
Ontologia, improvvisazione, costruzione, deliberata ostinazione in “Morning/mourning” (Cacophonous Revival Recordings) di Jessica Ackerley su #neuguitars #blog
Scrive Jessica Ackerley nel suo sito web Jessica Ackerley (tumblr.com) a proposito dei propri intenti e obiettivi come artista:
“As a guitarist and musician, I strive to achieve an auditory dialogue between the bounds of sound quantifying music and its navigation through an emotive landscape of one’s personal experience. I pursue concepts of transcendence above convention, inward contemplation of outer experience, and the struggle of defining one’s authentic-self by disarming projected roles of patriarchal society. By exploring these spheres, I continually develop a hybrid musical language with my instrument; drawing on the influences of Black American Music and avant-garde improvisers, as well as the culture of the thriving New York City rock and noise scenes. This language is expressed across intuitive and designful musical situations, either as a collaborator or soloist. Through the guitar, I continually explore the degrees of separation between natural sound and treated amplification, as well as acoustical noise and conventional melody. Through performance, I attempt to create musical structure between intuition and preconception; engaging listeners through the dualism of spontaneity and composition with each unique encounter I present them.”
Suona come un manifesto in miniatura. Come una dichiarazione di intenti programmatica, che anticipa un piano artistico ben preciso, di lunga durata. Un desiderio che ben si incontra con questo album “Morning/mourning”, interamente dedicato a un dialogo musicale tra i limiti della musica, che si quantifica come puro suono e alla navigazione all’interno di un paesaggio emotivo della sua personale esperienza artistica. Un CD solista di free improvvisazione in solo, generato nella propria intimità non è una cosa insolita. E’ un desiderio ricorrente nell’ambito della libera improvvisazione ed esprime la volontà di rappresentare un’essenza rarefatta, che riguarda l’interazione tra la parte conscia e inconscia della mente del musicista. “Morning/mourning è chiaramente destinato all’ascolto ripetuto e a una valutazione critica e attenta. Esprime molto della volontà dell’artista, della contemplazione interiore della propria esperienza esterna e interna e della lotta personale per definire il proprio sé autentico, disarmando i ruoli previsti dalla società che la circonda. La Ackerley sviluppa in 9 tracce un linguaggio musicale ibrido con il proprio strumento; attingendo alle influenze della musica nera americana e degli improvvisatori d’avanguardia, scegliendo di esplorare la semplice catena strumento/amplificatore, senza filtri, pedali o effetti di genere. Una scelta coraggiosa che mette a nudo un linguaggio personale fatto di esplorazione tra suono naturale e amplificazione trattata, tra rumore acustico e melodia convenzionale, tra intuizione e preconcetto, tra spontaneità e composizione. Uno dei migliori album di questo triste e affannoso 2021. Jessica Ackerley è uno dei nomi da seguire nei prossimi anni. Raccomandatissimo. Lei è fantastica.
