Narrazione, limbo, comunicazione e coolness in “In/Out/In” dei Sonic Youth su #neuguitars #blog #sonicyouth

img20220409_18251877Narrazione, limbo, comunicazione e coolness in “In/Out/In” dei Sonic Youth su #neuguitars #blog #sonicyouth

La chitarra solista si lanciò in un lungo a solo, ritraendo la gioventù nel linguaggio dell’elettricità. Catz danzò, in cento variazioni, gli ultimi spasimi della falena bruciata dalla fiamma della candela. Catz tirò un calcio nel sedere del bassista e rise e aprì ad arco le braccia e balzò in aria a più di un metro, girò su se stessa, tirò un altro calcio al ragazzo della chitarra solista mentre scendeva, chiuse di colpo le ginocchia, batté le mani, atterrò sul palco, tracciò percorsi serpentini col collo, agitò il sedere e le spalle in una doppia provocazione, e non perse mai il ritmo. Batteria e basso tacquero, in drammatica attesa. I grandi occhi d’oro di Catz si spalancarono ancora di più. Il sudore le aveva appiccicato alla testa i capelli color platino. Il suo viso perse ogni in-certezza, e lei annuì all’uomo con gli occhiali a specchio; poi cantò.”

John Shirley, Il rock della città vivente, Urania, 1980

I Sonic Youth sono tornati, ma, forse, non se ne sono mai andati via. L’11 marzo 2022 sul blog/magazine The Quietus esce questo articolo a firma di JR Moores: Reissue Of The Week: Sonic Youth’s In/Out/In dove Moores, credo giustamente, scrive:

Despite, or perhaps owing to, the fact that a reunion tour isn’t likely to happen anytime soon, Sonic Youth have had the best separation that fans could have hoped for. Much of the time, it hardly feels as if they’ve even gone away. We are basically living in the state of limbo that we used to inhabit between the “official” studio albums that would pop up every one-to-three years from 1982 to 2009. When waiting for those “proper” records to appear, fans’ thirst for all things Sonic Youth would be quenched by various side-projects, live albums, archive releases, reissues, solo works, poetry books, art exhibitions and collaborative performances where Kim, Thurston, Lee or Steve would make an atonal racket while somebody who was still a card-carrying member of the radical underground blew a saxophone like billy-o or sawed a skateboard attached to a contact mic in half. The limbo is now permanent. It still ain’t such a bad place to be.“

Cosa ci porta di nuovo questo nuovo album di inediti, o presunti tali? Ben poco, quasi nulla, nulla che un fan non sapesse già o che già non potesse desiderare. “In/Out/In” ci da 5 brani, alcuni dei quali già presenti in altre compilation, cassette, edizioni limitate, a cui la generosità di questa band ci ha da tempo abituati. Bisogna dire che la Three Lobed Recordings ha fatto davvero un buon lavoro, assemblando assieme cinque brani che spaziano in un periodo di circa otto anni, dal 2000 al 2010, mantenendo una buona omogeneità musicale. Ecco la lista dei brani:

“Basement Contender” – Recorded by Lee Ranaldo in Northampton, MA in 2008. Performed by Kim Gordon, Thurston Moore, Lee Ranaldo and Steve Shelley.

“In & Out” – Recorded at soundcheck in Pomona, CA with additional recording and mixing at Echo Canyon West in Hoboken, NJ by Aaron Mullan in 2010. Performed by Kim Gordon, Thurston Moore, Lee Ranaldo and Steve Shelley.

“Machine” – Recorded and mixed by Aaron Mullan in 2008. Performed by Kim Gordon, Thurston Moore, Lee Ranaldo and Steve Shelley.

“Social Static” – Recorded and mixed by Sonic Youth at Echo Canyon (NY) in 2000. Performed by Kim Gordon, Thurston Moore, Jim O’Rourke, Lee Ranaldo and Steve Shelley.

“Out & In” – Recorded and mixed by Aaron Mullan at Echo Canyon (NY) in 2000. Performed by Kim Gordon, Thurston Moore, Jim O’Rourke, Lee Ranaldo and Steve Shelley.

A dire il vero “In/Out/In” qualcosa di nuovo ce lo da, ci da un album di musica interamente strumentale dei SY, il primo se non si considera l’eccentrico e astuto “Goodbye 20th Century”, dove interpretavano, a loro modo, pezzi di musica contemporanea composti da John Cage, Steve Reich, Christian Wolff, Cornelius Cardew, Yoko Hono, Pauline Oliveiros e altri. Qui infatti i SY sono semplicemente se stessi: suonano come i Pink Floyd messi sotto estrogeni, con lunga cavalcate improvvisative che ricordano i Grateful Dead e che attestano l’eccellente livello di cooperazione interna e di telepatia musicale raggiunti dai membri delle band. “In/Out/In”, fondamentalmente, è un disco di musica da camera contemporanea elettrico che non suona come un addio, ma più come la continuazione di un passato epico, nel solco del boom della musica alternativa degli anni ’80/90, di cui loro ne sono stati in gran parte responsabili. Il disco che il GodspeedYOu! Black Emperor non sono ancora riusciti a registrare. Cinque pezzi completamente liberi dalla forma canzone, dove viene dato massimo spazio all’improvvisazione e all’interplay. Cinque pezzi dove velocità, desiderio, sudore, olio di macchina, elettricità si uniscono in una forma che trasuda ancora di quell’energia così cool a cui i SY ci hanno da sempre abituati. In fin dei conti i SY non se ne sono mai andati, sono ancora con noi, sebbene in forma dispersa e distanziata, impegnati in una miriade di progetti personali ad alta densità culturale, informativa e comunicativa. I loro lasciti culturali sono immensi, come il loro suono, che li identifica immediatamente come gruppo e non come solisti. Diversamente dalla gran parte delle leggendarie band rock, una volta conclusa l’esperienza di gruppo, non si sono fermati. Hanno continuato a disegnare delle personali parabole comunicative, restando le personalità cool, intelligenti e avangarde che sono sempre stati. Pur continuando periodicamente a fornire ai loro fan sempre nuove idee sia tramite ristampe, merchandising e nuove registrazioni di vecchi concerti dai loro siti, si sono abilmente, e forse naturalmente, trasformati in quattro incubatori culturali, quattro influencer elegantemente destrutturati, perfettamente al passo con una società dello spettacolo densa di comunicazione. Sì. credo che I”n/Out/In” sancisca la presenza definitiva di un limbo, la consacrazione di un aurea mistica permanente elaborata da una narrazione perfetta. Non credo che torneranno a esibirsi assieme in un tour, ma la cosa, tutto sommato, non mi dispiace affatto.