Una chitarra al servizio del “quarto mondo”. Steve Tibbetts su #neuguitars #blog #SteveTibbetts

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Steve Tibbetts · Steve Tibbetts

ECM Records | Shop

Non ho mai parlato di Steve Tibbetts, qui sul mio blog neuguitars.com . Una grave mancanza che il recente doppio cd antologico, permette agevolmente di colmare. Nel 2022, la ECM ha pubblicato “Hellbound Train: An Anthology”. Questo doppio cd copre l’intera sua carriera di quattro decenni con l’etichetta, con ben 27 tracce, divise ordinatamente tra parte acustica ed elettrica.

Nella mia discoteca si trova accanto all’umile e spirituale Northern Son (1981), suonato con il solo accompagnamento delle percussioni del sodale Marc Anderson. Northen Song è un album un po’ troppo “atmosferico” e indulgente per i miei gusti.

Indulge nel descrittivismo (Big Wind), nella meditazione trascendentale (Form), nell’arcano e nel soprannaturale (la lunga suite Nine Doors), con un chitarrismo acustico che ondeggia tra bluegrass, riverberi e un tocco di new age.

Ma chi è Steve Tibbetts? Tibbetts è un chitarrista, compositore e produttore americano. La sua cifra stilistica sembra esprimersi al meglio nella creazione di paesaggi sonori esotici e urbani offrendo un approccio intuitivamente ricettivo alla creazione del suono. Tibbetts suona chitarre, sintetizzatori e strumenti a percussione, utilizzando lo studio di registrazione come un altro strumento musicale. La sua musica intreccia elementi di improvvisazione d’avanguardia, jazz, rock, ambient e la sua interpretazione delle tradizioni popolari globali. La sua acclamata serie di pubblicazioni intermittenti per ECM iniziò con l’acustica Northern Song del 1982. La panoramica Big Map Idea del 1989 è entrata nelle classifiche new age, mentre The Fall of Us All del 1994 ha ottenuto ottime recensioni da parte di indie rock e jazz. Nel 1997 ha pubblicato Chö, la prima di due collaborazioni celebrate a livello mondiale con la suora Choying Drolma; il secondo, Selwa è apparso nel 2004. Natural Causes del 2010 è arrivato nelle classifiche degli album jazz, mentre Life Of del 2018 è entrato nella Top Five.

E ora, nel 2022, ECM ha pubblicato questo “Hellbound Train: An Anthology.” Credo che la ECM abbia fatto un buon lavoro di selezione separando l’aspetto elettrico da quello acustico. Il primo cd, quello elettrico, è, infatti, per me molto più interessante, con sonorità anticipatrici del nu jazz scandinavo. Tibbets dimostra una notevole padronanza della strumento e una grande abilità nel creare scenari sonori di notevole estensione e bellezza. Molto meno interessante il second cd, interamente acustico, dove a mio avviso si strizza troppo l’occhio a una musica eccessivamente contemplativa e intrisa di new age. Il suo chitarrismo acustico è lento e cristallino, vellutato e pensieroso, mentre quello di John Fahey, un artista a cui, ho letto, è stato spesso avvicinato, è più spontaneo e grezzo. Questo suo aspetto new age, non mi convince molto. Confesso che la popolarità e il successo ancora goduti dalla new age rimangono per me un mistero. Malgrado il diffuso successo di questa musica statica e pigra, non riesco a individuare nessun elemento di genialità e di seria innovazione in essa.

E’ vero, Tibbetts è un eccellente chitarrista acustico, (molto bella la sua versione di Black Mountain Side) e sa il fatto suo, ma non riesco a trovare una profondità in una musica apparentemente lineare che mi sembra più il risultato di una serie di superfici sovrapposte. Non riesco a individuare una progressione evolutiva, nè tanto meno una temporale, ma forse questo è alla base del successo di Tibbetts: le sue sono musiche immaginifiche, ideali colonne sonore di documentari della natura, con lunghe carrellate in gran d’angolo su ampie vallate boschive. La sua chitarra esprime una sorta di arcaico, meditativo, trascendentale ritorno a una innocenza perduta, a un desiderio di maggiore semplicità, a un minore carico informativo e decisionale. Questa raccolta può essere sia un buon punto di partenza per esplorare la sua poetica musicale, continuando poi l’ascolto della sua produzione discografica, sia un modo efficace per crearsi una propria rapida opinione sulla sua personalità artistica, senza poi sentire la necessità di approfondire. La scelta sarà strettamente individuale, dipendente dalla sensibilità che ciascuno di noi è in grado di esprimere nei confronti di queste musiche così eteree.


Working…
Done! Thank you!