Micro Dave “Fuze” Fiucynski e la RareNoiseRecords, suoni e microsuoni
https://www.rarenoiserecords.com/releases/planet-microjam/
https://www.rarenoiserecords.com/releases/flam-blam-pan-asian-microjam/
https://www.rarenoiserecords.com/releases/mikrojazz/
https://www.rarenoiserecords.com/releases/georgian-microjamz/
David Fiucynski è un genio. Punto. Basta. Semplice. Che altro c’è da aggiungere? Basterebbe questo per chiudere questo post, perché a parlare sono semplicemente i fatti. Basterebbe solo dire che il Professor “Fuze” è il leader degli Screaming Headless Torsos, insegna al Berkley College of Music di Boston, dove è anche a capo del Planet MicroJam Institute, è stato segnalato dalla rivista Guitar Player nella lista dei 100 chitarristi che hanno cambiato il mondo e che molto probabilmente è il numero uno al mondo per quanto riguarda la chitarra fretless.
Chi scrive è da anni devoto al suo culto e lo ritengo uno dei migliori musicisti, non chitarristi, musicisti in circolazione, uno dei pochi che è stato in grado di raccogliere tutta l’eredità accumulata da gente come Allan Holdsworth e John McLaughlin e di portare la chitarra elettrica a un nuovo livello evolutivo.
Nel corso degli ultimi anni sembra essersi felicemente “accasato” presso una delle mie case discografiche indipendenti preferite: la RareNoiseRecords, casa britannica che da diverso tempo si caratterizza grazie a un catalogo diversificato e sempre interessante.
Il loro rapporto inizia nel 2012 con il disco “Planet MicroJam”, in cui già possiamo trovare le basi musicali di questo sodalizio: il desiderio di creare nuove forme musicali unendo tra loro le tradizioni musicali orientali e occidentali, associando le scale microtonali orientali (e africane) al groove occidentale. Il risultato è un arazzo musicale dove trovano spazio composizioni dello stesso Fiucynski, arrangiamenti di Beethoven e Sun Ra e di Julián Carrillo Trujillo, compositore, direttore d’orchestra, violinista e musicologo messicano, famoso per aver sviluppato una teoria della musica microtonale da lui nominata “Il tredicesimo suono”. Ad accompagnare il Professor “Fuze” troviamo i talenti di Jack DeJohnette, Kenwood Dennard, Jovol Bell ed Erik Kerr alla batteria, Evgeny Lebedev e Takeru Yamazaki alle tastiere microtonali, David Ginyard al basso e David Radley al violino.
Nel 2016 arriva “Flam! Blam! Pan-Asian Microjam!”, dedicato al compositore di musica classica Olivier Messiaen e all’innovativo produttore discografico hip-hop Jdilla, dove porta ancora più avanti le sue idee sulla composizione musicale, coniugando armonie microtonali, groove jazzistico, poliritmi zappiani e devozioni personali verso Messiaen.
Dentro ci troviamo di tutto: canti di uccelli esotici reali, modulazioni di tastiere microtonali, tempi funky, swing e soli di chitarre fretless micidiali. Ognuno dei brani di questo disco esprime una tonnellata di idee innovative e interessanti che non possono non attirare sia l’ascoltatore malato di curiosità che il chitarrista feticista. Un disco eccezionale, consigliatissimo, che unisce sapientemente complessità, intellettualismo ed immediatezza, attirando l’attenzione sia dell’ascoltatore esperto, sia di quello più superficiale. Dieci brani raffinatissimi e curatissimi che uniscono jazz, sperimentazione e world music, validi ed interessanti.
Nel 2017, poco dopo, arriva “Mikrojazz”, nuova creatura discografica all’avanguardia, dove il nostro eroe, “Fuze” è ancora uno degli ultimi veri guitar heroes, unisce le forze con il sassofonista tedesco Philipp Gerschlauer esplorando il mondo musicale che si nasconde negli interstizi della scala temperata.
Qui ritroviamo la leggenda del jazz Jack DeJohnette, il bassista elettrico fretless Matt Garrison e il tastierista microtonale Giorgi Mikadze, allievo del Professor al Berklee College of Music di Boston, un audace equipaggio in grado di creare paesaggi sonori sognanti e ultraterreni sulle melodie di Gerschlauer e di Fiuczynski, ma dove trovano spazio anche ispirazioni prese da LaMonte Young, Marc Sabat e McCoy Tyner.
Quest’anno, 2020, arriva un nuovo cd, a nome del tastierista Giorgi Mikadze, “Georgian MicroJamz”, oggetto la musica folk della Georgia, una delle tradizioni polifoniche più antiche e più ricche del mondo, ma ancora poco conosciuta dal resto del mondo contemporaneo. Giorgi Mikadze non è alla prima collaborazione con Fiuczynski, dato che avevano suonato assieme in “Mikrojazz”, ma qui recita un ruolo di primo piano creando un nuovo sorprendente ibrido di musica popolare georgiana tradizionale e jazz microtonale.
“Georgian Microjamz” scopre un terreno comune inaspettato tra le antiche tradizioni della nativa Georgia di Mikadze, dove la chiesa cristiana ortodossa presentava solo musica vocale nei suoi servizi e le modernissime innovazioni microtonali di Fiuczynski, ad accompagnarli il bassista di origine greca Panagiotis Andreou (Now vs. Now, Mulatu Astatke) e il batterista Sean Wright (Musiq Soulchild, Taeyang). Su tre tracce il quartetto è completato dalla straordinaria voce del coro georgiano Ensemble Basiani, mentre la cantante ed etnomusicologa Nana Valishvili aggiunge una performance vocale straziante a Moaning, un inno alle vittime del conflitto militare del 2008 tra Russia e Georgia.
Quattro dischi, quattro progetti, quattro capolavori basati sullo sviluppo della musica microtonale, analizzata in quattro modi diversi. La forza, la coerenza di questi dischi sono eccezionali e di chiaro esempio: si può fare musica contemporanea, d’avanguardia, sperimentale, innovativa creando allo stesso tempo una narrazione appassionante e appagante.