
https://folderolrecords.bandcamp.com/album/quaderni-di-zoologia-imperfetta
Confesso di non aver mai sentito il termine “criptozoologia” prima di aver ascoltato questo disco. Il concetto in se è davvero affascinante: è lo studio degli animali la cui esistenza è ipotizzata su basi indiziarie. Le ipotesi possono riguardare animali non conosciuti dalla scienza oppure l’esistenza attuale di animali già descritti, ma ritenuti estinti o la presenza di specie conosciute in un’area distante dai luoghi dove sono attestate. Se il concetto vi sembra arcano, pensate al mostro di Lochness e forse le cose vi saranno più chiare. Penso possa essere definita come una pseudoscienza il cui confine si spinge molto all’interno della letteratura, del mito e dell’immaginario collettivo. Il confine diventa ancora più labile, come nel caso del cd di Francesco Massaro & Bestiario “Quaderni di zoologia imperfetta”, se il medium usato è la musica.
Il titolo, già di per se rimanda a collegamenti borgesiani e a tutta una letteratura incentrata sul genere “fantastico”. Una letteratura che getta le sue basi nel mito, in particolare di quello letterario, ma non la musica. Vi consiglio di fare un esperimento. Provate ad ascoltare questo album in cuffia. Vi sorprenderete diverse volte ad alzare gli occhi e a voltarvi: quel suono così labile che avete appena ascoltato viene dal cd o qualcuno è appena entrato nella vostra stanza? Siamo sicuri che sia stato il sax di Francesco Massaro o il flauto di Mariasole De Pascali? E la chitarra di Adolfo La Volpe come suona? Non la riconosco. Il cupaphon di Michele Ciccimarra? I riferimenti quindi non sembrano essere quelli di Borges, semmai quelli di Mark Fischer e del suo libro “The weird and the Eerie” o ancora di più quelli di David Toop e del suo “Sinister resonance”.
Questa musica sembra evocare un’ossessione per ciò che è strano. Strano, ma non spaventoso. Questa criptozoologia musicale ha piuttosto a che vedere con l’attrazione per l’esterno, per ciò che è al di fuori dei nostri sensi, della percezione, della conoscenza e dell’esperienza comune. Allo stesso tempo è quasi familiare. Il familiare osservato da una prospettiva diversa, esterna, fuori posto, normalmente nascosto.

E’ una musica tranquilla, quieta, che da un’impressione di calma apparente, ma in cui è difficile capire chi sta suonando cosa. Eppure tutto ha un ordine, una sua logica, si avverte un senso di struttura dove queste strane sensazioni non sono prodotte dalla collisione con qualcosa di minaccioso, ma piuttosto dal passaggio attraverso una frattura tra due mondi, da quello della “realtà” a quello del possibile, abitato da specie sconosciute, finora ritenute improbabili. Il desiderio di un improbabile mimetismo musicale. Un perfetto esempio di filosofia musicale.
Francesco Massaro: sax baritono, elettronica, toy piano
Mariasole De Pascali: flauto, ottavino, flauto in sol
Adolfo La Volpe: chitarra elettrica, elettronica
Michele Ciccimarra: cupaphon, percussioni
Valerio Daniele: elettronica in Cor Hydrae
Il testo e la voce sono di Nazim Comunale