Il duo soprano-chitarra classica è il “new black”? “Between Us All, New American Art Songs For Voice & Guitar” The Bowers Fader Duo, 2019 New Focus Recordings su #neuguitars #blog

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http://www.newfocusrecordings.com/catalogue/the-bowers-fader-duo-between-us-all/

Il nuovo disco “Between Us All New American Art Songs For Voice & Guitar” del The Bowers Fader Duo pone alcune interessanti questioni estetiche. Questo disco, realizzato nel 2019 per la New Focus Recordings, è basato su una formula quasi ottocentesca-romantica: il duo per chitarra classica e voce, in questo caso il chitarrista Oren fader e la mezzo soprano Jessica Bowers. Dati questi presupposti sarebbe quasi lecito aspettarsi un disco basato su musiche tratte dai lieder di Schubert o dalle riduzioni di opere italiane dello stesso periodo, magari ad opera di Mauro Giuliani. Invece ci troviamo di fronte a un disco di musiche composte da autori contemporanei statunitensi come Paul Salerni, Scott Wheeler, Tim Mukherjee e David Claman.

Il risultato è leggermente straniante: Si ascoltano musiche composte con moduli nuovi, ma dove l’attenzione per le forme melodiche è sempre presente e degna di alta attenzione, in una forma esecutiva, quella di questo tipo di duo, che sembra uscire dalla camera del tempo. Non mi sto interrogando sulla qualità artistica, sia da parte dei compositori che degli interpreti, che risulta sempre ad altissimo livello. Le mie domande riguardano alcuni aspetti estetici delle musiche qui eseguite e registrate. Come potrebbero essere definite? Una nuova, ennesima forma di neo-classicismo o neo-romanticismo? Sarebbe la soluzione più semplice e anche la più ovvia. Cosa ci sarebbe di più banale di un gruppo di compositori che anela a un più che classicheggiante ritorno al passato, riproponendo con una semplice spolverata modelli compositivi tradizionali in un contesto altrettanto tradizionale? Facilissimo. A questo punto potrei passare a parlare, a disquisire sulle contrapposizioni tra neo-classicismo e “vera” musica contemporanea, magari riproponendo la figura di Castenuovo-Tedesco e le idee di Darmstadt….ma…che noia e che cosa sostanzialmente inutile. Produrrei solo una recensione clone di altri cloni, senza nessuna qualità e nessuna idea.

Provo invece una strada diversa. Questa musica non trascende alcuna forma di nervosismo. Non c’è alcuna forma atonale. Niente noise. Niente improvvisazione. Niente forme aleatorie. Insomma nessuna delle forme più facilmente riconducibili a ciò che si può facilmente riconoscere come contemporaneo e sperimentale. E se fosse questa una nuova possibile chiave di interpretazione? Se queste forme, diciamo così, “datate” non fossero più attuali e contemporanee? Allora il ritorno a un duo voce-chitarra come quello del The Bowers Fader Duo avrebbe un senso diverso da quello dell’ennesimo revival neoclassico. Il ritorno a forme più melodiche potrebbe essere una risposta diretta a delle strutture d’avanguardia ormai consolidate che cominciano a perdere parecchio del loro potenziale originario.

Quiet is the new loud?

Duo voice-classical guitar is the new black?