Emotività e riflessione nella musica di Jeff Platz su #neuguitars #blog

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Foto di Rob Miller.

Jeff Platz – Jeff Platz

Music | Jeff Platz (bandcamp.com)

“Some art aims directly at arousing the feelings; some art appeals to the feelings through the route of the intelligence. There is art that involves, that creates empathy. There is art that detaches, that provokes reflection. Great reflective art is not frigid. It can exalt the spectator, it can present images that appall, it can make him weep. But its emotional power is mediated. The pull toward emotional involvement is counterbalanced by elements in the work that promote distance, disinterestedness, impartiality. Emotional involvement is always, to a greater or lesser degree, postponed.”

Susan Sontag, Againts Interpretation and Other Essays, pag. 177

Leggo e rileggo le parole di Susan Sontag mentre ascolto la musica di Jeff Platz. C’è qualcosa che mi affascina nel testo della Sontag, dedicato al cinema di Robert Bresson, qualcosa che penso si adatti alla musica di Platz, chitarrista jazz d’avanguardia, operante tra i due poli creativi di Boston e New York. Platz è un musicista abile, tecnicamente e musicalmente ben preparato. La sua musica si muove tra i duplici aspetti segnati dalla Sontag: mi coinvolge, crea empatia e, allo stesso tempo, produce riflessione. Non si tratta solo di tecniche o di mezzi, ma di idee. New York continua ad essere uno dei poli attrattivi dell’avanguardia e della sperimentazione. Un luogo, un incubatoio culturale in cui continuamente poter rinascere e liberare tutte le proprie potenzialità espressive. Jeff Platz sembra aver fatto pienamente tesoro di questa situazione, specie all’interno dei gruppi e nelle tante collaborazioni evidenziati nel suo curriculum, sviluppando un lavoro come leader di progetti in proprio, aprendo a un mondo ancora più articolato, esplorando con straordinaria flessibilità un amplissimo raggio di progetti. Quattro sono i suoi album, che trovato nel mio archivio. Il primo, “Neu Cabal” è uscito nel 2016, album prodotto in quartetto con Daniel Carter (saxophones, clarinet,flute,trumpet,piano), Dmitry Ishenko (bass) e Dalius Naujokaitis (drums and percussion).

“Theory of Colors” esce a inizio 2019, con la presenza di Stephen Haynes cornet, Damon Smith bass, Matt Crane drums. Da notare le note di Joe Morris, che parlano di: “There is a lot of groove in this music, all of it expressed with great concern and artistry, but not only as a formal solution meant to solidify the music. Instead it is often used as a color or a setting that is open to the interpretation of the players. And they allow their vivid imaginations and skills to reconfigure the value or meaning of it. They do that with all the other elements in play. For instance, there are melodies, tonal centers, and interactive roles that are all dealt with creatively and never in a predictable way. There are sounds made with electronics and acoustic techniques that are upfront and also the background, in the lead or in support. The many different sub-groupings and solos always allow for something new to happen, so every improvised shift in orchestration signals a chance to change the content completely. In this regard, this recording plays like a suite, or a story told in sound, with all the depth and adventure it can muster.”

Anche “Pebbles & Pearls” esce nel 2019, ottimo lavoro condiviso con Dirk Marwedel (saxophone), Jörg Fischer (drums) e Georg Wolf (bass).

“With Orbit”, realizzato con Max Goldman (drums and percussion) e Brendan Carniaux (saxophone, clarinet) è invece uscito nel 2021.

Jeff Platz è un musicista che basa tutto sull’esecuzione, la sua musica rappresenta un continuo fluire, uno scorrere di idee che non si fissano mai in alcun modo e in alcuna parte. Le sue musiche suonano come un’orchestrazione, dove gli elementi improvvisati si saldano tra di loro con completa efficienza. Si sovrappongono, si sottraggono. L’interplay tra musicisti è sempre perfetto, molto rilassato, consapevole e fluido. Non ci sono spigoli e abrasioni, tutto avviene in un senso che suona perfettamente logico e organico. Platz mostra sempre un rispetto totale della Forma, anche quando suona in solo, come nell’ottimo “Yo como solo”, uscito nel 2020 e in “Singularities” del 2021.

Due album veramente notevoli, dove non c’è una sola nota fuori posto. Platz riesce sempre a mantenere un equilibrio perfetto tra intensità e moderazione, tra melodia e suono puro.

L’audio è curatissimo e permette di cogliere ogni sfumatura delle frequenze generate dalle corde e dagli effetti. Peccato solo non siano usciti in cd, perché li avrei comprati volentieri. E’ musica che induce a riflessioni, che funziona come uno stimolante sensoriale, e su cui bisogna tornare a più riprese, anche in tempi diversi. Jeff Platz non da nulla per scontato, dimostrando una notevole maturità artistica; la sua è una narrazione ricca, gestita con maestria e senso di misura: melodia e rumore, suono e spazio, composizione e improvvisazione, accelerazioni e pause, luci e ombre, tutto è gestito alla perfezione. Platz è un musicista da scoprire e approfondire. Raccomandatissimo.