https://www.diegocastromagas.com
Impressionante. Se non avete mai ascoltato Diego Castro Magas, preparatevi. E’ davvero impressionante. Mi ero accorto del suo talento una decina d’anni fa, per uno di quegli eventi fortuiti che sono la periodica dimostrazione che la fortuna non esiste. Ero sul sito di cdbaby e avevo impostato un ricerca inserendo come campi “guitar” e “contemporary”. Ero alla ricerca di qualche disco nuovo, magari auto prodotto da qualche chitarrista convinto delle proprie possibilità e del proprio talento.
Mi sono imbattuto in questo “No Time (at all), disco realizzato nel 2009, credo, dal chitarrista cileno Diego Castro Magas, una novità assoluta per me. A convincermi all’acquisto immediato la presenza di due brani per me estremamente significativi: “Algo” di Franco Donatoni e “No Time (at all) di Brian Ferneyhough.
https://www.diegocastromagas.com/release/no-time-at-all
Due capisaldi di un modo innovativo e quasi dogmatico di intendere l’innovazione nella musica, due pezzi capaci di mettere a dura prova le qualità, tecniche e estetiche, di ogni chitarrista di estrazione classica. Questo cd è stato una triplice scoperta: primo la bravura dell’interprete, secondo la presenza di numerosi compositori sudamericani di alto livello e terzo la presenza di un humus culturale dedito all’avanguardia in Sudamerica, una fascia di paesi facilmente identificata con stereotipi popolari accentuati da un colonialismo culturale che nei casi migliori sfocia nelle serie televisive, nelle ex telenovelas e nei cartoni animati di Walt Disney e Hanna e& Barbera. Nomi come Pablo Aranda, Cristaian Morales Ossio, Alejandro Guarello, Hilda Paredes e Francisco Silva non si trovano nei repertori dei dischi o dei concerti europei, ma i loro brani qui presentati non sfigurano certo al confronto di “Algo” e “No Time (at all)”. Questo disco svelava già al primo ascolto un percorso creativo/interpretativo di alto livello e cura maniacale. Una cura dei dettagli che si esprimeva anche nel packaging e nel cartonato che accompagna il cd. Grafica curatissima, font dedicati e precisi, libretto (28 pagine di fotografie e commenti) di ottima fattura. Un cd autoprodotto che denotava una cura degna di case discografiche blasonate.
Ho temuto. Ho temuto che fosse un singolo episodio. Spesso succede così: un giovane chitarrista fresco di studi, desideroso di cimentarsi con sonorità nuove, realizza a sue spese il primo disco. Poi subentra una certa amarezza, le difficoltà di proseguire su un percorso culturalmente accidentato e difficilmente accettato. E si molla. Si torna al repertorio classico. Non è stato così.
https://www.diegocastromagas.com/release/shrouded-mirrors
Nel 2015 la Huddersfield Contemporary Records realizzava questo nuovo “Shrouded Mirrors”, il ritorno di Diego Castro Magas. C’era ancora Brian Ferneyhough con “Kurze Schatten II, c’era James Dillon con “Shrouded Mirrors”che dava il titolo (stupendo, quasi punk) al disco. Progetto, cura, intensità, maniacalità, dedizione erano gli stessi. Un repertorio innovativo che comprendeva musiche di Matthew Sergeant, Bryn Harrison, Michael Finissy e Wieland Hoban. Testimonianze di altre ricerche, di nuovi percorsi, di nuovi collegamenti e idee. Avevo gioito di questa conferma e, poi, sono stato premiato ancora.
Grazie al Ministerio de la Culturas, las Artes y el Patrimonio del Cile, nel 2019 esce “Knokler”, il terzo capitolo. Tre indizi fanno una prova, sosteneva Sherlock Holmes e non ci sono dubbi che anche Agatha Christie sarebbe stata d’accordo. Sempre la medesima attenzione ai dettagli. Una cover curatissima, quel design grafico minimale che mi incanta da sempre. Un nuovo repertorio, con nuovi compositori: Nicolas Klivadenko, Christopher Cox, Francisco C. Goldschmidt, Pablo Vergara, James Erber e Wieland Hoban. Un insieme internazionale.
Cile e Gran Bretagna assieme. Accademia globale. Una visione allargata del concetto di creatività. Ecco perché stimo Diego Castro Magas. Non si è mai fermato. Continua ad andare avanti, un passo dopo l’altro, un progetto dopo l’altro confermandosi ogni volta un artista di altissimo livello. Ogni cd è un tassello che si aggiunge al mosaico, ogni cd è curato nei dettagli, dalle cover fino alla scelta del repertorio, dei brani da eseguire. Le musiche sono perfettamente integrate tra loro, creando un percorso logico che si dimostra sempre essere superiore alla somma delle singole parti. Questo fa una differenza enorme. Questo fa la differenza di Diego Castro Magas.