Musica e Misticismo, Ritmo e Forma, le chitarre della Go:Organic Guitar Orchestra di Adam Rudolph “Resonant Bodies” su #neuguitars #blog #AdamRudolph

Musica e Misticismo, Ritmo e Forma, le chitarre della Go:Organic Guitar Orchestra di Adam Rudolph “Resonant Bodies” su #neuguitars #blog #AdamRudolph

http://www.metarecords.com/adam.html#anchorreviews

http://www.cuneiformrecords.com/bandshtml/rudolph.html

Go: Organic Orchestra (metarecords.com)

Adam Rudolph: conduction, composition, arrangements, handrumset (#9); Liberty Ellman: electric guitar; Nels Cline: electric guitar; Miles Okazaki: electric guitar; David Gilmore: electric guitar; Kenny Wessel: electric guitar; Joel Harrison: electric guitar, national steel guitar; Marco Cappelli: acoustic guitar; Jerome Harris: electric guitar, bass guitar, lap steel guitar; Damon Banks: bass guitar.

Mysticism Knowledge is freedom and the study of elements in sound is a path. Mysticism reaches beyond religion into creativity, which belongs to every human being. For the artist, mysticism is an attitude whose imperatives are the willingness to cultivate imagination and the courage to express what is discovered. For the creative musician, it also means research into the science of sound, which is the chemistry of the universe. Mystics and physicists alike know that all earthly creation is in fact star stuff, sub-atomic particles vibrating at various rates. Music speaks to us and transforms us through the medium and essence of what we ourselves are: vibration. The musical artist’s invisible alchemy is to arrange these overtones as they move through time. Throughout the ages this art has been intimately intertwined with the mystic’s path.”

Adam Rudolph, Arcana V, pag. 327

Borges affermava che alla musica era permesso di creare un orbe proprio di suoni e che le metafore comuni sono le migliori, perché sono le uniche vere. E se la musica offre all’iconoclasta la possibilità di rispettare il biblico divieto, condiviso dall’Islam, di forgiare con mani umani immagini di nuovi idoli, le rivoluzioni estetiche propongono alla gente la tentazione dell’irresponsabile e del facile. La musica non è meno immediata del mondo stesso, ma senza un mondo, senza un tesoro comune di memorie evocabili attraverso il linguaggio, non ci sarebbe certamente l’arte. Ma la musica prescinde dal mondo perché ne può generare molti, tutti diversi tra loro.

Music is a reflection of the heart’s evolution. It speaks to the inner being since it is itself of the inner being. Listening with the heart asks for a quiet-ing of the mind which judges, filters, and compartmentalizes. It beckons us to lift out of temporal limitations, to open up to the deepest sentiment of our own being and allow our very essence to be touched. Communication through this invisible alchemy called music invites us to reach into ourselves, to seek to know ourselves and to fearlessly express that which we discover. It is a way of coming to know who we are as we exist in the universe and the universe that exists within us. Music is the language of the heart and it is a path to awakening. For those who are aware of the mysticism of sound, music is a profound means by which we share our most intimate and deep desire for universal consciousness.”

Adam Rudolph, Arcana V, pag. 335

Ho conosciuto Adam Rudolph a Venezia nel marzo del 2016, grazie a Marco Cappelli. Confesso di rimpiangere ancora di non essere potuto andare al loro concerto, quella sera. Così come confesso che prima del nostro piacevole e conviviale incontro non avevo ancora avuto la possibilità di conoscere la sua musica e soprattutto il suo ricco e originale pensiero musicale. Eccellente percussionista Adam Rudolph ha saputo incorporare nel suo stile di matrice jazzistica elementi di altre culture (balinese, ghanese, cubana, haitiana, hindustani, marocchina) su cui successivamente ha costruito le proprie composizioni/improvvisazioni, affidate principalmente alla GO:Organic Orchestra, ensemble con cui dal 2001 ha costantemente esplorato questi territori, con organici variabili sia nel numero complessivo dei musicisti che nella strumentazione. Altro interessantissimo punto di riferimento sono le chitarre della Go: Organic Guitar Orchestra, anch’essa di organico variabile che vede, tra gli altri, la partecipazione di nomi illustri come Nels Cline, Rez Abbasi, Joel Harrison, Jerome Harris, David Gilmore e Marco Cappelli.

Il primo cd della Go:Organic Orchestra, “Turning into the Light” è uscito nel 2015, per la Cuneiform Records. Album eccellente, intriso di misticismo e di moti stellari, registrato, non a caso, il giorno del solstizio d’inverno del 2014. I vari brani costituivano in pratica una suite in più movimenti dedicata al sole, aperta da un saluto collettivo su una nota tenuta a lungo a imitazione dell’OM primordiale, e proseguita con una serie di episodi in cui tutti gli undici chitarristi avevano modo di mettersi in evidenza a turno, sia come solisti che nel collettivo, alternando parti scritte a parti improvvisate, condotte da Rudolph.

Il 3 dicembre 2021 è arrivato finalmente il seguito, “Resonant Bodies”. Le registrazioni di questo cd, in realtà, risalgono al 23 dicembre 2015, un’era geologica nel nostro mondo accelerato, ma non suonano come datate. Penso che una delle caratteristiche della musica di Rudolph sia un marcato senso atemporale: non riesco a confinarla in un determinato periodo. Il suo particolare approccio sembra basarsi su elaborate sovrapposizioni verticali di frasi musicali, integrate da cicli ritmici complessi, in cui i nove chitarristi dell’orchestra riescono comunque a trovare spazio per le loro intuizioni solistiche. La varietà timbrica è assicurata, oltre che dall’utilizzo degli effetti, dalla tipologia degli strumenti (accanto alle predominanti chitarre elettriche troviamo chitarre basso, chitarra acustica e steel guitars), e dalle differenze stilistiche e dal personale approccio allo strumento che ognuno dei musicisti porta con se. I titoli delle tracce sono i nomi delle stelle dell’ammasso Cygnus. Se la sua musica di “Resonant Bodies”sembra un caos ordinato è perché il caos si basa sulle asimmetrie, sui contrasti, sulle digressioni, ma senza mai esercitarvi un pieno controllo. Il risultato è un caleidoscopico susseguirsi di frasi e momenti musicali che sviscerano le possibilità espressive dello strumento nelle sue varie combinazioni, senza mai sfociare nella confuzione anche nei momenti più free, ma mantenendo linearità e coerenza continue lungo tutto lo sviluppo della suite. Amore per il misticismo, per la cosmologia e per la metafisica sembrano essere i caratteri dominanti della musica di Adam Rudolph, dove lo spazio e, forse, anche il tempo sono due forme universali di intuizione e non due forme casuali. Se tradurre lo spirito è un’intenzione tanto enorme e tanto fantastica, che può essere ritenuta inoffensiva e innocente, allora Adam Rudolph esprime un’avanguardia capace di ammaliare e stupire. I suoi metodi e i suoi modi improvvisati sono riusciti a far suonare le chitarre come se non lo fossero, e c’è sicuramente qualcosa di nuovo nella sua musica che vale la pena esplorare.

“Resonant Bodies” vi colpirà, non lasciatevi distrarre dal suo apparente disordine verticale, nella sua ordinata confusione, che avvolge ben nove chitarristi, scoprirete una complessità e una passione affascinanti.