John Cage: John Cage Electronic Music for Piano di Tania Chen withThurston Moore, David Toop, and Jon Leidecker, Omnivore Recordings, 2018 su #neuguitars #blog

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John Cage Electronic Music for Piano di Tania Chen withThurston Moore, David Toop, and Jon Leidecker, Omnivore Recordings, 2018

https://omnivorerecordings.com/shop/electronic-music-for-piano/

http://johncage.org/pp/John-Cage-Work-Detail.cfm?work_ID=59

La pianista di musica contemporanea Tania Chen, Thurston Moore (Sonic Youth), David Toop (ex membro di The Flying Lizards, scrittore e artista discografico sull’etichetta indipendente Obscure di Brian Eno) e Jon Leidecker (alias Wobbly, che ha anche lavorato con Negativland) uniscono le loro forze per suonare e registrare uno dei pezzi meno conosciuti e più enigmatici di Cage: Electronic Music For Piano. Scritte a Stoccolma nel 1964 su carta intestata dell’hotel, le note di Electronic Music for Piano chiedono all’esecutore di selezionare parti dal suo Music For Piano 4-84 e utilizzare apparecchiature elettroniche. Tutto il resto è a discrezione dell’artista. Indeterminazione. Opera Aperta. Questo tipo di composizioni ha da sempre aperto un fertile, e a volte aspro, dibattito tra cosa si deve intendere per composizione e dove questa forma incontra le possibilità dell’improvvisazione. L’astio di Cage nei confronti dell’improvvisazione è cosa ben nota e risaputa, ma quali sono le effettive responsabilità del compositore in questo tipo di composizioni? Dove finisce la prassi compositiva e inizia l’apporto dell’interprete?

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Sono tutte domane che ritroviamo aperte e le cui risposte, temo, non possano trovare soddisfazione in un approccio estetico e che dipendano invece dalle singole esperienze degli interpreti e dal loro modo di approcciarsi alle musiche (indeterminate) di Cage.

Questo disco inoltre apre un altro interessante quesito: quanto la musica di Cage ha anticipato la Noise music? David Novak scrive così nel suo ottimo libro “Japanoise”: “Noise feedback, then, might have been directly influenced by the well-known concept of indeterminacy developed by composer John Cage, and especially the related performance practices of Cage’s longtime collaborator David Tudor, which employed feedback systems based in homemade electronics, guitar pedals, and mixing boards. Even in these live performances of feedback- in which Tudor’s feedback systems very closely resemble Noise performance setups, and the sounds might also be considered precedent to those ofNoise-there are significant differences. Tudor used the context of feedback networks to reduce the intentional role of the individuai performer as much as possible. Noise’s feedback instead represents a transformative personal struggle, in which the performer’s intentions are subverted by an out-of-control relationship with an electronic system.1

Anche in questo caso è difficile dare una risposta precisa. Cage ha sicuramente liberato la sua musica a un mondo di suoni alternativi e la presenza nel quartetto di Thurston Moore, chitarrista da lungo tempo impegnato nel mondo del Noise amplifica la componente rumoristica, inserendo la presenza di una chitarra elettrica tra i “tools” utilizzati in questi 69 minuti e 12 secondi di musica qui registrati. Insomma, a distanza di oltre 26 anni dalla sua morte, le musiche di Cage continuano a far discutere e, cosa più importante a generare domande e interrogativi sul nostro rapporto con la musica e la creatività in generale. Credo che questo sia il suo apporto più importante alla creazione di una nuova estetica della musica e credo che dischi come questo siano un importante apporto culturale che dimostri come gli effetti delle musiche e degli scritti di Cage abbiano raggiunto un livello di diffusione e di complessità da lui stesso difficilmente immaginabile. Gli dobbiamo essere grati. Cos’ come dobbiamo essere grati a questi interpreti e alla Omnivore Recordings per questa pubblicazione.

1David Novak, Japanoise, Duke University Press, 2013, pag. 156