Scambio Decostruito o Empatia Decostruttiva…Free Jazz senza compromessi col duo Masayuki Takayanagi e Kaoru Abe su #neuguitars #blog
Il termine “cult” è una scorciatoia ontologica che indica uno status eccezionale e al di fuori dal tempo. Quando si parla di dischi, questo attributo è spesso legato a fattori come le qualità dei musicisti e la loro rarità, come nel caso dell’album Kaitaiteki Kokan (a volte anche scritto come Kaitai Teki Kokan), registrato dal duo Masayuki Takayanagi e Kaoru Abe. Il titolo, che può essere tradotto in italiano come Scambio Decostruito o Empatia Decostruttiva, fa esplicito riferimento sia alla musica contenuta nel disco che alla situazione che si viene a creare sul palco quando due musicisti si scambiano idee e le “decostruiscono” su una base continuativa.

Dietro a questo cd, recentemente ristampato, il fattore di “culto”, il suo status eccezionale si riflette sia a livello materiale che emotivo. L’album è stato pubblicato nel 1970 in Giappone, in sole, si dice, 100 copie. È uno degli album più rari di sempre, viene offerto molto raramente alle aste e non è mai stato scambiato su Discogs.com. Circola voce che sia stato venduto al prezzo massimo di ben 4000 dollari americani. E’ quindi un oscuro oggetto di collezione per veri fanatici. Ma non basta. Questo album mostra un altrettanto importante status come forma di espressione artistica, questo perché è una delle dimostrazioni più radicali della musica free jazz, non solo giapponese.
L’album è stato registrato da due musicisti giapponesi noti per le loro posizioni estreme: Masayuki Takayanagi (高 柳 昌 行) – chitarra elettrica e Abe Kaoru (阿 部 薫) – sassofono. L’album è stato registrato dal vivo, durante il concerto tenutosi il 28 giugno 1970 presso la sala Kōsei Nenkin Kaikan nella città di Shinjuku. Masayuki Takayanagi figura anche come produttore discografico, mentre l’ingegnere del suono è Kozuo Kenmochi. Oltre al sassofono, Abe Kaoru suona anche il clarinetto basso e l’armonica.
MASAYUKI TAKAYANAGI ,nato il 22 dicembre 1932 a Tokyo. ha iniziato la sua attività professionale nel 1951. Ha fondato il suo primo di molti gruppi chiamati New Direction nel 1954. Da allora in poi, è stato un membro chiave in quasi tutti i gruppi musicali d’avanguardia in Giappone. Non è la prima volta che mi occupo di lui e potete trovare altri post sulla sua attività sul mio blog:
MASAYUKI TAKAYANAGI’S NEW DIRECTION: APRILE È DAVVERO IL MESE PIÙ CRUDELE?
Takayanagi è stato un vero ousider, senza mai essere stato preso in considerazione dalla stampa musicale mainstream. E’ morto il 23 giugno 1991.
ABE KAORU è stato un musicista e sassofonista free jazz giapponese, noto non solo per la sua musica, ma anche per la sua vita folle e sregolata e per la moglie, Suzuki Izumi, una popolare scrittrice di romanzi di fantascienza. È nato il 3 maggio 1949 a Kawasaki, nel distretto di Kanagawa. Lasciò la scuola all’età 17 anni, trasferendosi a Shinjuku, una città che allora, come adesso, sembra essere stata una sorta di centro per la controcultura e un ambiente accogliente per il tipo di musica che avrebbe continuato a suonare. Completamente autodidatta, ha fatto il suo debutto all’età di 19 anni, riuscendo a sviluppare una sua tecnica personale al sassofono. Il suo modo di suonare era fortemente radicato alle ore che trascorreva esercitandosi da solo; la maggior parte delle sue registrazioni e delle sue esibizioni sono da solista (sembra che ciò fosse dovuto alla sua tendenza a suonare letteralmente al di sopra dei potenziali collaboratori), portandolo ad avere una fama di un musicista piuttosto “egoista”. Lo schema normale per i musicisti jazz giapponesi era infatti quello di studiare con professionisti più anziani, esercitarsi regolarmente con altri musicisti e alla fine fare il loro debutto professionale. Abe infranse queste regole fin dall’inizio. E’ morto il 9 dicembre 1978 a Nakano (un quartiere di Tokyo), per overdose di droga.
L’album Kaitaiteki Kokan (Kaitai Teki Kokan) è stato originariamente pubblicato nel 1970 come LP. La prima ristampa è stata prodotta nel 1999 dall’etichetta discografica DIW, mentre un anno dopo sono state rilasciate alcune copie aggiuntive della ristampa. Nel 2017, l’etichetta discografica Craftman Records, specializzata in ristampe di album giapponesi, principalmente di musica jazz, ha pubblicato la prima ristampa in vinile nero da 180 g.

Il CD che vedete nelle foto è un elegantissimo “mini LP”, una replica della versione in vinile, con una copertina in bella carta nera con lettere argentate. Per non alterare la composizione grafica, anche l’OBI è stato ridotto. Il disco è stato stampato utilizzando la tecnologia Ultimate HighQualityCD (UHQCD), una versione migliorata dell’HQCD. L’intensità della musica è travolgente e, letteralmente , ti colpisce in testa come una mazza da baseball, per cui l’aspetto tecnico del messaggio musicale, la qualità del suono, diventa secondo me meno importante. La ristampa dell’album Kaitaiteki Kokan, infatti, non è stata realizzata utilizzando il master tape analogico o la sua copia digitale, ma direttamente da un LP , con una tecnica chiamata “needle drop”. Ascoltando il cd in cuffia avvertirete un impercettibile rumore di fondo: sembra che il disco sia stato rimasterizzato con l’obiettivo di eliminare componenti e rumori ad alta frequenza, ma senza effettuare una rimozione totale del rumore. Gli strumenti sono registrati da una certa distanza, hanno poco volume e le frequenze sono concentrate sulle medie. Il loro suono è penetrante, compresa anche l’armonica che entra nel primo minuto della seconda traccia. La chitarra elettrica è stata registrata da un microfono piazzato davanti all’amplificatore. Penetrante e, a volte, quasi irritante. Non per come suonano, ma per la musica stessa. Se dovessi fare un paragone, l’interazione tra i due strumenti assomiglia più a una discussione di strada che non a una conversazione. Non so come abbiano fatto gli ingegneri del suono, ma il risultato finale non è comunque stancante. Naturalmente, a condizione che questa sia la musica che stiate cercando. Il volume di registrazione è basso, praticamente non ha profondità o texture, ma è comunque interessante, coinvolgente e ipnotizzante. Definirei così questo album: un messaggio ipnotizzante e subliminale. Dopo lo shock iniziale, i musicisti danno il 100% sin dall’inizio, iniziamo ad accettarlo e poi ci lasciamo coinvolgere nel messaggio musicale. Il suono ovviamente non è il migliore possibile, ma dopo un momento smettiamo di prestare attenzione a come suona il tutto, o anche alla musica che viene riprodotta, poiché siamo in un universo parallelo, fuori dal tempo e dal pianeta Terra. Registrato il 28 giugno 1970 e pubblicato nel settembre dello stesso anno, questo disco è sempre stato visto come un importante incontro tra due dei più importanti esponenti della musica free giapponese. È forse il disco più pesantemente feticizzato che sia mai emerso dall’underground giapponese. Come ho detto prima, è un disco di culto. Abe ha suonato il suo primo duo con Takayanagi il 7 maggio di quell’anno, un concerto che è stato annunciato come “Masayuki Takayanagi New Direction” (il volantino del concerto era apparentemente intitolato in inglese “New direction for all who are interest in jazz” e sottotitolato, in Giapponese, “Projection toards the annihilation of jazz”); il concerto del 28 giugno che è stato pubblicato come Kaitaiteki kokan è stato, in modo confuso, pubblicizzato come New Direction. Gli appassionati probabilmente stanno ancora discutendo se il disco sia più correttamente etichettato come album Takayanagi / New Direction (s) o come Takayanagi / Abe duo. Indipendentemente da ciò, DIW ha optato per quest’ultima forma. I due hanno continuato a suonare assieme per qualche altro concerto sotto il nome di Takayanagi New Direction, aggiungendo Yamazaki al gruppo; il loro ultimo concerto è stato all’inizio di ottobre, dopodiché l’associazione tra Takayanagi e Abe sembra essersi conclusa. La musica assomiglia a una battaglia campale, con i due che sembrano suonare uno contro l’altro: Takayanagi, alla chitarra elettrica, suona in uno stile riconoscibilmente “jazz”, amplificando e distorcendo i motivi, separandoli metodicamente con un tono di feedback sottile e duramente fragile che è spesso irritante da ascoltare; Abe si lamenta a prescindere, pieno di spavalderia e apparentemente prestando poca attenzione al suo partner, comportamento non del tutto atipico per lui a questo punto della sua carriera. I due per la maggior parte suonano come se stessero suonando allo stesso tempo ma non insieme, e i momenti di interazione sono pochi e rari. Questo disco rappresenta un caso estremo di inclinazione all’autonomia nella musica improvvisata, ben oltre il liberalismo anarchico cageiano. I due musicisti sembrano prediligere lo scontro e il diverbio, attaccandosi a vicenda prima che la comunanza possa solidificarsi in una convenzione. Un album che suona ancora straordinario: l’espressione di qualcosa di primario, quasi preumano, in cui lo spazio musicale stabile è sostituito da un mondo sonoro strappato al rilascio di energia psichica, sul punto di disintegrarsi nel caos. Un atteggiamento non molto dissimile da quello delle loro stesse vite. Come Abe, Takayanagi ha lasciato un marchio indelebile nel mondo della controcultura musicale. Nel suo periodo migliore, da solo o con la sua New Direction Unit (nota anche in vari punti come New Directions e New Direction For The Arts), ha operato a un livello di ispirazione altissimo, forse superiore a quello di Sonny Sharrock, una delle poche figure relativamente comparabile, e le registrazioni di Takayanagi di quel decennio sono solo esempi di ciò che è possibile quando la tecnica e l’abilità dell’improvvisazione, l’energia e la dissonanza del free jazz e il volume e l’aggressività della musica rock si incontrano all’interno di un buco nero gravitazionale. La sua influenza può essere chiaramente rilevata nei pesi massimi moderni come Rudolph Gray ( https://en.wikipedia.org/wiki/Rudolph_Grey )e Stefan Jaworzyn ( https://www.thewire.co.uk/audio/tracks/listen_stefan-jaworzyn-music ). Sfortunatamente, Takayanagi possedeva anche un carattere intransigente, riuscendo rapidamente a mettersi completamente in fuorigioco con l’establishment jazz in un lasso di tempo abbastanza breve, vivendo un’esistenza musicale forzatamente marginale.

Questo disco non è l’unico risultato della loro collaborazione. Dopo “Kaitai Teki Kohkan” sono stati prodotti dalla DIW “Mass Projection” e “Gradually Projection”, che si mantengono sempre sullo stesso elevato standard e che sono anch’essi oggetti di collezione che sto cercando di comprare.
I due sono fuori da qualsiasi regola, che sia quella di mantenere il jazz negli standards o di incuneare il rock verso ritornelli atti alla vendita, mischiando il tutto estremizzandolo, dando all’improvvisazione una nuova forma, più fulgida e bastarda. Ripudiati dai puritani, loro non fecero nulla per controvertere questa tendenza. Andarono avanti da soli. Incuranti.
Di recente la Jinya Records ha prodotto altri due cd: “Station ’70”, frutto delle registrazioni dei cncerti tenutesi il 18 giugno e in maggio o giugno del 1970, a Tokyo. Il secondo cd si intitola “Jazzbed”, registrazione live a Jazzbed avvenuta il 27 settembre 1970, sempre a Tokyo, con la presenza del batterista Hiroshi Yamazaki. Tutti con lo stesso livello di energia, creatività e geniale follia
Mi chiedo se oggi potrebbe esistere qualche musicista così, ma non credo. Penso che Abe e Takayanagi siano stati due “prodotti” di uno specifico momento storico e di una particolare sottocultura. Costretti ad operare in una periferia culturale, hanno lottato tutta la loro vita per poter esprimere la loro musica, accettando un ruolo di outsider che li ha lentamente elevati al livello di “culto” di cui parlavo all’inizio di questo post. Le loro musiche sono state tramandate grazie a un circolo, a un gruppo di appassionati fedelissimi che è andato lentamente crescendo, trovando estimatori anche al di fuori del Giappone. Oggi stanno rivivendo una seconda giovinezza grazie a una serie mirata di ottime ristampe. Benvenuti al culto.