Il corpo elettrico postmoderno: Trash TV Trance di Fausto Romitelli su #neuguitars #blog #FaustoRomitelli
I sing the body electric,
The armies of those I love engirth me and I engirth them, They will not let me off till I go with them, respond to them, And discorrupt them, and charge them full with the charge of the soul.
Was it doubted that those who corrupt their own bodies conceal themselves?
And if those who defile the living are as bad as they who defile the dead?
And if the body does not do fully as much as the soul?
And if the body were not the soul, what is the soul?
Walt Whitman, Leaves of Grass
Fausto Romitelli è stato un compositore contemporaneo italiano, uno dei più eseguiti e apprezzati. Allievo di Umberto Rotondi, si è diplomato presso il conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, studiando successivamente presso l’Accademia Chigiana di Siena e presso la Civica Scuola di Musica di Milano con Franco Donatoni. Dal 1993 al 1995 ha collaborato con l’Ircam di Parigi come ‘compositeur en recherche’, studiando tra gli altri con Gérard Grisey. Ha vinto numerosi premi, tra cui il Premio Franco Abbiati della Critica Musicale Italiana per l’opera An Index of Metals. Ha fatto propria la lezione degli spettralisti francesi per poi riuscire a sintetizzare una ricerca personale basata su un uso intensivo delle contaminazioni più varie. Autore di una poetica rigorosa e ricca di spunti personali, Romitelli è riuscito a definire un suono lontano anni luce dalla musica classica tradizionale, in grado di attingere e di fondere assieme sia il rock dei Led Zeppelin e dei Pink Floyd, sia i predecessori colti della musica occidentale d’avanguardia, il tutto senza la minima traccia di quel accademismo stantio e logoro. La sua musica, caratterizzata da un’intensa energia emotiva e da una notevole forza archetipica, ha sempre mostrato una naturale attrazione verso l’uso di una chitarra elettrica distorta, acida, psichedelica, al punto di servirsene sia in numerosi lavori per ensemble: Acid Dreamns & Spanish Queens(1994), Dead City Radio (2004), An Index of Metals (2003), Professor Bad Trip (1998-2000) sia per l’opera solista Trash TV Trance (2002), senza dubbio la composizione più eseguita, insieme l’Electric Counterpoint di Steve Reich, del repertorio elettrico.
“We shook together the bits and pieces, parts and samples, textures and tastes, humors and distillations that would move her compass needle north to cool us, south to warm and comfort us, east and west to travel round the endless world, glide her eyes to know us, mouth to sing us asleep by night, hands to touch us awake at dawn.”
Ray Bradbury, I sing the Body Electric!
Sergio Sorrentino scrive, nel suo ottimo libro “La Chitarra Elettrica nella musica da concerto”, come la presenza della chitarra elettrica nella musica di Romitelli non sia semplicemente da ascrivere a un bisogno timbrico. Romitelli non è un compositore che aspira alle sonorità progressive. La chitarra elettrica è il rock per antonomasia, il simbolo iconico della distruzione di tutto ciò che è costrizione, miopia, rigidità convenzionale. Il rifiuto dello statico accademismo da Conservatorio legato al passato. Così risponde Romitelli nel suo scritto “IL COMPOSITORE COME VIRUS”, vera summa del suo pensiero teorico: “L’avanguardia musicale del dopoguerra ha fatto tabula rasa del passato ed elaborato nuove categorie di pensiero; dallo strutturalismo post-weberniano fino alla musica spettrale, le generazioni che ci hanno preceduto sono state assillate dal «desiderio esasperato di riorganizzazione totale, su nuove basi, del linguaggio musicale» (Gentilucci). La nostra generazione, invece, non ha inventato nuovi sistemi linguistici ma ha cercato di ritrovare un’efficacia percettiva ed un nuovo, forte impatto comunicativo. L’eredità dell’avanguardia è stata passata al setaccio e, per alcuni aspetti, integrata nel nostro lavoro, rifiutata per altri: alcuni principi di scrittura sono divenuti patrimonio delle nuove generazioni, altri sono stati abbandonati. La griglia di selezione non è stata ideologica ma musicale: sono crollati i dogmi sulla «purezza» e neutralità del materiale musicale, indispensabili in un’ottica combinatoria, in una mitologia dell’astrazione e del formalismo.”
Il brano è stato dedicato al chitarrista belga Tom Pauwels, pioniere della musica d’avanguardia per chitarra elettrica, che in seguito alla prematura scomparsa di Romitelli, redasse la prefazione all’edizione Ricordi del brano, illustrando in maniera esaustiva tutte le sfaccettature tecniche e stilistiche della composizione. Trash TV Trance è un assoluto capolavoro tecnico, visionario e sonoro, dove l’interprete è chiamato a padroneggiare una complessa e estesa varietà di tecniche strumentali: l’uso di oggetti inusuali, la coordinazione di gesti meccanici complessi, un abuso indiscriminato di effetti a pedale.
So, more than a substance, plastic is the very idea of its infinite transformation; as its everyday name indicates, it is ubiquity made visible. And it is this, in fact, which makes it a miraculous substance: a miracle is always a sudden transformation of nature. Plastic remains impregnated throughout with this wonder: it is less a thing than the trace of a movement.
Roland Barthes, Mythologies
Per dirla alla William Gibson, Trash TV Trance sembra essere il perfetto caso postmoderno di cambiamento culturale introdotto dalla tecnologia. Emergent technology is, by its very nature, out of control, and leads to unpredictable outcomes. Scriveva Gibson in “DISTRUST THAT PARTICULAR FLAVOR”. Romitelli riteneva che “rispetto ai nostri predecessori, i compositori della mia generazione si devono confrontare a differenti ordini di problemi, in particolare: 1) l’impatto delle tecnologie; 2) l’impatto del «panorama mediatico» e delle nuove strategie di «comunicazione»; 3) l’influenza della musiche di area popolare (pop, rock, techno, etnica, ecc.); 4) la sopravvivenza all’estrema periferia dell’impero culturale.” Romitelli era ben conscio di come le nuove tecnologie potessero sconvolgere le basi del pensiero musicale, ma credo le vedesse da un punto di vista tecnico, non sociale, come il punto di arrivo di un lungo processo verso il controllo assoluto del suono e l’emancipazione del rumore: “le tecnologie non hanno generato un nuovo linguaggio, ma hanno suggerito ai compositori nuove interpretazioni di uno stesso principio: comporre «il suono» anziché «con il suono». Il problema principale è quello di rendere personale l’uso delle macchine, funzionale cioè alle proprie necessità creative, affinché esse non divengano un ulteriore strumento d’omologazione imponendo sonorità e trattamenti standardizzati.”
Da questo punto di vista Trash TV Trance rappresenta una rappresentazione delle possibilità tecniche e timbriche messe a disposizione dalla chitarra elettrica, che assume il ruolo di nuovo paradigma funzionale. Il simbolo di una nuova poetica della rottura, dell’energia e della psichedelia, la nascita di un nuovo modo di pensare la musica, in grado di esporre l’ascoltatore a nuovi scenari mai ascoltati prima. “Prendiamo ad esempio il caso di Jimi Hendrix: nella sua musica ascoltiamo una modulazione dello spessore, della grana, dello spazio sonoro, realizzata in maniera del tutto intuitiva e tuttavia molto fine, inventiva, energica. Tutto ciò non poteva non interessarmi, considerato quanto tenga alla filiazione Debussy-Ligeti-Grisey, cioè all’idea di comporre il suono, piuttosto che comporre con i suoni.”
Romitelli sembra essere il figlio delle neoavanguardie, di un’arte postmoderna che si lascia garantire non dal prodotto, ma dalla processualità; dall’evento artistico che l’artista riesce ad innescare con il proprio processo creativo, ma senza che la sua identità produttiva sia capace di dargli il riconoscimento sociale, che gli deriva, al contrario, dal collegamento con un’ideologia politica, che sembra essere cosa lontana dal pensiero del compositore. La grande crisi degli anni Settanta, che sembra replicarsi nei giorni che stiamo vivendo, toccò non solo i campi dell’economia, ma anche quelli dei modelli, dei valori e delle motivazioni che avevano portato gli artisti delle neoavanguardie a produrre linguaggi sperimentali. Le situazioni che determinarono questa crisi si identificarono nel crollo dell’ideologia marxista, la messa in discussione della psicoanalisi, la relatività delle scienze umane. Una sorta di catastrofe epistemologica, che toccò alcuni campi del sapere su cui l’avanguardia si muoveva.
La crisi del marxismo, che si scoprì essere una scienza esatta per quanto riguarda le analisi del capitalismo, ma molto inesatta per quanto riguarda le prospettive che proponeva per superarlo, un impasse da cui, anni più tardi, non sembrò aver trovato scampo lo stesso Mark Fisher. Venne così messo in discussione sia l’ottimismo produttivo delle economie a capitalismo avanzato, ma il fiducioso sperimentalismo delle avanguardie, alla fede che sia l’arte che la civiltà occidentale nutrivano per la possibilità di svilupparsi verso nuove condizioni. Romitelli sembra aver superato questo livello di crisi proprio con Trash TV Trance, aggrappandosi a un valore fondamentale della cultura delle avanguardie: la progettualità. Trash TV Trance sembra muoversi oltre l’orizzonte di una cultura logocentrica, che trova il suo sistema di appoggio sulla razionalità, l’ottimismo della ragione, come strumento capace di piegare le antinomie della storia, le differenze, producendo un superamento dei conflitti. Con Trash TV Trance il compositore ritrova la fiducia nella storia che lo porta a sperimentare nuovi linguaggi e, allo stesso tempo, si ritrova nella condizione di dover smascherare anche la cattiva coscienza entro cui si trova egli stesso, perché l’arte concettuale alla fine degli anni Settanta era diventata una sorta di superstizione, lavoro sul vuoto svolto in nome e per conto di un’ideologia astratta senza più riscontro nella realtà.
They were there by the edge of the sea, Linda Lee and the thin child who said his name was Neuromancer. His leather jacket dangled from her hand, catching the fringe of the surf. He walked on, following the music. Maelcum’s Zion dub.
William Gibson. Neuromancer