Omaggio ad Alvaro Company, il giusto tributo a un grande musicista su #neuguitars #blog
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Alvaro Company è stato, e credo tuttora sia, una figura importante nell’ambito della chitarra classica italiana e nel mondo, più vasto e composito della musica contemporanea. Una breve biografia credo sia senz’altro d’aiuto per inquadrare la sua molteplice figura di musicista, di compositore, di didatta e punto di riferimento per il mondo della chitarra chitarra classica. Un musicista, che nell’estetica e nella didattica, ha saputo seguire prima e affrancarsi poi dalla figura ingombrante di Segovia, sapendo trovare un proprio, originale, personale percorso artistico, purtroppo frenato, in ambito concertistico, da problemi di salute.

Alvaro Company (Firenze) ha studiato composizione al Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze con R. Cicionesi., L. Dallapiccola, P. Fragapane, V. Frazzi e C. Prosperi, conseguendo i diplomi di Musica Corale e di Composizione (1955/56). Chitarrista allievo di Andrés Segovia – all’Accademia Chigiana dal 1950 al ’54 – ha fondato nel 1960 il Corso di Chitarra classica al Conservatorio di Firenze, dove ha insegnato fino a tutto il ’97; nel ’65 ha fondato il medesimo corso al Liceo Musicale “O. Vecchi” di Modena; nel ’61 ha insegnato al Conservatorio “C. Monteverdi” di Bolzano e nel ’67 è stato docente al Conservatorio di “S. Cecilia” in Roma. Dal ’57 ha intrappreso un’intensa attività concertistica, collaborando anche con solisti e in formazioni cameristiche di fama internazionale (quali il violista D. Asciolla, il flautista S. Gazzelloni, l’oboista L. Faber, il timpanista L. Torrebruno, i Solisti dell’Orchestra Filarmonica di Berlino, i Solisti della Scala, i Solisti Veneti) oltre che con vari direttori d’orchestra (tra cui P. Bellugi, L. Berio. H.W. Henze, B. Maderna, G. Otvos). Tale attività è durata fino al ‘70, anno in cui una lesione al nervo del braccio destro lo ha costretto ad interromperla, con l’eccezione di cinque concerti tenuti nel gennaio ’73 al Teatro alla Scala, su invito del direttore B. Maderna. Oltre alla Scala, si è esibito in teatri importanti quali, a Roma, al Teatro Eliseo ed al Foro Italico, a Firenze al Teatro Comunale ed alla Pergola, a Napoli all’Auditorium della Scarlatti, a Venezia alla Fenice. Dal ’68 tiene corsi di perfezionamento presso università italiane e straniere. La ricerca e l’esperienza di chitarrista, pedagogo, compositore (oltre che di revisore di opere moderne per chitarra e del repertorio storico per chitarra e liuto) gli ha consentito di arricchire ampiamente la propria tecnica, nonché di elaborare una personale didattica dello strumento. Ha inoltre ideato una metodologia esecutiva rivolta agli strumentisti in genere, cui ha dato il nome di “Biodinamica musicale”. Come compositore il suo mondo sonoro, nato da radici atonali fin dalla “Fantasia” op. 1 per pianoforte del 1948, aveva adottato la tecnica dodecafonica già dall’op. 3 (“Preludio e Sarabanda” per violino e pianoforte del ’53), procedendo in tal senso fino a “Las Seis Cuerdas” op. 8 per chitarra del ’63 – lavoro che rappresenta il punto d’incontro dei suoi interessi di compositore e di strumentista e che ha aperto nuove vie alla moderna tecnica strumentale della chitarra. Contemporaneamente, dall’anno ’60 prende avvio anche una produzione collaterale didattica, tuttora in corso. Dal ’74 il suo linguaggio subisce una progressiva trasformazione, in cui modalità, melisma, tonalità, atonalità e serialità riappaiono sì, ma in una dimensione trasfigurata, che consente a tutti questi aspetti di convivere in un linguaggio ove affiorano, come da un mondo sommerso, tracce archeologiche oniricamente trasfigurate.
E’ membro dell’Accademia Nazionale L. Cherubini di Firenze. Nel 1991 una commissione composta da C. Abbado, S. Accardo, G. Gavazzeni, C. M. Giulini, R. Muti, M. Pollini – oltre che dai massimi critici italiani – e presieduta da G. Petrassi, gli ha conferito il “Premio Massimo Mila” “per l’esemplare impegno didattico di una vita”. Nel ’96 al Primo Convegno Nazionale Chitarristico a Pesaro gli è stata attribuita la “Chitarra d’oro” per la Didattica e nel ’99, in occasione del IV Convegno Nazionale Chitarristico ad Alessandria, gli è stata assegnata la “Chitarra d’oro” per la Composizione. Nel 2010 gli è stata conferita la “Chitarra d’oro – Una vita per la chitarra”.


Trovo quindi doveroso e dovuto il sentito cd “Omaggio ad Alvaro Company” (EmaVinci, 2018) il cui acquisto mi ha stimolato nello scrivere questo post sul Maestro. Questo cd ne omaggia le doti di compositore raffinato e all’avanguardia, attraversando la sua lunga carriera. Un omaggio, un cd corale, realizzato da tanti suoi ex allievi che ne hanno voluto onorare la statura di musicista con una brillante raccolta delle sue opere per chitarra: essi sono Alfonso Borghese, Flavio Cucchi, Nuccio D’Angelo, Ganesh Del Vescovo, Roberto Frosali, Silvano Mazzoni, Vincenzo Saldarelli.
Quattordici soni i brani qui presenti e selezionati a cominciare da Ballo per il Barone di Casalotto (1991) ed il Notturno (1986), eseguiti da Alfonso Borghese. Brani caratterizzati da una visione contrappuntistica, volta ad esaltare la tavolozza di colori a disposizione della chitarra.
Flavio Cucchi interpreta Suite per Flavio (1991), opera in 3 movimenti (Le campanelle in letizia, Exotique e Pulsating) che appartiene allo stesso periodo di tempo dei precedenti brani e da lui stesso ispirata.
Il Maestro Nuccio D’Angelo esegue la Suite ritrovata, brano scritto tra il 1999 ed il 2011, anche questa composta di tre movimenti: Metamorfosi, Die Welt von Gestern e Hinting at a Sarcastic waltz. Suite ispirata alla Vienna di G. Mahler.
Ganesh del Vescovo è il dedicatario di A new Ballad, opera del 2011 ed esegue anche Las Seis Cuerdas, una delle prime opere di Company e forse la più conosciuta. Opera caratterizzata dall’esplorazione delle possibilità timbriche della chitarra, dove l’interprete ne suona le corde con una serie lunghissima di tocchi, angolazioni, echi, tecniche percussionistiche più o meno definite.
A new Ballad nasce da una piccola e di molto precedente opera chiamata Piccolo Jazz, ispirata a Duke Ellington, brano di matrice jazzistica, di natura quasi improvvisativa.
Silvano Mazzoni è l’interprete di Anima Fluens (1991), miniatura musicale dalle caratteristiche più tradizionali e rilassate.
Vincenzo Saldarelli esegue Corni da Caccia (1999), a lui dedicata,dove i riferimenti sono nel suono dei corni di Beethoven, dove la chitarra viene portata nei suoi registri bassi e dove l’interprete deve suonare con il solo uso del pollice, altro esempio delle abilità contrappuntistiche di Company.
Saldarelli, Borghese e Roberto Frosali si uniranno come Trio Chitarristico Italiano per l’ultimo brano: Fuga a Tre Chitarre (1999) a loro espressamente dedicato.
Ulteriore prezioso omaggio è il Fugato dalla Suite n.1 del musicista settecentesco G.B.Marella, si tratta di una registrazione degli anni Sessanta in cui si può ascoltare Company stesso assieme a Paolo Paolini. Un cd e un’operazione più che meritevole. Raccomandatissimo per chi vuole esplorare un repertorio che è stato raramente interpretato e proposto al pubblico.
Questo post vuole anche essere un saluto e un segno di profonda stima per il Maestro Alfonso Borghese, che ci ha lasciati all’improvviso il 30 gennaio 2020. Grande interprete, compositore e didatta, musicista appassionato, curioso e colto.
Riferimenti:
Paolo Somigli, La Schola Fiorentina, Nardini Editore, 2011
Giovanni Cifariello, Alvaro Company La chitarra in Italia nel Novecento, Libreria Musicale Italiana Editrice, 1999