Perchè “Tor & Vale” di Mark Wingfield e Gary Husband (MoonJune Records 2019) viene etichettata come “progressive”? su #neuguitars #blog

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https://markwingfield-moonjune.bandcamp.com/album/tor-vale-hd

Ammetto di non essere un amante delle generalizzazioni musicali, dei generi e delle etichette facili. Ammetto anche di non amare i Genesis e mi dichiaro invece fan fazioso, totale e sfegatato dei King Crimson. Quello che non ammetto, non capisco, non comprendo è perché nelle diverse recensioni che ho letto di questo disco, si usi così tanto il termine “progressive”. Che cos’ha di “progressive” questa musica? A mio avviso assolutamente niente, ma andiamo per gradi.

Sotto un certo punto di vista questo è un disco fuori dal tempo: ricorda i capolavori registrati da Bill Evans e Jim Hall e da Allan Holdsworth in compagnia di Gordon Beck. Avverto quasi un senso nostalgico nella formula elegante adottata Mark Wingfield e Gary Husband, il ricordo di un’epoca non digitale dove l’abilità strumentale era tenuta in massima considerazione e dove l’interplay tra improvvisatori era uno degli elementi decisivi nella riuscita di un disco. Un’epoca passata, ma di quell’epoca è rimasta un’etica professionale e musicale che continua a produrre capolavori di equilibrio e di gusto come questo “Tor & Vale”, prodotto dalla beneamata MoonJune Records che sembra essere ormai destinata a fare da collante e da punto di ritrovo per un gruppo di musicisti brillanti e estremamente creativi.

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Perché non considero questo disco come “progressive”? In primo luogo perché si tratta prevalentemente di musica improvvisata, so che sembra quasi incredibile ascoltandola ma è così: in questo disco è assente una struttura compositiva in senso tradizionale. E’ semplicemente l’equilibrio creativo tra Mark Wingfield e Gary Husband che sembra dar luogo a delle composizioni strutturate e ben elaborate, a degli arrangiamenti che in realtà non sono frutto di un lavoro a tavolino ma di un interplay a dar poco eccezionale. In secondo luogo se questo disco a un primo ascolto sembra un omaggio del passato in realtà poi si rivela come una trasposizione nel presente di un mix sapiente di linguaggi attualizzati. Il pianoforte di Gary Husband è immediatamente riconoscibile nella sua liquidità intima e melodica e la chitarra di Mark Wingfield sa come rispondere e come a sua volta creare un tappeto di texture cromatiche lussureggianti su cui il pianoforte cresce nuovamente, creando e allargando idee. E il suono. La chitarra di Wingfield è semplicemente “spaziale”. Il suono è intimo e teso nella distanza allo stesso tempo. Conoscete il miraggio dei chitarristi vero? Il “perfect tone”. Bene, Wingfield ha il suo perfect tone ed è stupendo, di un bellezza semplice e intensa che in certi punti quasi ti mozza il fiato per il modo in cui ti avvolge e ti ammalia. Questo è un disco “stand alone”. Un piccolo capolavoro davvero fuori dal tempo e sospeso in una sua personale dimensione creativa. Lasciatevi affascinare. Libretto, fotografie e confezione del cd semplicemente impeccabili. Qualità di registrazione al limite della perfezione.