
Minimalismo nei regni della musica sperimentale e ambient, le idee di Giuseppe Ielasi su #Neuguitars #blog #GiuseppeIelasi #12K
Musicista e compositore, Giuseppe Ielasi ha lavorato dal 1996 al 2006 nell’ambito della musica improvvisata, collaborando con musicisti quali Jerome Noetinger, Martin Siewert, Brandon Labelle, Nmperign, Phill Niblock, Oren Ambarchi, Mark Wastell, Nikos Veliotis. Dal 2007 si occupa prevalentemente di composizione di musica elettroacustica spesso eseguita e rielaborata in concerto, durante vari tour in Europa, Stati Uniti e Giappone e partecipazioni a numerosi festival internazionali. Nel 2010 ha presentato i propri lavori al Centre Pompidou di Parigi e all’INA-Grm (Radio France). Collabora dal 2005 con Armin Linke, come musicista in performance audiovisive (ZKM Karlsruhe, RomaEuropa Festival, Goethe Institut New York, Villa Romana Firenze), e come montatore e compositore per produzioni video e cinematografiche (il mediometraggio Alpi è stato presentato al Festival del Cinema di Berlino 2011). Dal 1998 al 2005 ha curato l’etichetta discografica Fringes Recordings, realizzando produzioni di Eliane Radigue, Alvin Curran, Rolf Julius, Charlemagne Palestine, Brandon Labelle, Eric La Casa e molti altri. Al momento è co-curatore di due etichette: Schoolmap Records (con Francesco Tenaglia, con il quale ha prodotto lavori di David Toop, Eliane Radigue, Akira Rabelais, Tom Recchion e altri) e Senufo Editions (con Jennifer Veillerobe). A queste attività si aggiunge una lunga esperienza nel campo della post-produzione audio (mixaggio, mastering) per cinema, video ed etichette discografiche quali Alga Marghen, Die-Schachtel, 12k, Preservation e molte altre. Ileasi ha iniziato a suonare la chitarra nel 1988, e ha lavorato per molti anni nel settore della ‘musica improvvisata’. A partire dal 2007 si è concentrato principalmente su lavori in studio, lavorando su composizioni per CD e records, teatro e cinema. Successivamente ha abbandonato la chitarra e le sue esibizioni sono ora basate su diffusione multi-canale e ricomposizione di pezzi e frammenti preesistenti, per creare complesse opere sonore site-specific.
Da un paio d’anni, però, è tornato alla chitarra, prima nel 2020 con l’album “Five Wooden Frames”, poi nel 2022 con “The Prospect”, tutti usciti per l’etichetta newyorkese indipendente 12K. Due lavori seminali, in cui l’attenzione sembra porsi tra le fratture generate tra tempo e spazio. Un primo ascolto delle musiche di Ielasi ci avverte subito che ci troviamo di fronte a un musicista che ha qualcosa da dire, con una personalità che si presenta subito così decisa e evidente che il nostro discorso non può subire diversioni sia di tono elogiativo o di superflua ricerca di fonti a cui appoggiarci.
La musica di Ielasi è un gioco vivo e opaco di macchie sonore minimali, un incedere di segni solitari e ripetitivi, una svagata armonia, una densa concisione dei gesti. Musiche fortemente pensate, studiate e organizzate in cui la scena di genere o elegia si fanno mimo e dramma, nella plasticità voluta dall’espressione, in cui il bianco, la luce diventano volume. Una grafia musicale matura e sicura di sé, capace di esprimere una poetica commovente che si sposa perfettamente con le immagini riportate nelle copertine dei due cd: fotografie di campi da tennis vuoti, forse abbandonati. Questi due album vanno dritti allo scopo, non è stato lasciato nulla di marginale, di non necessario, di barocco, sono il risultato di un elaborato intrigo di stringatissime linee musicali che sembrano definire e scolpire lo spazio, incidendosi in una nuova, complessa, compiuta e fantasiosa folla di forme. Ne emerge un mondo morale, dove suono, forma e spazio diventano volume alieno da ogni freddezza e aridità concettuale. Un segno musicale maturo
Di una cosa sono sicuro: a Giuseppe Ielasi piacciono gli spazi dei campi da tennis vuoti.