Il complesso e irregolare percorso di “Loving Highsmith” di Noël Akchoté su #neuguitars #blog #NoëlAkchoté

Il complesso e irregolare percorso di “Loving Highsmith” di Noël Akchoté su #neuguitars #blog #NoëlAkchoté

The train tore along with an angry, irregular rhythm. It was having to stop at smaller and more frequent stations, where it would wait impatiently for a moment, then attack the prairie again. But progress was imperceptible. The prairie only undulated, like a vast, pink-tan blanket being casually shaken. The faster the train went, the more buoyant and taunting the undulations.

Patricia Highsmith Strangers on a Train

Parafrasando Pascal e Borges: “La natura è una sfera infinita il cui centro è in tutte le parti e la circonferenza in nessuna.” Nel manoscritto originale, Pascal scrisse “spaventosa” in luogo di “infinita” e, forse, davvero per lui lo spazio assoluto fu un labirinto e un abisso. Credo si possa dire la stessa cosa per la cultura e la conoscenza personale, magari usando una metafora meno pomposa e retorica. Prendiamo ad esempio questo doppio cd “Music for the Film Loving Highsmith” di Noël Akchoté. Confesso di non aver conosciuto la figura di Patricia Highsmith e i suoi libri prima di aver ascoltato questo album, che ho acquistato fidandomi della mia conoscenza su Akchoté e su Mary Halvorson e Bill Frisell, che sono sui compagni di viaggio per questa affascinante colonna sonora per un documentario dedicato alla scrittrice statunitense. Scelto come film d’apertura della 57esima edizione delle Giornate di Soletta, Loving Highsmith di Eva Vitija mette in scena con coraggio e una salutare (e necessaria) dose di provocazione la vita complessa ma sempre impregnata d’amore (nel senso più universale e profondo del termine) della scrittrice, Patricia Highsmith, figura che è diventata con il passare degli anni un modello di libertà e di lotta contro le discriminazioni di una società soffocante e bigotta.

The public, readers, television viewers, want to be entertained, gripped by a story. They want something unusual that they can remember, shiver at, laugh with, talk about and recommend to their friends. Between the germ of an idea and a big appreciative audience lies a long road. C

PATRICIA HIGHSMITH Plotting and Writing Suspense Fiction

La Highsmith divenne nota per i suoi thriller psicologici da cui sono stati tratti più di 24 adattamenti cinematografici; il suo primo romanzo, “Sconosciuti in treno”, è stato adattato sia per il palcoscenico che come film più volte, in particolare da Alfred Hitchcock nel 1951. Oltre alla sua serie di cinque romanzi con Tom Ripley come protagonista, ha scritto altri 18 romanzi e numerosi racconti. Il documentario di Eva Vitija svela, invece, attraverso la sua cinepresa un lato decisamente meno noto della scrittrice americana: quello legato alla sua ricerca affannosa e vitale d’amore, di condivisione fisica ed emotiva con quel qualcuno che spesso non riusciva ad accettarla in tutta la sua sconcertante ed affascinante complessità. La sua passione, per la scrittura ma anche e soprattutto per la vita in tutta la sua struggente diversità e complessità (Highsmith è stata un’avida viaggiatrice), l’hanno spinta lontana dal suo Texas natale alla ricerca del suo essere profondo. Highsmith non ha mai interpretato nessun ruolo di genere (binario), la sua identità è sempre stata volutamente ambigua e sfuggente, malleabile e in costante mutazione. Con il suo ultimo film, Eva Vitija è riuscita a cogliere e rendere tangibili le innumerevoli sfaccettature di un essere in lotta costante con i propri demoni ma anche e soprattutto con una società che concepiva la diversità come una pericolosa anomalia invece che come una forza creativa.

The art is a matter of capturing the reader’s attention by telling him something amusing or worth spending a few minutes or hours with.

PATRICIA HIGHSMITH Plotting and Writing Suspense Fiction

La colonna sonora costruita da Akchoté sembra accompagnare in maniera equilibrata queste tematiche, le chitarre suonano liquide e appena un attimo fuori focus, leggermente distopiche e trasversali. Per questo progetto Akchoté ha scelto una musica liquida,con tanti brani dalla durata breve che suonano perfetti per l’accompagnamento alle immagini ma che si dimostrano essere anche dei potenziali frammenti dalla vita narrativa indipendente al documentario stesso. I due cd che costituiscono l’album raccolgono infatti la bellezza di ben 48 tracce, alcune reinterpretate più di una volta, ho provato ad ascoltarle sia in maniera sequenziale che random ed ho avuto lo stesso risultato: un allontanamento dal principio d’unità costitutivo. La creazione di un percorso irregolare che non permette mai di risalire nel tempo e nello spazio, dove ci si può solo soffermare sulla superficie dei segni, della figura alla base dell’opera, e da dove non è possibile spingersi oltre. La musica di Akchoté si muove secondo derive e scarti, lungo vie che non sono mai strade maestre ma sempre sentieri interrotti, percorsi spezzati, mai privilegiati, dove non esistono punti di arrivo o il conforto di una sosta. Ecco perché “Loving Highsmith” suona sempre affascinante.