La musica cameristica per chitarra della compositrice Sofija Gubajdulina: GUBAIDULINA, S.: Guitar Works (Complete) (Tanenbaum) su #neuguitars #blog #SofijaGubajdulina

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La maggior parte delle opere di Sofija Gubajdulina è costituita da musica cameristica strumentale. Un tale interesse per i generi da camera è facilmente spiegabile, date le grande possibilità di esecuzione che esse offrono anche con un numero esiguo di musicisti, e non va dimenticato che per Gubajdulina è importante il suono reale della composizione. Ma non solo. Per la compositrice, il suono rappresenta un mondo intero e la sua musica da camera si basa spesso su canoni ben lontani dalla tradizione.

All’interno delle sue composizioni appare in primo piano il ruolo degli esecutori. A differenza dei momenti melodici, armonici, polifonici, l’attimo espressivo, il colore della musica non può essere trascritto nella partitura e il compositore può soltanto offrire alcune indicazioni convenzionali. Le creazioni della Gubajdulina comportano una reciproca dipendenza tra autore ed esecutori.

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David Tanenbaum, il deus ex machina dietro a questo album, spiega così le particolari richieste tecniche sonore previste dalla compositrice. “When I was called to perform the premiere of Repentance during Sofija Gubajdulina’s residency with the San Francisco Symphony in 2009, I had to come up with what the score called a “friction beater”, which was “a small ball of rubber or elastic plastic … fastened onta a springy, resilient steel string (e.g. a piano string)”. That prompted quite a few trips to different stores, and a lot of puzzling over how exactly one can fasten a piano string onto a small ball. But this was Sofija Gubajdulina. She hadn’t written for the guitar since she produced the two early, short pieces heard here, but in the interim she had become celebrated as the great and fearless composer that she is. The rest of the score had fantastic and unusual sounds, and it all made sense, so I figured that she must have a very specific idea here that I just didn’t get. I experimented with this ‘friction beater’ sound, and remained baffled. I finally showed up to the first rehearsal with a variety of options, which she found curious. But then she pulled out her own version, which she had brought all the way from Germany. It made a sound unlike any of mine, and in fact unlike the many devices I had hit strings with in the past. When she heard it, she smiled.”

Questo cd uscito nel 2015 per la Naxos prevede l’esecuzione di quattro brani (Repentance (2008), Serenade (1960), Toccata (1969) e Sotto Voce (2010). Repentance (2008) per tre chitarre, violoncello e contrabbasso, è stato commissionato dalla San Francisco Symphony ed è stato presentato per la prima volta a San Francisco il 22 febbraio 2009. È l’ultima versione di un pezzo scritto un anno prima, Ravvedimento (2007 ) per violoncello e quartetto di chitarre. Nel 2007 ha creato una versione chiamata Repentance per contrabbasso e tre chitarre, dedicata al contrabbassista Alexander Suslin. Ravvedimento e Repentance sono stati dedicati al violoncellista Ivan Monighetti. Sebbene Gubajdulina sia profondamente religiosa, e tutti e tre i titoli si riferiscano al pentimento, questo pentimento ha una forma secolare: alla fine si tratta della consegna di un brano promesso a un violoncellista che è stato un grande interprete di questo strumento.

Serenade e Toccata furono inclusi in un’edizione del 1971 di opere per chitarra di compositori sovietici dall’editore Muzyka. Serenade, che è stato ripubblicato da Matanya Ophee nella sua serie Editions Orphée, doveva essere relativamente facile da suonare ed è stato descritto dal compositore come “musica per piacere”. Ha un carattere di ricerca, improvvisazione ed esplora l’intera gamma dello strumento, dalla sua nota più bassa alla più alta. È stato eseguito e registrato molte volte. Al contrario, la Toccata, registrata qui per la prima volta è quasi sconosciuta ed è più virtuosistica; ha uno slancio trainante che difficilmente si ferma. Come in Serenade, esplora l’intera gamma della chitarra. Sotto Voce per viola, contrabbasso e due chitarre è stato scritto nel 2010 e poi rivisto nel 2013.

Fondamentali elementi russi della natura artistica della Gubajdulina sono l’estrema serietà nel rapporto con l’arte e quella forma di massimalismo che esige un’assoluta concertazione da parte dell’artista che comprende una visione globale intellettuale e sentimentale: filosofia, religione, visione estetica e poetica, scienza e sentimento umano. Nelle sue opere si nota l’immediatezza del suono musicale, una conseguenza della sua capacità di concepire l’opera nella sua integrità e di viverne il carattere unitario. Una visione che si collega al fenomeno di una donna compositrice di proporzioni artistiche oggi fuori scala e a uno stile che diventa difficile da rapportare a una qualsiasi corrente o tendenza della musica contemporanea. Uno stile che non appartiene né all’avanguardismo né allo strutturalismo, né al neoclassicismo né al minimalismo, né allo stile retrò né al neo-romanticismo.

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