Sound Tracks: Vinyl Box Set – Jimmy Page
Sound Tracks: CD Box Set – Jimmy Page
Che ne sarebbe stato dei Led Zeppelin se John Bonham non fosse morto? Che strade avrebbero preso dopo Presence (1976) e In Through The Out Door (1979)? Non credo che quattro musicisti dotati di quel talento e professionalità se ne sarebbero stati con le mani in mano a crogiolarsi del successo raggiunto. Ipotizzo un sterzata verso il funk, che all’epoca si stava facendo strada e stava raccogliendo consensi o, forse, verso forme un po’ più sperimentali. Chi lo sa? Sarebbero stati capaci di continuare ad evolversi e a produrre ottima musica? Domande estive da appassionato in ozio. Perché è vero che nei Led Zeppelin albergavano diverse anime e che le loro musiche erano il risultato di una mediazione incrociata tra esigenze diverse. Tra i quattro spiriti che componevano il gruppo ho sempre pensato che Page ne rappresentasse l’aspetto più sperimentale. A chiarirmi un po’ di più le idee ci aveva pensato il cofanetto Sound Tracks di Jimmy Page (io ho comprato quello con 4 cd) uscito nel 2015 e venduto direttamente dal sito ufficiale di Page. Sebbene sia nelle mie mani da diversi anni ho impiegato un po’ di tempo per elaborare dei contenuti da pubblicare qui nel blog.
Sound Tracks raccoglie le due colonne sonore composte da Jimmy Page nel 1973 e nel 1981. La prima, Lucifer Rising, sarebbe dovuta essere il commento sonoro all’omonimo film del regista Kenneth Anger, studioso e appassionato, come Page, di Aleister Crowley. Per una serie di ragioni e incomprensioni la cosa non andò mai in porto ed è questa la prima volta che questa colonna sonora viene pubblicata ufficialmente. In passato fu oggetto di pubblicazioni semilegali e di bootleg.
La seconda invece uscì per l’etichetta Swan Song nel 1982 e in America raggiunse la 50esima posizione in classifica, risultato non indifferente per una colonna sonora di un film non esattamente eccezionale. Si sa, Page ha sempre amato il lavoro in studio, e forse la possibilità di lavorare a delle colonne sonore gli ha dato modo di esprimere in modo più libero e non convenzionale delle idee che stavano maturando da tempo.
Personalmente ritengo che il cofanetto sia un oggetto bellissimo e fondamentale per ogni fan dei Led Zeppelin. E’ stato realizzato in modo superlativo, con una grafica e un design eccellenti. Il contenuto musicale non è da meno e mostra un Page più libero di sperimentare e a suo agio anche con strumentazioni per lui inaspettate.
Cosa che si può apprezzare immediatamente con la colonna sonora di Lucifer Rising, lavoro decisamente sperimentale, in cui vengono rapidamente a mancare le coordinate geografiche degli Zeppelin. Ma diamoci un’occhiata un po’ più da vicino.
Il primo disco “Lucifer Rising” è davvero interessante. Uscito lo stesso anno di “Houses of the Holy”, se ne distacca radicalmente a parte certe tendenze orientaleggianti. Le musiche non sono espresse in forma canzone, ma come un insieme elaborato di texture incrociate tra loro, tese ad evocare auree di misticismo. Trentuno minuti e cinquantasette secondi di pura sperimentazione, un album che oggi stesso suonerebbe innovativo, curioso e provocatorio e che risulta esserlo ancora di più visto che è stato realizzato nel 1973. Un album che, se fosse stato pubblicato all’epoca, avrebbe fatto molto discutere e sarebbe rapidamente diventato un oggetto di culto, anticipando di molto molte tendenze hauntologiche e dark ambient che sarebbero arrivate tra qualche anno. Vertigini sonore, litanie, ghironde, sintetizzatori, percussioni, chitarre acustiche, theremin, chitarre suonate con archetti, spezzoni di violino. Il tutto molto dark, a tratti tenebroso, oscuro. Il tutto suonato da Jimmy Page, vero deus ex machina. All’epoca avrebbe sicuramente incrementato i pettegolezzi sull’interesse di Page per stregonerie e misticismi vari. Oggi suona un po’ datato, ma molto suggestivo. Anche il secondo cd, contenente materiale inedito conferma questa lettura della colonna sonora, ci sono diverse ripetizioni, si intuisce che qui il materiale è meno rifinito, ma si capisce quanto Page vi sia dedicato esplorando, cercando nuove soluzioni e possibilità al di fuori della musica che lo aveva già reso famoso.
Gli altri due cd sono dedicati alla colonna sonora di “Death Wish II”, film uscito in Italia col titolo “Il Giustiziere della Notte 2”, interpretato da Charles Bronson, lontano dai fasti dei film di Sergio Leone. Si tratta del classico film di violenza urbana: la figlia di un architetto viene rapita e violentata da alcuni malviventi, finisce per morire e il padre, Charles Bronson, inizia farsi giustizia da solo. Molto semplice, molto violento.

Tutto nasce per un rapporto di vicinato. Il regista, Michael Winner, abitava di fianco a Page, e ne chiese la collaborazione, in un momento difficile per Page, dopo la morte di Bonham.
Michale Winner: “I’d lived next door to Jimmy for many years. It was a very bad time for him – the drummer had died, and he was in a very inactive period. Peter Grant and I made arrangements for Jimmy to do the Death Wish II score, for which he wasn’t actually paid, because Grant wanted to restore Jimmy back to creativity. Jimmy rang the doorbell, and I thought if the wind blew he’d fall over. He saw the film, we spotted where the music was to go, and then he said to me “I’m going to my studio. I don’t want you anywhere near me, I’m going to do it all on my own.” My editing staff said this is bloody dangerous! Anyway, we gave him the film, we gave him the timings, and he did it all on his own. Everything hit the button totally! I’ve never seen a more professional score in my life.”
La colonna sonora di questo film è più convenzionale di quella per “Lucifer Rising”, gli elementi rock sono molto marcati, la forma canzone anche se poco cantata è presente ovunque e la musica rispecchia gli anni 80. Diversamente da Lucifer Rising qui trovano spazio orchestrazioni più articolate e dense, stile John Williams, di sperimentazione ce n’è poca, ma si intuisce la notevole abilità di Page come compositore e arrangiatore, al di fuori del mondo rock. Gli assoli di chitarra sono curatissimi, come il lavoro di registrazione in studio. Le tastiere di panna montata ci confermano che siamo proprio negli anni 80. Sorprende la presenza di un Roland Guitar Synth (molto bella la foto che lo riprende mentre lo suona), non lo strumento che ti aspetteresti da Page, che viene accompagnato da Dave Mattacks (batteria) e Dave Paton (basso elettrico). Molto bello anche il quarto cd, sempre di inediti. Anche qui si nota l’ottimo lavoro di rimasterizzazione svolto da Page.

Vale la pena di comprare questo cofanetto? Sì, se siete fan sfegatati dei Led Zeppelin e di Page e se, soprattutto, avete voglia di mettere in dubbio alcune vostre convinzioni a riguardo della vostra band preferita. E’ molto bello e la spesa, per chi ama i cd, non è eccessiva, vista la quantità e la qualità del materiale presente: le due colonne sonore registrate da Page in versione rimasterizzata, materiale bonus rilevante, libretto interno eccellente e confezione di elegante design. Si tratta comunque di materiale particolare e di non facilissimo ascolto, per me è stato un ottimo acquisto. Non ci resta che aspettare il film/documentario “Becoming Led Zeppelin”.