Echi e fantasmi semiotici. JAR’A di Paolo Angeli su #neuguitars #blog

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Paolo Angeli :: Official Site

JAR’A | Paolo Angeli, special guest: Omar Bandinu (Tenores di Bitti ‘Mialinu Pira’) | Paolo Angeli (bandcamp.com)

Il covid non ferma Paolo Angeli. Non ferma la sua vitalità, la sua creatività, la sua voglia di giocare e esplorare. Anche quest’anno ha prodotto un nuovo disco, JAR’A, un album concettuale, ricco di pieghe, dall’architettura quasi barocca. Quando ho iniziato ad ascoltarlo ho preso in mano, quasi per caso, un suo libro, “Canto in Re” del 2006, un libro dedicato all’esplorazione della musica tradizionale sarda, accompagnato da un ricco box di incisioni storiche di 4 cd. Il libro porta una dedica “…un tuffo nel passato prossimo con…emozioni remote!” Ed è stato lì che ho capito “JARA”, che credo di aver capito un disco realizzato 15 anni dopo questo libro.

Paolo Angeli ha sempre saputo adattarsi a un equilibrio complicato: da un lato esprimere un forte desiderio di innovazione e di modernità, dall’altro mantenere vive e salde le radici con la propria terra di origine. Un gioco d’equilibrio sul quale ha saputo creare una carriera musicale portata avanti sempre ad alti livelli e che gli ha permesso di affermarsi come un artista creativo e originale. Tutti i suoi dischi, le sue musiche, il suo stesso pensiero creativo si basano su questo dualismo, che ha sempre saputo gestire in maniera efficace. Da questo punto di vista Angeli non è un artista rivoluzionario. Un rivoluzionario punta alla cancellazione del passato, alla liberazione dal peso del passato per mettere la modernità al suo posto. Angeli è un mediatore, un traghettatore. Un ibridatore di suoni e narrazioni. JAR’A rappresenta l’ultimo tassello di un mosaico in continua ricomposizione e movimento. E’ un album complesso, stratificato, invaso da echi e fantasmi, in cui l’accumulo di informazioni raggiunge la densità di un buco nero. Non ci sono overdubs e questo lo rende leggermente inquietante: quante narrazioni è in grado di portare avanti contemporaneamente, su piani diversi, allo stesso tempo e nello stesso luogo, quest’uomo? Quanti layer riesce a sovrapporre senza perdere di vista la trama del tessuto delle storie sta raccontando? Sentire echi e fantasmi semiotici è già una stranezza, ma se ti piacciono è ancora peggio. E se addirittura li trovi rassicuranti è la fine. Un punto di non ritorno. Un punto che Paolo Angeli continua a spostare sempre più avanti ogni volta che aggiunge una nuova narrazione al suo percorso artistico. JAR’A non è un insieme di canzoni, ma un suite che rappresenta code di sogni passati che si aprono uno squarcio nel presente e ci portano avanti, verso una nuova tradizione e traduzione di ciò che facciamo oggi e saremo domani.

Una piccola nota. Mentre queste note escono sul blog, riprende finalmente vita “Canto in Re”, il cofanetto di 4 dischi curati dal musicista Paolo Angeli dedicati al mondo del canto tradizionale “a Chitarra” della Sardegna e contenenti importantissime registrazioni storiche (dalla fine degli anni ’20 agli anni ’30) legate alle produzioni a 78 giri di Desole, Cossu, Porqueddu, De Lunas e Punzirudu e al grande lavoro fatto dall’etichetta Nuraghe e dall’ Archivio Mario Cervo Olbia con i grandi interpreti galluresi Mario Scanu e Ciccheddu Mannoni (anni ’60). Attraverso la collaborazione tra ISRE Musica con l’importante distributore discografico digitale Believe, dal mese di giugno 2021 i dischi prodotti dall’ ISRE Istituto Superiore Regionale Etnografico nel 2005 sono nuovamente disponibili nel loro formato digitale, in oltre 240 paesi del mondo.

Potete ascoltare Canto in Re qui: Canto in re by Various Artists (backl.ink)