https://www.javierrosarioguitar.com/
Una Gibson 335. Una forma ormai classica per l’iconicità della chitarra elettrica. Una chitarra versatile, duttile, dal suono facilmente identificabile. Un oggetto di design industriale, figlio di una produzione in scala che mira a produrre copie perfette, identiche, replicabili e vendute sul mercato di massa. Da uno strumento (tool) di questo tipo sembrerebbe impossibile che possa derivare una qualsiasi forma d’arte personale. Theodore Adorno ne sarebbe tuttora convinto, specie dopo il suo saggio sul jazz. Ma la musica se ne frega della scuola di Francoforte e quindi noi, per fortuna, abbiamo la Gibson 335. Una chitarra meravigliosa, in cui la particolare costruzione della cassa, i legni usati ed i pickup humbucker contribuiscono infatti a formare una sonorità molto riconoscibile, dall’attacco dolce e leggermente enfatizzato sulle frequenze medie, un suono molto diverso sia da quello delle tradizionali chitarre arch-top (più scuro e ricco di armoniche) che da quello delle solid-body (più squillante ed aperto). La lista dei musicisti che l’hanno utilizzata per firmare le proprie musiche e il proprio stile è talmente lunga che non ci provo neanche a scriverla, è una lista che va oltre ai generi e agli stili musicali e che, però, vede l’ingresso del chitarrista Javier Rosario, giovane promessa del jazz statunitense.
Ce ne accorgiamo subito che questa chitarra sia importante per Rosario, ancora prima di mettere il cd sul piatto, la troviamo immediatamente nella foto di copertina e nelle altre due foto all’interno del cd: Javier Rosario non si fa fotografare senza. Se guardate nel suo sito internet, vedrete che è spesso così. Javier e la sua 335 sembrano essere una cosa sola. E ha ragione.
Se lo ascolterete suonare in trio, con Zak King alla batteria e Scott Kiefner al contrabbasso, sentirete il suono della sua 335, un suono leggermente distorto, quasi crunchy, quel suono che viene da un nervoso blues elettrico unito a un fraseggio che strapperebbe un applauso persino al compianto Allan Holdsworth. E’ veloce, nervoso, concettualmente istintivo, quasi coltreniano quando parte per la tangente eha un bel suono, con quella distorsione piazzata al punto giusto, che non copre la melodia ma la esalta.
Javier Rosario è al suo primo cd come leader e lo fa con questo “Javier Rosario Trio Vol.1: A Celebration of Life” dove ci sono indubbiamente, come è giusto che sia, delle citazioni ma dove c’è anche tanta creatività e idee nuove. In questo è ben supportato dagli altri due elementi del trio, sono nervosi, sono veloci, instancabili. Trasmettono un senso di urgenza comunicativa, come se avessero tanto da dire in poco tempo. La loro è una semantica musicale coerente con i tempi frenetici che stiamo vivendo ed esprime una desiderio e una urgenza spinta verso il nuovo, verso una innovazione di linguaggio coerente con i giganti della Gibson 335. Bravi.
Lui, giustamente, sorride soddisfatto e rilassato nella foto sul retro del cd.