Circa un anno fa ho scritto una recensione per il disco di un abile chitarrista jazz, Ratko Zjaca. Il disco si intitolava “Life on earth” e proponeva un jazz elegante e pulito,con un lavoro di arrangiamenti e produzione di prim’ordine. Avevo scritto che “I Nocturnal Four eseguono un lavoro perfetto, levigato e dal suono quasi aerodinamico, pulsante e preciso.” Bene. Ratko Zjaca è tornato e con ben due dischi: il primo sempre coi Nocturnal Four ( Ratko Zjaca guitar, Renato Chicco Hammond C3 organ, Stefano Bedetti tenox saxophone e John Riley, drum) si intitola “ Light In The World”, il secondo invece è un raccolta dove sono presenti brani di diversi album e in cui il nostro chitarrista è accompagnato dai Nocturnal Four e da altre stelle ormai consolidate come John Patitucci, Antonio Sanchez, Miroslav Vitous, Adam Nussbaum, per fare qualche nome.
I due dischi sono molto simili e mostrano una comune uniformità di linguaggio e di stile, Zjaca è un chitarrista dallo stille impeccabile, sicuro e levigato come non se ne sentivano da tempo.
Si avverte un lavoro di studio e di sviluppo davvero intenso nelle sue note, dove la citazione è talmente estesa da diventare a sua volta un elemento di stile. Alle spalle di Zjaca si intravvedono le immagini sfocate, le impronte sonore di tutti i giganti della chitarra jazz e la sua musica mostra una tensione colorata, controllata e serena. La musica di Zjaca non esprime una tendenza radicale verso la sperimentazione o l’avanguardia, ma è più un lavoro di ricerca sul fraseggio e sul tono. Esprime una serenità che affascina, coinvolge e conforta.
E’ un bene che questi due dischi siano usciti in questo particolare momento storico, dove le nostre emotività sono state messe a dura prova, questa musica, in apparenza quasi leggera e sottile, ci da ossigeno e calma la mente. Non esprime disimpegno ma, allo stesso tempo, è anche lontana anni luce dal celebralismo e dalla freddezza intellettuale che sono le caratteristiche e anche il peccato originale che contraddistingue la musica contemporanea.
Si tratta di musica che potrei anche definire come saldamente piantata in una tradizione che era mainstream una ventina di anni fa, quando stile, arrangiamenti, produzione e virtuosismo erano tra le caratteristiche che venivano più spesso richieste ai musicisti. Ci vuole anche molto coraggio a far uscire due album, in versione cd, in questi tempi di profonda incertezza sociale e economica, già solo per averli voluti comunque realizzare infondono un senso di sicurezza e certezza, come dire che si va oltre, che si continua, che la musica va sempre avanti. Questo dimostra la presenza di un modus operandi onesto, corretto e sincero. Niente polemiche. Niente recriminazioni. Nessuna caduta di stile.