiatori sono coloro che usano la forza del loro pensiero, allora Riccardo Cirani riesce a farci viaggiare con la sua chitarra e con l’espressiva lucidità della sua musica. E di questo dobbiamo essergli grati.