“Dynamics of Vanishing Bodies”, la hauntology di Brendon Randall-Myers entra nel mondo della musica contemporanea con le chitarre elettriche dei Dither su #neuguitars #blog

“Dynamics of Vanishing Bodies”, la hauntology di Brendon Randall-Myers entra nel mondo della musica contemporanea con le chitarre elettriche dei Dither su #neuguitars #blog

https://www.newfocusrecordings.com/catalogue/brendon-randall-myers-dynamics-of-vanishing-bodies/

https://brendonrandallmyers.bandcamp.com/album/dynamics-of-vanishing-bodies-2

La hauntology è penetrata anche nella musica contemporanea? Il termine, in italiano tradotto con “Infestologia”, è stato coniato nel 2005 quando i critici Mark Fisher e Simon Reynolds cominciarono a descrivere una sorta di rete di artisti, prevalentemente inglesi, tra i quali giocavano un ruolo importante i musicisti dell’etichetta Ghost Box e altri spiritualmente affini.

Questo termine ha avuto molto fortuna. Il concetto, preso in prestito dal libro “Spettri di Marx” di Jacques Derrida (1994), si basa su un gioco di parole attorno al termine “ontologia” che permise all’autore di sfruttare l’entità filosoficamente problematica del fantasma (l’essere/non essere, la presenza/assenza) per riflettere sulla misteriosa resistenza delle idee marxiste dopo la morte del comunismo.

Il concetto di hauntology ha avuto un enorme successo nel mondo accademico, dove era utilizzato come quadro teorico per conferenze e saggi sulla memoria e sulle rovine. Ma è stata anche trasformata in una parola d’ordine nel mondo dell’arte: nel primo decennio del 2000 sono state in voga opere basate su archivi, sulla memoria storica, sui futuri perduti e decaduti.

“This strand of “ghostified” music doesn’t quite constitute a genre, a scene, or even a network. But it is an entity, nebulous and as yet nameless. “Hauntology”, my early nomination for genre handle, is tad clunky and carries a heap of post-structuralist baggage (it’s Derrida’s pun on ontology, part of his attempt to track the undercurrent of “spectrality” in Western thought, especially Marxism). “Spectral music” is already taken, referring to a very particular form of avant-classical composition. “Memoradelia”, as proposed by critic Patrick McNally, is just a little too neutral, lacking the spook factor. And “eldritchronica” (another of mine), while cute and accurate (most of these operators have roots in Nineties electronic dance: early UK techno, IDM, trip hop) is just a bit of a mouthful. So perhaps it’s better that this remains a genre-without-name: more of a flavour or atmosphere than a style with boundaries. Perhaps this whatever-it-is ought to elude our grasp, like mist or mirage. ”

http://reynoldsretro.blogspot.com/2012/05/

E anche certe nicchie musicali, in particolare il dub step, hanno attinto idee e panorami mentali da queste idee. Il particolare il glaciale futuro prossimo evocato dalle atmosfere create da Burial, ben documentato e analizzato da Mark Fischer nel suo libro “Spettri della mia vita”.

Straordinario mitografo, Burial si è dimostrato essere un poeta sonoro capace di articolare il malessere esistenziale, le malinconie e le afflizioni e di un luogo, la Londra ferita, popolata dalle vittime dell’ecstasy, dal nichilismo emergente dopo la sbornia felice degli anni dei rave e della crisi economica causata dal crollo dei mutui sub prime. E la musica contemporanea? La grande assente. Per anni ho cercato tracce di hauntology nei lavori creati dai compositori di matrice accademica, ma niente.

Ora, finalmente, un segno di vita. L’apparizione di una connessione tra la sottocultura della musica contemporanea per chitarra, che amo chiamare “conceptual guitar” e le sottoculture derivanti dalla musica popolare. C’è voluto tempo, ma un messaggio è stato raccolto. Il 25 settembre 2020 è uscito per l’etichetta indipendente New Focus Recordings il cd del compositore Brendon Randall-Myers, il titolo è già un manifesto “Dynamics of Vanishing Corps”. Opera realizzata grazie a una residence sponsorizzata dalla Jerome Foundation alla Roulette Intermedium di Brooklyn, la composizione, che si articola in cinque parti, è stata presentata per la prima volta al Roulette Intermedium nel 2017

ed è stato successivamente eseguita dal quartetto di chitarre elettriche Dither al Bang on a Can’s LOUD Weekend e a The Stone NYC nel 2019.

Dither performing Brendon Randall-Myers’s “Dynamics of Vanishing Bodies” at New Music New College on April 21, 2018 in the Mildred Sainer Pavilion of New College of Florida.

L’album è stato registrato al Greenpoint Recording Collective di Brooklyn e mixato dal due volte candidato ai Grammy Mike Mike Tierney. Sul sito delle New Focus Recordings troverete questo testo di presentazione “At the root of Randall-Myers’ piece lies a palpable sense of ‘absence as a felt presence’; of the pain felt facing a void when a loved one has gone. The loss of his grandfather ignited this haunting sense of absence, as did lengthy periods apart from his wife (then based in Beijing while on a winding path to a Green Card). Randall-Myers describes the space around him as having been both empty and ‘full of memories’. “I was in our apartment surrounded by our stuff and communicating digitally with her, but with no idea when I’d be able to be with her in that space again.” This separation directly informed the emotional intensity of dynamics of vanishing bodies, formulating as it does delayed reflections of itself; organised within its five-movement structure as “event” followed by “ghost of event”. Vi ricorda qualche cosa? Ascoltate:

Se Burial è un mago del sampling, riuscendo a generare delle sensazioni forti e livide usando unicamente voci campionate, break-beats spezzati ed effetti sonori da musique concrete, allora Brendon Randall-Myers è un genio nell’utilizzare in forma analoga le possibilità offerte dal virtuosismo del quartetto Dither. Le chitarre diventano sampling e micro-beats. Il ronzio degli amplificatori, i feedback che omaggiano i volumi di Glenn Branca e le manipolazioni delle pedaliere sostituiscono gli spazi dub, le voci diafane e il crepitio elettrostatico degli album di Burial e se la forza del concetto di Derrida sta nell’idea di essere ossessionati da eventi che non sono mai realmente accaduti, da futuri che non si sono mai realizzati e che fluttuano nel subconscio delle nostre società come spettri insoddisfatti, allora “Dynamics of Vanishing Bodies” è la versione “conceptual guitar” delle connessioni create da Mark Fisher e Simon Reynolds. Questo senso di disgiunzione temporale può essere apprezzato ancora di più attraverso i video:

Potrei ascoltare Auras milioni di volte, perdendomi nel ritmo spezzato, nel cortocircuito elettrico, nel gocciolio metallico generato dalle chitarre infestate e accordate in venti modi diversi. Infinite grazie. Che disco incredibile.

Bibliografia:

Mark Fischer, Spettri della mia vita, Minimum Fax, 2019

Simon Reynolds, Retromania, ISBN Edizioni, 2011