Jin Hi Kim, KomunGuitar, Nonsequitur/What Next?, 1993
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Jin Hi Kim (nata il 6 febbraio 1957 a Incheon, Corea del Sud) è una compositore e suonatrice di komungo e komungo elettrico, e una grande specialista di musica coreana. Kim è nota come una coraggiosa pioniera nell’introduzione del komungo (strumento simile al koto ma dal suono molto più cupo e percussivo) nella scena della musica classica contemporanea americana attraverso le sue composizioni orchestrali e cameristiche e il suo ampio lavoro solista nelle avanguardie, come così la sua frequentazione nell’ambito dell’improvvisazione libera. Ha studiato anche negli Stati Uniti con insegnanti del calibro di Terry Riley, Lou Harrison e David Rosenboom) si è distinta per avventurose collaborazioni con musicisti dell’avanguardia occidentale oltre che per l’uso di moderne tecniche come l’elettrificazione dello strumento o l’interazione fra esso e sistemi computerizzati. E’ una “Guggenheim fellow” e le sue opere più recenti includono lo sviluppo di komungobot (strumento robotico algoritmico) e le esibizioni soliste dell’unico komungo elettrico al mondo con sistema di computer MIDI interattivo. Il suo curriculum, davvero impressionante, mostra commissioni da: American Composers Orchestra, Kronos Quartet, and Tan Dun’s New Generation of East for Chamber Music Society of Lincoln Center. Negli ultimi trent’anni Kim si è esibita come solista e nelle sue composizioni al Carnegie Hall, al Lincoln Center, al Kennedy Center (Washington, DC), alla Smithsonian Freer Gallery of Art (Washington, DC), al Metropolitan Museum of Art, all’Asia Society ( New York), Haus der Kulturen der Welt (Berlino), e per improvvisazioni collaborative al Royal Festival Hall (Londra), alla Biennale di Venezia, al Moers Festival (Germania) e molti importanti festival internazionali negli Stati Uniti, Europa, Canada, America Latina, Sud America , Russia, Asia, Nuova Zelanda e Australia.
Ho trovato molto allettante questo splendido cd uscito nel 1993 su ?What Next? dal titolo KomunGuitar, in esso sono raccolti (accanto a due tracce in completa solitudine) ben sei duetti con alcuni fra i nostri chitarristi preferiti. Nell’ordine: Elliott Sharp, Derek Bailey, Henry Kaiser, Eugene Chadbourne, Hans Reichel e David First. Una serie di incontri fra opposti (come sta scritto nelle note di copertina): “uomo/ donna, oriente/occidente. materia/spirito, fuoco/terra “.
Otto libere improvvisazioni ispirate, registrate in diverse località del mondo con l’obiettivo di esplorare le diverse articolazioni del “rumore”, passando da toni più morbidi a quelle con angoli più taglienti, facendo affidamento sul gesto piuttosto che sui tradizionali melodia, armonia e ritmo. Su questo disco possiamo ascoltare: : “Point” per komungo e electric komungo con Elliott Sharp alla double-neck guitar bass e al sassofono (Stainach, Austria, 1992); “Company” for komungo con Derek Baily alla chitarra (London, England, 1992); “Yongary Meets Big Foot” for komungo con Henry Kaiser alla chitarra elettrica (San Francisco and New York, 1993); “Naby,” komungo solo (Santa Fe, 1991); “Howdy Partner” con Eugene Chadbourne al banjo (Zurich, 1991); “Yellow Seed,” komungo solo (New York City (1992); “Gut Morgen” komungo con Hans Reichel alla chitarra elettrica (Berlin, 1993); “Slow View Picnic” per electric komungo con David First on electric guitar (New York City, 1992). Questo disco non è il solito falso mix o melange orientale/occidentale o una sorta di all star worl band. È un vero progetto “ousider”, ma per favore, ascoltatelo, ci sono così tante cose da imparare.