#Recensione di John.Cage.Guitar. di Aaron Larget-Caplan, Stone Records Ltd, 2018 su #neuguitars #blog

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Recensione di John.Cage.Guitar. di Aaron Larget-Caplan, Stone Records Ltd, 2018

http://www.alcguitar.com/

http://stonerecords.co.uk/album/john-cage-guitar/

  1. A Room
  2. Three Easy Pieces – I – Round
  3. Three Easy Pieces – II – Duo
  4. Three Easy Pieces – III – Infinite Canon
  5. Chess Pieces
  6. Dream
  7. Six Melodies – I – Melody 1
  8. Six Melodies – II – Melody 2
  9. Six Melodies – III – Melody 3
  10. Six Melodies – IV – Melody 4
  11. Six Melodies – V – Melody 5
  12. Six Melodies – VI – Melody 6
  13. In a Landscape
  14. Bacchanale

E’ sera, la fine di una giornata intensa. Il disco di Aaron Larget-Caplan sta girando sul mio cd player mentre io scrivo. E’ la terza o la quarta volta che lo ascolto, ininterrottamente. Ho perso il conto, l’ho messo in loop. Per i primi due ascolti sono rimasto concentrato, ho ascoltato tutte le musiche in successione, con concentrazione e attenzione, poi ho lasciato scorrere la musica e ho cominciato a concentrare i miei pensieri su quello che volevo scrivere. Brutta giornata oggi in Italia, vento, pioggia, acqua alta, mentre scrivo il maltempo continua a flagellare il mio paese, per cui è bello trovarsi in casa, la sera, a scrivere e ascoltare queste musiche.

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Aaron Larget-Caplan ha fatto un gran lavoro: ha realizzato la prima monografia integrale di musiche di John Cage per chitarra classica. Cage non ha mai scritto per chitarra, lo sappiamo, ma questo poco importa per uno sperimentatore del suo livello. John Cage è stato uno dei musicisti più rivoluzionari del Novecento, la cui opera ha saputo allargare gli orizzonti della musica contemporanea. Il suo spirito innovatore che ha considerato la musica come un suono, un suono che è anche silenzio e rumore, è stato di un’originalità senza pari. Non credeva alla centralità di un’unica cultura o di una corrente filosofica e il suo uso dell’indeterminazione e del caso portava a una dimensione relazionale più ampia, globale, ricca di oscillazioni e contaminazioni tra diverse culture.

Il fatto che Aaron Larget-Caplan abbia deciso di “entrare” nella struttura delle musiche di Cage e di “convertirle” per la sua chitarra classica non toglie nulla alla visione del compositore ma ne compenetra l’opera dando alle sue creazioni la possibilità di essere esaminate da altri punti di vista.

Suggerisco questo disco a chi ha un’idea prevalentemente “rumoristica” della musica di Cage. Queste composizioni, realizzate tra il 1933 e il 1948 mostrano un’anima molto più intima e perfino melodica e possono essere un’ottima introduzione a chi vuole avvicinarsi per la prima volta alle sue musiche. Raccomandatissimo.