
https://www.wendyeisenberg.com/
https://badabingrecords.bandcamp.com/album/auto
Wendy Eisenberg decisamente non cessa di stupire ed affascinare. Avevo recensito favorevolmente il suo disco in trio uscito su Tzadik, “The Machinic Unconscious” , disco di improvvisazione radicale ad alto contenuto semiotico. Ora esce questo nuovo “Auto”, disco apparentemente semplice date le sue tinte pop, ma in realtà caratterizzato da una notevole complessità.
La Eisenberg canta, con uno stile da chanteuse confidenziale, un mix elegante tra lo stile di Laetitia Sadier degli Stereolab e una cantante di musica exotica. Questo disco sembra a prima vista un disco pop postmoderno, tante influenze, tanti richiami: gli Stereolab, Mark Hollis, il David Sylvian di Blemish. Un disco elegante e raffinato che però nasconde diversi piani di lettura. Da un certo punto di vista è come se la Eisenberg avesse due cervelli: la voce va da una parte, la sua chitarra dall’altra, isolati sono poco significativi, uniti assieme creano un contesto musicale davvero attraente.
Lo so. So a cosa state pensando. State pensando che questo è un disco distopico. Può darsi, ma sono stanco di questa parola. Con tutto rispetto verso Mark Fisher, che ne ha fatto un uso ottimo e innovativo nei suoi saggi e nella sua narrazione politica, questa parola, ma soprattutto il suo uso ha stancato. Non penso che “Auto” sia un disco distopico. Penso che sia soprattutto un disco postmoderno. Estremamente curato e ben prodotto. Con quella leggera patina sonora quasi low fi, che lo rende ancora più attraente e “vero”. Le canzoni e la chitarra di Wendy Eisenberg esprimono composizioni epiche soggettive nelle quali l’autrice chiede il permesso di trattare il mondo secondo il suo personale punto di vista, ma che, mano a mano che prendono forma nell’orecchio e nella mente dell’ascoltatore, rendono alcune cose vere e altre false, rendono alcune parti credibili e altre ipocrite, e una persona che parla, che canta da sola al mondo non è mai soltanto questo.
Altre voci, della famiglia, degli amici,degli amanti, di poeti, degli antenati musicali, delle figure storiche del passato e contemporanee, partecipano alla creazione di ogni nuovo brano. Ogni nota suggerisce la successiva, o quella che potrebbe venire dopo. Il rischio di fallimento insito in ogni nota della sua chitarra, insito in ogni scelta aumenta di volta in volta, e le domande diventano sempre più difficili: cosa dire? Cosa suonare? Che visione della vita trasmettere agli altri? Che posso fare che non sia già stato fatto prima? Per rispondere a queste domande la Eisenberg ha dovuto attingere alle proprie esperienze, ai propri desideri, alle proprie paure. Lo ha fatto in modo conscio, inconscio, cinico. Scoprendo nella sua musica i propri limiti i propri desideri e la capacità di superare entrambi
Auto è un disco confidenziale, fatto di canzoni elaborate in una forma cantautorale, centrifugate attraverso forme musicali più complesse e articolate. E’ un disco che inganna. Che seduce. Che soddisfa e che re-invita all’ascolto. A voi la scelta. Potete apprezzarne la confidenzialità e la sua eleganza pop. O potete provare a scendere in profondità e a indagarne le strutture meno evidenti, ma non meno intriganti. Sono sicuro che, in ogni caso, non vi deluderà. Questo si chiama fiducia nella propria etica e nel proprio istinto.
