La Schrammelmusik e Arnold Schoenberg, Serenade op.24 su #neuguitars #blog #ArnoldSchoenberg

La Schrammelmusik e Arnold Schoenberg, Serenade op.24 su #neuguitars #blog

Schönberg* – Schrammelbrüder* – Schrammelbrüder* – Schönberg und die Schrammelbrüder

Label: Col Legno – WWE 12CD 31899

Country: Germany

Released: 2007 Cd

Tracklist

1 Marsch, Aus: Serenade Op. 24 Composed By – Arnold Schoenberg

2 I Und Der Mind Composed By – Ferdinand Leicht

3 Mondestrunken, Aus: Pierrot Lunaire Op. 21 Composed By – Arnold Schoenberg

4 Colombine, Aus: Pierrot Lunaire Op. 21 Composed By – Arnold Schoenberg

5 Der Schwalbe Gruß Written By – Johann Schrammel

6 Tanzszene, Aus Serenade Op. 24 Composed By – Arnold Schönberg*

7 Tanz H-Moll Composed By – Alois Strohmayer

8 Eine Blasse Wäscherin, Aus: Pierrot Lunaire Op. 21 Composed By – Arnold Schönberg*

9 Valse De Chopin, Aus: Pierrot Lunaire Op. 21 Composed By – Arnold Schönberg*

10 Morgengruß (Walzeridyll) Composed By – Johann Schrammel

11 Parodie, Aus: Pierrot Lunaire Op. 21 Composed By – Arnold Schönberg*

12 Wenn Der Puls Der Frau Schulz, Aus: Eine Art Chansons Composed By – Friedrich Cerha

13 Der Schwalbe Gruß (Vok.) Composed By – Johann Schrammel

14 Lied Ohne Worte, Aus: Serenade Op. 24 Composed By – Arnold Schönberg*

15 Stelzmüller-Tänze Composed By – Vinzenz Stelzmüller

16 Der Wein, Aus: Eine Art Chansons Composed By – Friedrich Cerha Text By – Gerhard Rühm

17 Raub, Aus: Pierrot Lunaire Op. 21 Composed By – Arnold Schönberg*

18 Rote Messe, Aus: Pierrot Lunaire Op. 21 Composed By – Arnold Schönberg*

19 Galgenlied, Aus: Pierrot Lunaire Op. 21 Composed By – Arnold Schönberg*

20 Wann I Amal Stirb Written By – Carl Rieder

21 Finale, Aus: Serenade Op. 24 Composed By – Arnold Schönberg*

22 Haiku, Aus: Eine Art Chansons Composed By – Friedrich Cerha Text By – Ernst Jandl

23 O Alter Duft, Aus: Pierrot Lunaire Op. 21 Composed By – Arnold Schönberg*

24 Das Letzte Glöcklein Composed By – Johann Schrammel

Schönberg & die Schrammelbrüder, erhältlich via col legno – New colors of music (col-legno.com)

Schönberg – Schrammelbrüder – Schrammelbrüder – Schönberg und die Schrammelbrüder (2007, Digipack, CD) – Discogs

Klangforum Wien Ensemble — Geschichte & Biografien

La Schrammelmusik fu uno stile di musica popolare Viennese originario della fine del XIX secolo e tuttora eseguito nell’attuale Austria., il cui nome è preso dai prolifici compositori popolari Johann e Josef Schrammel. Nel 1878 i fratelli Johann Schrammel (1850-1893) e Josef Schrammel (1852-1895), musicisti, violinisti e compositori di Vienna, formarono un gruppo con il chitarrista Anton Strohmayer, figlio del compositore Alois Strohmayer. I fratelli Schrammel suonavano due violini, accompagnati da Strohmayer con una contraguitar a doppio manico.

Ispirati da tradizioni sia urbane che rustiche, i tre musicisti eseguivano canti popolari, marce e musica da ballo, il più delle volte per il pubblico nelle osterie (Heurigen) e nelle locande di Vienna. Nel 1884 il clarinettista Georg Dänzer si unì al gruppo, che ben presto riscosse un notevole successo sotto il nome di Specialitäten Quartett Gebrüder Schrammel.

Il quartetto fu invitato ad esibirsi in palazzi e residenze private, e perfino l’élite viennese si appassionò alla loro musica. La popolarità dei fratelli Schrammel fu così enorme che anche alcune forme precedenti di musica popolare, come la canzone dialettale Wienerlied, divennero note come Schrammelmusik. Alla fine la fama dei fratelli Schrammel si espanse in tutta Europa e nel 1893 furono invitati ad esibirsi alla Fiera Colombiana di Chicago. Il repertorio dei fratelli Schrammel si basa su più di 200 canzoni e brani musicali, scritti in soli sette anni. Johann Schrammel morì nel 1893, seguito due anni dopo da Josef. Ognuno dei fratelli aveva 43 anni alla sua morte. Tuttavia la Schrammelmusik non si può certo definire un genere musicale appartenente all’avanguardia musicale, e allora perché se ne parla su neuguitas.com ? Il motivo è piuttosto semplice: ho di recente acquistato una nuova edizione della Serenade Op. 24 di Arnold Schoenberg, edizione creata dalla Col Legno nel 2007. Per diverso tempo ho pensato che l’ultima registrazione ufficiale di quest’opera del maestro Vinnese risalisse al 1994, con il cd “Serenade • Variations, Op. 31 / Bach Orchestrations”, uscito nel 2006 per la Naxos, che contiene una registrazione avvenuta il 10 gennaio 1994 ai Master Sound Astoria Studios di New York con Robert Craft, come direttore alla guida del Twentieth Century Classics Ensemble, e David Starobin alla chitarra. Mi sbagliavo, di recente ho acquistato questo cd “Schönberg und die Schrammelbrüder”, uscito nel 2007 per la Col Legno, e ne sono rimasto molto colpito.

Questo cd fornisce non solo una eccellente interpretazione delle musiche di Shoenberg, ma anche, e soprattutto, una nuova chiave di lettura delle sue musiche. La Serenata, op. 24, segnò una svolta importante nella carriera di compositore di Schoenberg. Fu scritta nel 1923, lo stesso anno dei Cinque brani per pianoforte op. 23; queste due opere furono le prime ad essere pubblicate dopo quasi nove anni e furono subito seguite nel 1924 dalla Piano Suite op. l5, e il Quintetto di fiati, op. 26, le prime composizioni completamente dodecafoniche di Schoenberg. La Serenata riveste quindi una notevole importanza storica nello sviluppo del nuovo stile, poiché sebbene non puramente dodecafonale, è “atonale” esattamente allo stesso modo ed esibisce molte delle caratteristiche dello stile di cui è l’immediato precursore: le caratteristiche e audaci linee melodiche con ampi balzi e il trattamento del rapporto tra melodia e armonia. Mostra anche le caratteristiche più personali dello stile successivo di Schoenberg, in particolare nel suo uso dell’elemento ritmico e nella sua predilezione per i gruppi di note ripetute. Sebbene, poi, da un punto di vista tecnico questi elementi stilistici possano non essere così rigorosamente organizzati come nelle opere successive, la stessa libertà del loro trattamento nella Serenata spiega gran parte del fascino dell’opera. Ciò che personalmente mi colpisce immediatamente ogni volta che ne ascolto una interpretazione sono la ricchezza dell’immaginazione di Schoenberg e la profusione rigogliosa di idee, variazioni e sviluppi, che in questo lavoro appaiono completamente svincolati da qualsiasi lotta tecnica con una nuova disciplina. Ogni movimento riflette, per così dire, il puro godimento di Schoenberg nelle nuove possibilità emergenti del suono, prima di occuparsi più strettamente della sua organizzazione tecnica. Il risultato è una musica liberamente espressiva, immediatamente accessibile e che di per sé non pone barriere alla comprensione. Una musica che attinge direttamente alla radici della musica popolare più in voga all’epoca a Vienna.

Leos Janacek, dopo aver ascoltato la sua esibizione nel settembre 1925 a Venezia, osservò che la Serenata era un pezzo di “strimpellamento viennese”.1 Charles Rosen non è meno corrosivo: “The ostensibly light character of the Serenade, opus 24, is still a stumbling block in appreciating its merits; its high gloss can awaken resentment.”2 Arrivata dopo una lunga pausa produttiva, tra il 1916 e il 1923, la Serenade segnò un deciso cambio stilistico. Schoenberg si stava allontanando dal tono espressionista dei suoi lavori precedenti e si stava muovendo verso un suono più elegante e controllato. Pierre Boulez, nel suo famigerato articolo “Schoenberg is Dead”, vedeva il neoclassicismo di questi pezzi come un indebito ricorso alla tradizione.

Enzo Restagno ha descritto poeticamente l’inizio delle Serenede di Schoenberg come “uno di quei temporali che hanno un inizio incerto: cielo scuro, qualche rara goccia di pioggia, poi più niente, ma la tensione nell’atmosfera non si dissolve. Si ricomincia dopo un po’ con altre gocce meno rade che s’infittiscono fino allo sfogo finale.3” Restagno, inoltre, suggerisce come il termine Serenata ci riporti ad un genere molto praticato nella Vienna del Settecento, che prevedeva l’uso di strumenti ad arco e a fiato. L’uso della chitarra e del mandolino è un elemento abbastanza insolito, che non sarà più replicato dal compositore in seguito, e serve ad introdurre accostamenti timbrici inaspettati. La riflessione musicale di Schoenberg che si concentra su una confluenza di elementi colti e popolari, in particolare dello Schrammelmusik. L’innesto di questo genere popolare all’interno della Serenata mostra il complesso ed elaborato processo di metabolismo cui Schoenberg sottoponeva elementi della tradizione popolare nelle sue operazioni compositive intellettualmente più audaci.4

Credo sia questa la natura intrinseca a questo cd: cogliere e mostrare le naturali connessioni tra la musica di Schoenberg e la musica popolare viennese. Le analogie che avevano fatto storcere il naso a critici e colleghi. Da questo punto di vista il cd è un vero successo. L’ensemble Klangforum Wien alterna brani composti da Schoemberg, presi dalla Serenade ma anche dal Pierrot Lunaire Op. 21, alternate a musiche composte da Ferdinand Leicht, pianista e cantautore austriaco, nato il 17 maggio 1870 e morto il 25 dicembre 1922 a Vienna, Alois Strohmayer, compositore in epoca romantica e membro del celebre quartetto Schrammel, Johann Schrammel e Friedrich Cerha.5

Il risultato è impressionante, sembra di assistere a uno scambio continuo di idee incrociate, a un fluire ininterrotto di citazioni, rimandi e nuove possibilità. Questo cd ci obbliga ad ascoltare in modo nuovo un determinato periodo musicale di Schoenberg, inquadrando la sua figura in modo nuovo. Non più l’algido compositore narrato da Adorno, alieno dalle masse e severo censore della cultura popolare, ma una nuova figura di innovatore che vedeva il il serialismo come uno sviluppo chiave nel rinnovamento della “tonalità”, ben lontano dalla severa immagine a cui siamo abituati.

Un atteggiamento mentale su cui sarebbe opportuno riflettere e approfondire.

1MacDonald, Schoenberg, 211.

2Rosen, Arnold Schoenberg, 78.

3 “One of those storms that have a shaky start: dark sky, an occasional drop of rain, then nothing, but the tension in the atmosphere does not dissolve. It starts after a while with other drops less shaves that thicken up the final vent.” Enzo restagno, Schonberg e Stravinsky, pag. 164

4 Enzo Restagno- Schonberg e Stravinsky-pag. 167-168

5 Cerha è nato a Vienna, in Austria, e ha studiato all’Accademia di musica viennese (violino, composizione, educazione musicale) e all’Università di Vienna (scienze musicali, cultura e lingua tedesca, filosofia). Nel 1958, insieme a Kurt Schwertsik, fonda l’ensemble “die reihe”, strumento importante per la diffusione della musica contemporanea in Austria. Oltre a comporre, Cerha si è guadagnato la reputazione di valido interprete delle opere di Alban Berg, Arnold Schoenberg e Anton Webern. Oltre alla sua carriera di compositore, Cerha ha insegnato all’Università di Musica e Arti dello spettacolo a Vienna dal 1959 e tra il 1976 e il 1988 è stato professore di Composizione, Notazione e Interpretazione di nuova musica. Alcuni dei suoi studenti importanti durante questo periodo includono Georg Friedrich Haas, Karlheinz Essl, Petr Kotik, Gerald Barry e Benet Casablancas.