Le visioni matematiche di Stephan Thelen in “World Dialogue” e “Fractal Guitar 2” su #neuguitars #blog

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Stephan Thelen è un musicista e un compositore interessante. Ha le sue idee. Ha una sua personale visione, e la porta avanti con tranquilla dedizione. Mi aveva decisamente colpito con il suo “Fractal Guitar” del 2019 e quest’anno è tornato con l’evoluzione del medesimo progetto. “Fractal Guitar 2”. squadra vincente non si cambia e quindi anche in questo secondo capitolo delle chitarre tradotte in matematica troviamo personaggi favolosi come David Torn, Henry Kaiser, Markus Reuter, Jon Durant, Bill Walker, Chris Muir, Stefan Huth…

Questo non è un album, questo è un all star della chitarra alternativa, una reunion di professionisti eccellenti. Il rischio? Non saperli gestire, fermarsi alla superficie, all’abilità tecnica individuale, non sfruttarne tutto il potenziale. Un rischio non scontato nel genere musicale praticato da Thelen, un’auto compiacimento estetico tipico del genere progressive-ambient che ha spesso prodotto risultati banali e stucchevoli. Perchè “Fractal Guitar 2” non corre questo rischio? I motivi sono diversi. Prima di tutto perché, come vi dicevo, Stephan Thelen ha le sue idee e le esprime con granitica coerenza. Tutto l’album mostra una complessa e articolata struttura, una delicata architettura, tanto sottile e elegante da sembrare inesistente, elegante e invisibile. Potrei definire “Fractal Guitar 2” come un elegante, levigato elemento di design post-progressive da camera, dove in ogni brano Thelen utilizza i chitarristi più indicati per ottenere l’effetto che lui desidera. Thelen è anche un abile improvvisatore e mi piace questo suo modo efficace e complesso di gestire degli improvvisatori come David Torn e Henry Kaiser all’interno delle proprie strutture compositive. Mi domando se anche questo sia una soluzione recuperata dalle strutture matematiche dei frattali o un modo per introdurre un elemento di novità e di imprevedibilità all’interno di una costruzione compositiva già definita, un esempio di un compositore che accetta un ‘intervento esterno al fine di fornire un elemento rivitalizzante alle proprie condizioni.

Mi sono posto la stessa domanda per l’album “World Dialogue” uscito nel 2020 per la RareNoise Records. L’ho voluto comprare anche se qui non erano presenti le chitarre per meglio farmi un’idea sul Stephan Thelen compositore. “World Dialogue” è un disco diverso, la sua mano compositiva qui è più evidente e la struttura di forma minimalistica. Qui la razionalità matematica del compositore si pone al servizio di due quartetti d’archi e che musicisti! I Kronos Quartet e Al Pari Quartet! Qui ho potuto avvertire un’altra qualità di Thelen: la sua capacità di trasportare l’ascoltatore sul piano emotivo, giocando tra sensazioni estatiche e ansiogene. Avevo dato per scontato questa caratteristica nell’ascolto di “Fractal Guitar 2”, ma in “World Dialogue”, forse a causa della mancanza di un elemento, le chitarre, per me molto emotivo, emerge in maniera netta e caratteristica. Due dischi bellissimi. Due ulteriori conferme di come la musica può assumere qualità immersive. Lasciatevi trasportare, la matematica non è mai stata così affascinante.