Paolo Angeli, il cartografo musicale del Mediterraneo, su #Neuguitars #blog #PaoloAngeli

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Paolo Angeli :: Official Site

Paolo Angeli Official Site | RADE (2022)

Se guardo agli ultimi lavori di Paolo Angeli incomincio a intravvedere un percorso, un filo comune che li unisce nel nome del Mediterraneo. Riascoltare in fila album come Sale Quanto Basta (2013), S’Û (2015), Talea (2017), Jar’a (2021) e il recentissimo Rade (2022) significa seguire un percorso geografico su una mappa reinventata ogni giorno, un lavoro di cartografia musicale incessante e continuo volto alla creazione di un nuovo atlante mediterraneo. La geografia che occupa questo atlante include gli esseri che la abitano e le forme del loro passaggio attraverso gli spazi, inclusi gli spazi della vita e, soprattutto, della musica. Questa geografia sonora è un campo di vessels, di vascelli, di navi, ma anche recipienti, di vasi sanguigni, è un luogo che racchiude e si muove. Giuliana Bruno scriveva nel suo “Atalante delle Emozioni”, come il concetto di vessel incorpori una doppia immagine: quella dell’imbarcazione e quella dell’arteria, implicando il contenitore di un flusso e un sistema di circolazione e come una simile geografia di abitanti e vettori/contenitori possa essere sottoposta a mappatura.

Una simile cartografia musicale può avere delle ripercussioni fantastiche: graficamente può apparire su una mappa in forma di sequenza di emozioni.

La musica di Paolo Angeli, in quanto mappa emozionale, si trasforma in mobile contenitore geografico, in ricettacolo di fantasie in movimento, in veicolo di emozioni e anche di memorie. Una mappa sonora e musicale in grado di superare l’idea della mappa come un concetto unificante e totalizzante, prodotto da uno sguardo distante e clinico. Mappe come quelle di Paolo Angeli sono spesso oggetto di conflitto per chi ancora pensa di vivere in una realtà certificata, per chi crede in strumenti egemonici e autoritari. Per chi non vede la necessità, almeno in campo artistico di decostruire e decolonizzare. La musica di Paolo Angeli transita nell’ombra degli sfumati margini raffigurativi della cartografia, e la varietà delle cartografiche e le variegate potenzialità espresse dalla sua impossibile chitarra rappresentano delle tattiche di mappatura trasformativa che resistono a una visione univoca e totalizzante. “Rade” è una tattica decostruttiva e riassemblativa, una visione di genere, una geografia sonora che presenta numerose incarnazioni in mappe che disegnano affetti, luoghi, incarnazioni che vivono al confine tra arte, politica e società.