Zero23 e Ranter’s Groove, ovvero la politica dell’assenza, la chitarra nell’assenza, su Kaczynski Editions
https://kaczynskieditions.weebly.com/
https://kaczynskieditions.bandcamp.com/
La Kaczynski Editions è una casa discografica indipendente italiana, meglio se dico toscana, che ha iniziato piuttosto di recente a proporsi con la produzione di musiche chiaramente sperimentali e di avanguardia. Zero23 e Ranter’s Groove sono due delle realtà musicali che sta promuovendo con coraggio e successo.
Ranter’s Groove è un duo formato da Niet F-n alle elettroniche e da Giuseppe Fantini alle chitarre elettriche, mentre Zero23 è un trio dove a i due artisti di Ranter’s Groove si aggiunge il violoncello suonato da Macarena Montesinos.
Gli organici dei due gruppi sono molto simili e rispondono più alle strutture della musica contemporanea che non a quelle del rock o della popular music. Entrambi i cd propongono una musica rarefatta, parca di elementi musicali e dove gli strumenti vengono trattati più come generatori di suoni che come creatori di note. Non si tratta di nulla di nuovo. La musica dei Zero23 e dei Ranter’s Groove propone più delle atmosfere rarefatte e gassose che non delle strutture musicali solide e strutturate, ma la sua bellezza proviene proprio da queste strutture dell’assenza che non da un approccio strutturato. L’improvvisazione sembra spadroneggiare, ma non escludo la presenza comunque di elementi predefiniti utilizzati come macrostruttura galleggiante. Dove questi due gruppi riescono a distinguersi da altre (fallimentari) operazioni di questo genere?
Innanzitutto tutti e due i cd mostrano un eccellente buon gusto e un bilanciamento perfetto. Il loro meccanismo cinetico è perfettamente oliato e misurato, non ci sono sbilanciamenti, ciascuno dei componenti sa esattamente quando e quanto inserirsi in una narrativa musicale che vive di un gioco quasi teatrale di battute musicali essenziali e ben calibrati. Se prendiamo ad esempio gli Zero23 l’inserimento del violoncello di Macarena Montesinos non altera l’equilibrio già precedentemente raggiunto con i Ranter’s Groove da Niet F-n e da Giuseppe Fantini, semplicemente lo arricchisce e lo integra. Arrischiando un giudizio, direi che nelle loro musiche non c’è più niente da togliere e niente da aggiungere.
Questo equilibrio è una cosa rara. Spesso e sovente ho visto questo tipo di progetti naufragare perché, nell’economia del discorso e della narrazione musicale, era mancato il “momento giusto” nel fermarsi, nello smettere di togliere e/o di aggiungere, nel fermare il proprio ego, nel consentire alla propria tecnica di mettersi al servizio della musica, nel mettersi in gioco con un ascolto attento e globale.
Credo che la Kaczynski Editions abbia fatto un’ottima scelta puntando su questi due gruppi. Una scelta coraggiosa, certo, ma penso anche attentamente valutata. “Musica per Camaleonti” e “Songs from the eternal dump” esprimono una musica cinematica ad alta densità perfetta per integrare delle immagini astratti e cangianti. Si tratta di un ottimo inizio, continuate così!