Free Form Suite, gli orizzonti si allargano per il free jazz giapponese su #neuguitars #blog

Free Form Suite, gli orizzonti si allargano per il free jazz giapponese su #neuguitars #blog

La discografia di Takayanagi è un corpus ermeticus in cui è difficile addentrarsi. La non conoscenza della lingua giapponese non aiuta di certo e le ristampe e nuove edizioni di registrazioni fino a poco tempo sconosciute alterano uno sviluppo temporale sequenziale. In più, se musicisti come Bailey e Rowe sono sempre rimasti strettamente connessi a uno stile musicale specifico, Takayanagi amava spaziare a lungo raggio, attraversando in modo sempre molto personale stili diversi. E, inoltre, amava cambiare i musicisti con cui suonare.

Il 9 e il 17 maggio 1971 il contrabbassista Kanai Hideto riunisce alcuni amici presso lo Aoi Studio, a Tokyo per registrare,come leader, un album dal titolo decisamente minimale “Q”. I musicisti coinvolti furono Allan Praskin, Kosuke Mine (Alto Saxophone), Tadayuki Harada (Baritone Saxophone), Motohiko Hino e Hiroshi Yamazaki (drums), Masamichi Suzuki(Trumpet), – Choyo Kanda (Xylophone), Hiroshi Koizumi (Flute), Masayuki Takayanagi (Guitar ) e lo stesso Hideto Kanai.

Kanai Hideto è stato uno dei veterani del free jazz giappone, formatosi nelle basi dell’esercito americano dopo la seconda guerra mondiale. Più tardi, negli anni ’60, passò dal mainstream al free e insieme a Masayuki Takayanagi fondò la Jazz Academy nel 1960, partecipando anche al album storico “Ginparis Session – June 26,1963”. Durante la sua carriera, durata mezzo secolo, Hideto registrò solo quattro album come leader, tutti per l’etichetta indipendente Three Blind Mice. I brani di apertura e la chiusura dell’album (le due composizioni più lunghe dell’album) sono opera di due compositori classici giapponesi contemporanei Shuko Mizuno e Hiroshi Nanatsuya, creati appositamente per questo disco. Takayagi Masayuki, in particolare, “interpreta” il brano di Nanatsuya “Meditation”, presentandosi con una nuova formazione dei New Direction, in trio con un nuovo batterista Hiroshi Yamazaki e Hiroshi Kazumi al flauto. Hiroshi Kazumi, nato a Kure, Hiroshima nel 1944, è un flautista classico giapponese, meglio conosciuto per il suo lavoro con compositori contemporanei. Ha fondato e guidato il gruppo Sound Space “Ark” dal 1972 fino al suo scioglimento nel 1990. Hiroshi Yamazaki, nato a Tokyo nel 1940, ha suonato sotto diversi nomi nel corso della sua carriera. Ha iniziato come batterista jazz dal 1959, esibendosi con Hampton Hawes e altri veterani del jazz. Dalla fine degli anni ’60 fino agli anni ’80, è stato fortemente coinvolto nel lavoro di Masayuki Takayanagi. Altre collaborazioni degne di nota includono l’album DUO con l’influente sassofonista giapponese Kaoru Abe, insieme a numerose performance che vanno dal jazz ortodosso all’improvvisazione libera. Negli ultimi anni si è esibito regolarmente con Otomo Yoshihide.

La nuova formazione non deve dispiacere al leader Takayanagi. Li ritroviamo a suonare assieme al Nihon Genyasai festival a Sanritsuka, Chiba dal 14 al 16 agosto 1971. Esibizioni ben documentate dal sontuoso cofanetto “1971 幻野 幻の野は現出したか ’71日本幻野祭 三里塚で祭れ”e dal cd, realizzato nel 2007, intitolato “Complete “La Grima”” che testimonia la loro esibizione del 14 agosto 1971.

Ma un cambio solo di formazione non basta. Pochi giorni dopo aver registrato l’album di Kanai Hideto, il 19 maggio 1971, Takayanagi entra in studio, sempre al Aoi Studio, per registrare un altro disco significativo per il free jazz giapponese “Free Form Suite”. Ad accompagnarlo ci sono Kenji Mori, (Clarinet, Flute, Soprano Saxophone, Alto Saxophone, Piccolo Flute, Recorder), e alla batteria Hiroshi Yamazaki e Joe Mizuki. Kenji Mori (nato nel 1942) è stato un versatile musicista il cui strumento principale era il sassofono contralto, ma ugualmente a suo agio con il sassofono tenore, diversi flauti, clarinetto e persino flauti dolci. È apparso in molti dischi dei Three Blind Mice come sideman, ma raramente come leader. Joe Mizuki, anche lui diverse volte sodale con Takayanagi, è mancato il 20 marzo 1997.

Per l’occasione la formazione cambia leggermente il suo nome, diventando New Direction for the Arts. L’album è un altro brillate esempio dell’eterogeneità musicale che caratterizza Takayanagi. Scrive Soejima Teruto nel suo libro “Free Jazz in Japan”:

“As he wrote three years later, “…the author (Takayanagi) had his long cherished dream come true as the trio with Yoshizawa Motoharu and Toyozumi Yoshisaburo continued to rehearse in preparation for the recording at Teichiku in September of 1969 of his first work as leader, Independence. At that time, and continuing to this day, the goal has been finding concrete expression for the stillness and motion inherent in a space, in ‘gradual projection’ and, later on, in ‘mass projection.’ By mixing and combining these two approaches, truly infinite possibilities opened up. From one individual conception new techniques of playing developed, new choices of various new powerful tools, discoveries, creativity….” (from the liner notes to Free Form Suite)”

Free Form Suite è composto da quattro brani: The Blues, You Don’t Know What Love Is e Sun In The East che occupano il primo lato dell’LP e Free Form Suite che si prende tutto il secondo. L’album inizia con un’atmosfera blues molto tradizionale che gradualmente muta in una forma più contemporanea, proseguendo il suo percorso in una raffinata versione alla Dolphy di “You Don’t Know what love is” di D. Raye, G. DePaul. “Sun In The East” spinge l’acceleratore del gruppo, con la doppia batteria e percussioni di Joe Mizuki e Hiroshi Yamazaki a marcare il ritmo, con Takayanagi a guidare l’ensemble e i fiati di Mori a volare sopra. Il live set si conclude con l’estesa “Free Form Suite”, un brano che è decisamente all’altezza del suo nome, che mostra una maturità sorprendente. Takayanagi sembra aver trovato un elegante e sofisticato equilibrio tra immobilità e movimento inerenti a uno spazio, tra “gradual projection” e “mass projection”. Un esempio di musica in continua evoluzione, di brillante creatività.