Markus Reuter, un nuovo concetto di virtuoso su #neuguitars #blog

Se mi chiedessero “qual’è stato il contributo di Robert Fripp alla storia della musica?” sarei fortemente tentato di rispondere “la sua radicale revisione e rivalutazione del concetto di virtuoso”. A molti forse la cosa suonerà scontata. Ad altri la mia affermazione sembrerà perfettamente banale. Non credo sia così. Robert Fripp è riuscito a rappresentare un nuovo modello di virtuoso diverso da quanto presentato in precedenza sia in ambito rock, jazz e classico. Fripp ha dimostrato che determinati aspetti di compostezza, serietà, studio e disciplina possono tranquillamente coesistere in un musicista di estrazione rock, ribaltando diversi canoni estetici fissati su forme di comunicazione ormai abbondantemente esauriti. Questo aspetto mi riservo di approfondirlo in un successivo post.

Quello che preme oggi evidenziare è che Fripp non è stato un caso a se stante. Il suo esempio, la sua disciplina, la sua granitica coerenza hanno portato alla nascita di una serie di altri musicisti che, preso atto del suo esempio, si sono a lui ispirati costruendosi serie figure professionali. Credo sinceramente che Markus Reuter sia una di queste persone.

img20200413_16205626

Abbiamo già incontrato Reuter sulle “pagine” di questo blog in occasione dell’uscita, sempre per la benemerita Moonjune Records, del suo disco “Truce”, un disco che mi aveva colpito molto e che vi invito a riascoltare. Anche in quella occasione avevo parlato di lui come una figura particolare di “virtuoso”. E’ ora di riprendere quel discorso e di approfondirlo. Non cito, per ragioni di spazio, la sua biografia.

Vi invito a leggerla direttamente su Wikipedia ( https://it.wikipedia.org/wiki/Markus_Reuter ). Impressionante. Quest’uomo, che scopro essere di poco più giovane di me, ha al suo attivo un bagaglio formativo e di esperienze semplicemente impressionante. E’ il ritratto di una personalità poliedrica, curiosa, multidisciplinare, in una parola Reuter sembra una figura rinascimentale. Una figura portatrice di una creatività irrequieta, bulimica e instancabile. Mentre scrivo, davanti a me sulla mia scrivania ci sono quattro sui dischi, tutti usciti in questo sfortunato 2020, quattro dischi che si uniscono al già citato “Truce” e rappresentano un condensato straordinario di idee, concentrato in un arco temporale così breve.

img20201121_20140352

Cominciamo con “Shapeshifters”, disco che mantiene la formula in trio di “Truce”, con la presenza di Tim Motzer (guitar, bass, electronics) e Kenny Grottowski (drums, metals). Questo disco risponde alle seguenti domande: cosa potrebbero fare assieme tre musicisti “mutaforma” in un ambiente ad alta energia creativa? Che tipi di comportamento verranno osservati e quali forme potrebbero assumere?

img20201121_20082649

“Oculus Nothing is Sacred” che vede nuovamente la presenza di Fabio Trentini al basso e Adaf Sirkis alla batteria impreziosita da quella di David Cross (Rhodes e Violino Elettrico), Robert Rich (textures) e da un altro virtuoso di casa Moonjune, Mark Wingfield. Se “Truce” era il lavoro di un trio new progressive, “Oculus” da maggior spazio alle capacità compositive di Reuter mettendogli a disposizione la struttura più articolata di un vero e proprio ensemble.

“This is insane music. I used a compositional system that basically disallowed the musicians to play intuitively. They had to follow rules which served to create really strange melodies and harmonies,” Dice Markus. “In the back of my mind, I wanted to create something as fundamentally radical as was (Miles Davis’) ‘Bitches Brew,’ back in the day … sort of an improvising ‘big band’ – where each player is on their own when it comes to specific pitches, but connected in terms of a common rhythmic grid and unified texture.”

img20201121_20111216

Reuter porta ai limiti della tensione le sue capacità compositive e organizzative in “Sun Trance”. Supportato da un ensembre di undici elementi, Markus Reuter intraprende un progetto più ambizioso. Registrato dal vivo a Mannheim, in Germania, nel 2017, “Sun Trance” potrebbe forse essere meglio descritto come una sorta di ibrido sonoro trance-avantgarde-psichedelico.

img20201121_20121837

Dulcis in fundo: Stick Men! Trio quasi paradossale, nato da due costole dei King Crimson, il leggendario Tony Levin (Chapman stick) e Pat Mastelotto (batteria, percussioni acustiche ed elettroniche). Questo loro disco “Owari” testimonia la loro ultima tourne in Cina, Hong Kong e Giappone, bruscamente interrotta dall’arrivo del Covid-19. Tourne davvero sfortunata, era presente assieme al trio anche il grande Gary Husband (Allan Holdsworth; John McLaughlin, Jack Bruce)

Quattro dischi diversi. Quattro forme diverse. Quattro ambienti musicali diversi. L’unica costante è Markus Reuter. Multiforme. Camaleontico. Questo compositore travestito da chitarrista non cessa di stupire e impressionare.