Gli Archivi di Takayanagi Masayuki su #neuguitars #blog #TakayanagiMasayuki

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Masayuki Takayanagi – Masayuki Takayanagi Archive 1 (archivemp3.com)

Bleak Bliss: Masayuki Takayanagi – Archive 1

Masayuki Takayanagi – Masayuki Takayanagi Archive 1 (2009, CD) – Discogs

New Direction Unit – Masayuki Takayanagi Archive 2 (2012, CD) – Discogs

La casa indipendente Jinya Disc si è da tempo assunta il complesso compito di produrre nuove uscite discografiche, attingendo dall’archivio storico di Takayanagi Masayuki. Un compito difficile, sembra che Takayanagi registrasse con scrupolo le sue registrazioni live, lasciandoci un lascito temporale di numerose performance. Da buon collezionista delle sue musiche sono riuscito a recuperare due gemme: Masayuki Takayanagi Archive 1, un box di 5 cd a tiratura limitata, e il cd Masayuki Takayanagi Archive 2, entrambi riguardanti le musiche free form generate dal suo ensemble New Direction Unit.

La discografia di Takayanagi è un corpus ermeticus in cui è difficile addentrarsi. La non conoscenza della lingua giapponese non aiuta di certo e le ristampe e nuove edizioni di registrazioni fino a poco tempo sconosciute alterano uno sviluppo temporale sequenziale. In più, se musicisti come Bailey e Rowe sono sempre rimasti strettamente connessi a uno stile musicale specifico, Takayanagi amava spaziare a lungo raggio, attraversando in modo sempre molto personale stili diversi. E, inoltre, amava cambiare i musicisti con cui suonare. Il box di cd Archive 1 raccoglie registrazioni live eseguite tra il 1977 e il 1978. La formazione prevede Akira Iijima e Masayuki Takayanagi alle chitarre, il fedele Nobuyoshi Ino al contrabbasso, Kenji Seyama e Hiroshi Yamazaki sono dietro alla batteria, Yoshiaki Fujikawa è alle ance nei primi quattro set con Kenji Mori al quinto. Un box leggendario non solo per i collezionisti! Include un inserto con una cronologia della New Direction Unit (in giapponese) di Saburo Sugitani e un libretto di 8 pagine con note di copertina in giapponese di Michiko Takayanagi, foto di memo scritti da Masayuki Takayanagi e una foto di Masayuki Takayanagi scattata da Tatsuo Minami. È stato prodotto nel giugno 2009, con un’edizione limitata di 500 copie, di cui le prime 100, tra cui la mia, avevano anche un DVD.

Meraviglie della musica indipendente giapponese. Questo è il set completo:

Masayuki Takayanagi Archive I

(Jinya Disc, NDU-A101) (Japan) (5-CD set)

Disc 1 (B-14)

  1. Improvisation 1 (23:52)

  2. Improvisation 2 (16:52)

  3. Improvisation 3 (15:35)

  4. Improvisation 4 (19:07)

New Direction Unit: Masayuki Takayanagi: gut guitar (2, 3), electric guitar (1, 4) Yoshiaki Fujikawa: flute (3), clarinet (2), alto saxophone (4), soprano saxophone (1) Hiroshi Yamazaki: percussion (2-4) Akira Ijima: gut guitar (2, 3), electric guitar (1, 4). Recorded live at Another Situation first concert, Pulcinella, Shibuya, Tokyo, September 4, 1977

Disc 2 (B-15)

  1. Improvisation 1 (16:19)

  2. Improvisation 2 (13:16)

  3. Improvisation 3 (9:31)

  4. Improvisation 4 (14:13)

  5. Improvisation 5 [Mass Projection] (23:53)

New Direction Unit: Masayuki Takayanagi: gut guitar (1), electric guitar (2, 4, 5), Yoshiaki Fujikawa: flute (1), clarinet (4), alto saxophone (3, 5), soprano saxophone (2), Akira Ijima: gut guitar (1), electric guitar (2, 4, 5). Recorded live at New Direction Unit Regular Concert No. 35, Jean Jean, Shibuya, Tokyo, June 2, 1977

Disc 3 (B-16)

  1. Improvisaiton 1 (13:47)

  2. Improvisation 2 (11:43)

  3. Improvisation 3 (11:40)

  4. Improvisation 4 (9:59)

  5. Improvisaiton 5 [Mass Projection] (27:21)

New Direction Unit: Masayuki Takayanagi: gut guitar (2), electric guitar (1, 3, 5), Yoshiaki Fujikawa: flute (2), clarinet (3), alto saxophone (4, 5), soprano saxophone (1), Hiroshi Yamazaki: percussion (1-3, 5), Akira Ijima: gut guitar (2), electric guitar (1, 3, 5). Recorded live at New Direction Unit Regular Concert No. 36, Jean Jean, Shibuya, Tokyo, August 4, 1977

Disc 4 (B-17)

  1. Improvisaiton 1 [Gradually Projection] (39:02)

  2. Improvisation 2 [Mass Projection] (38:38)

New Direction Unit: Masayuki Takayanagi: gut guitar, electric guitar, Yoshiaki Fujikawa: flute, clarinet, alto saxophone, soprano saxophone, Hiroshi Yamazaki: percussion, Akira Ijima: gut guitar, electric guitar, Kenji Seyama: percussion. Recorded live at New Direction Unit Regular Concert No. 39, Jean Jean, Shibuya, Tokyo, February 10, 1978

Disc 5 (B-18)

  1. Improvisation 1 (19:40)

  2. Improvisation 2 (14:46)

  3. Improvisation 3 (12:36)

  4. Improvisation 4 [Mass Projection] (22:20)

New Direction Unit: Masayuki Takayanagi: gut guitar (2), electric guitar (1, 4), Kenji Mori: flute (1), bass clarinet (2), alto saxophone (4), Nobuyoshi Ino: bass (1, 2, 4), Hiroshi Yamazaki: percussion (1, 2, 4), drums (3), Akira Ijima: gut guitar (2), electric guitar (1, 4), Kenji Seyama: percussion (1, 2, 4). Recorded live at New Direction Unit Regular Concert No. 43, Jean Jean, Shibuya, Tokyo, October 6, 1978.

L’Archive 2 è un singolo cd, una registrazione integrale della seconda parte del concerto registrato come vol.57 (tenutosi il 24 settembre 1984, a Shibuya Jean-Jean) con un nuovo cambio di formazione della New Direction Unit. È una performance in cui Hiroshi Yamazaki partecipa come percussionista e dove Akira Ijima affianca Takayanagi. Akira Ijima è stato una sorta di fratello minore di alto rango, un fedele discepolo di Takayanagi. Ci sono dei momenti in cui la chitarra di Iijima, piazzata sul canale sinistro, suona come in perfetta simbiosi con la chitarra del suo maestro Takayanagi, messa sul canale destro. Altre volte, invece, Ijima sembra cercare di smembrare la chitarra di Takayanagi con una motosega o un trapano elettrico, o ci sono momenti in cui i due strumenti parlano in una lingua ancestrale sconosciuta, o in cui si ascoltano ruggiti o urla inumane. Ijima è un musicista dalla forte personalità, anche se è più giovane di Takayanagi, dimostra un notevole controllo della sua chitarra e una profonda comprensione dell’elettronica, ci sono molti momenti in cui sembra essere al di là del suo stesso maestro. La lotta tra le due chitarre è brillantemente supportata dalle percussioni di Yamazaki, che a volte sembra muoverle e dirigerle nello spazio, riuscendo a mantenere un senso di tensione anche nelle situazioni più minimali. Il risultato è un’ondata musicale che spinge una massa sonora in cui altezza e ritmo non sono chiari. Anche se non si è un ascoltatore di lunga data di Takayanagi, o se non si familiarità con l’improvvisazione libera, non si può rimanere indifferenti dietro al misterioso potere che questa musica sembra evocare. Questa è probabilmente l’ultima esibizione della New Direction Unit prima dell’arrivo della nuova forma “Action Direct”, in cui Takayanagi arrivò deliberatamente a distruggere anche il tradizionale stile di suonare la chitarra. Da questo punto di vista, è molto interessante notare come la forma finale Della New Direction Unit sia stata realizzata solo con due chitarre, ad eccezione delle percussioni, e il suono sia stato costruito utilizzando gli effetti sonori del nastro magnetico. Archive 2 è una preziosa testimonianza di un momento di cambiamento creativo radicale in cui emerge la fonte dell’idea di Action Direct. Inoltre, ci sono alcune parti in cui il suono è distorto a causa dell’impostazione del livello di registrazione al momento della registrazione dal vivo, ma quando si suona ad alto volume, la parte distorta non ha molta importanza. Il suono è talmente forte da avvolgerti comunque.

In questi sei cd Takayanagi sembra impegnato a sottrarsi a ogni riferimento stabile, sorretto da una concezione di arte come avventura che continuamente muta a seconda delle diverse formazioni con cui si trova impegnato. Sembra essere attratto soprattutto dallo choc messo in atto dalle esperienze avanguardistiche. La sua esperienza sembra suggerire un radicale ripensamento della nozione classica di poetica, intesa non come un insieme di regole costrittive, ma come un programma elaborato dall’artista, come un progetto di strutturazione dell’opera, come un documento rivelatore di specifiche intenzioni creative e linguistiche. Takayanagi sembra convergere verso alcune istanze tipiche delle avanguardie: la predilezione per le fratture violente del senso comune,il gusto per la provocazione e l’anticonformismo, la voglia di effettuare vagabondaggi nelle regioni più oscure della forma, il desiderio di fare “tabula rasa” di quello che è stato costruito dai padri, l’amore per il Nuovo nella sua assolutezza, l’estremismo, il movimentismo, il rivoluzionario, la fascinazione per il non-finito, per l’ermetico e per il non-popolare, una segreta vocazione per la catastrofe. Takayanagi sembra muoversi contro la comoda e alienata manutenzione della continuità storica. Persegue le fratture. Si sposta di qua e di la, per esplorare territori mai battuti. Attraversa confini. Insegue l’ignoto. Prova a precorrere i tempi, il corso degli eventi, per realizzare l’avvenire nel presente. Teorico scrupoloso di un essere ‘avant’ destinato a essere riconosciuto solo a posteriori, cerca di stabilire ciò che sarà valido domani, mettendosi disciplinatamente al servizio di un futuro da lui stesso già delineato. La sua è una visione ottimistica e evoluzionistica della storia, che pensa l’arte come strumento di lotta e di trasformazione della realtà, come un mezzo per effettuare una netta trasformazione delle regole che reggono il sistema della comunicazione, della società, del comportamento. Takayanagi decide di trasgredire le regole canoniche, senza rifugiarsi dietro rassicuranti cinte di protezione: prospettiva, simmetria, proporzione vengono alterati sistematicamente. Takayanagi predilige la strategia dell’impuro, effettua scorribande nel mondo del rumore, assecondando giochi di moti centrifughi. Quale può essere stata la reazione del pubblico? Abituato a essere rassicurato e tranquillizzato, ancora oggi il pubblico si imbatte in muri sonori basati sull’apologia dell’eccentrico, dell’ermetico, dell’inconsueto e del disarmonico. Ne resta disorientato. Sperimentalismo e avanguardia coincidono. La musica di Takayanagi e dei suoi sodali da l’impressione di vivere in un universo aperto, mette in dubbio i modi tradizionali del fare, ridefinisce radicalmente le categorie di bellezza e di armonia, decreta il trionfo dell’imperfezione. Takayanagi smonta i paradigmi esistenti e, non senza radicalità e violenza, istituisce nuovi codici, altre convenzioni. Consapevole della difficoltà di fare presa sul pubblico con un sistema di rapporti di nuovo genere e incurante delle reazioni di un pubblico ancora sprovveduto, Takayanagi decostruisce una consolidata grammatica di forme agendo al suo interno, accetta la crisi della realtà che lo circonda elaborando una sorta di progetto permanente di disordine. Takayanagi esprime un felice paradosso, quello raccontato da Umberto Eco in Opera Aperta: “Mentre si crede che l’avanguardia artistica non abbia un rapporto con la comunità degli altri uomini tra i quali vive, e si ritiene che l’arte tradizionale lo conservi, in realtà accade il contrario: arroccata al limite estremo della comunicabilità, l’avanguardia artistica è l’unica a intrattenere un rapporto di significazione col mondo in cui vive.” Ma l’artista d’avanguardia è comunque vittima di un gioco perverso. Produce modelli che, dopo essere stati ideati e realizzati, per sopravvivere, sono destinati a essere sostituiti da altri modelli, in una fuga ad oltranza Takayanagi, mantenendo fino all’ultimo la sua posizione di ‘figliol prodigo’ riesce a andare oltre la semplice carica ribellistica iniziale, evitando che i suoi contenuti siano svuotati di significato da imitatori, dalla caricatura, dall’esercizio compiaciuto, dall’acrobazia intelligente trasformata in liturgia, dalla neutralizzazione degli azzardi originari.


Working…
Done! Thank you!