Perché il sole è un posto così violento? La chitarra e la voce di Sara Ardizzoni ((Dagger Moth) su #neuguitars #blog #SaraArdizzoni #DaggerMoth

Perché il sole è un posto così violento? La chitarra e la voce di Sara Ardizzoni ((Dagger Moth) su #neuguitars #blog #SaraArdizzoni #DaggerMoth

Credo si incomincino a sentire gli effetti nel medio periodo del lockdown. Penso che l’impossibilità da parte dei musicisti di esibirsi, di poter suonare assieme, di svolgere quelle che erano le loro normali attività, abbia generato una crescita creativa, accelerata dalla forzata inattività e dall’auto-isolamento forzato dal Covid 19. Ciascun artista ha reagito a suo modo, si va da chi quasi compulsivamente pubblicava su Bandcamp un nuovo brano, una nuova improvvisazione con cadenza quasi ossessiva, quasi a esorcizzare con una attività bulimica il proprio forzato isolamento, a chi comincia adesso a pubblicare un album, frutto di un attentissimo lavoro di elaborazione e di revisione.

“The sun is a violent place”, opera di Dagger Moth, nome d’arte della italiana Sara Ardizzoni, credo rientri in questo secondo modulo creativo. Musicista eclettica e sensibile, la Ardizzoni ci aveva dato alcuni anticipi di questo lavoro con due brani pubblicati sempre su BandCamp nel 2021: “Unleashed”, pubblicato il 13 febbraio 2021

e “Withered bloom, shining wounds”, interpretazione musicale della foto di Alessandro Trapezio, che a sua volta illustra il brano.

“The Sun is violent place” si muove nel solco del suo precedente lavoro del 2016, “Silk around the marrow”nel quale la voce e la chitarra formavano già un unicum interessante e creativo.

In “Silk around the marrow”, Sara Ardizzoni faceva già uso di numerose tecniche musicali, basandosi su un equilibrio di stili diversi: post-rock, trip-hop, chitarre distorte, un suono cupo e immersivo, melodie cantilenanti loopate con millimetrica precisione, una voce che cantava in modo confidenziale e sussurrato, confondendo le parole. Questo ultimo album riesce ad andare oltre, sei anni di differenza possono essere tanti per una artista in continua crescita, e si sente: la musica è più spessa, il suono è più complesso. La voce di Sara vira verso profondità finora mai raggiunte. Dagger Moth appartiene a quella ristretta categoria di chitarristi che riesce a pensare, oltre ai limiti stilistici del proprio strumento.

La Ardizzoni abusa senza problemi della tecnologia per raggiungere un suono che sembra essere completamente alieno alla chitarra, lo strumento nelle sue mani diventa una generatrice di texture animate dotate di uno spessore notevole, la cui la vibrante superficie sembra raggiungere una qualità quasi aptica: la musica di Sara avvolge e coinvolge sotto il livello subliminale della pelle. Credo che queste caratteristiche siano presenti anche nel packaging estremamente accurato del cd, con il bellissimo artwork di Davide Pedriali, che denota una cura per la precisione e per i dettagli quasi maniacale.

Ritroviamo la natura aptica di “The Sun is violent place” anche nelle foto delle cover dell’album, che mostrano la musicista avvolta in strati di cellophane semitrasparente, che ne velano sia il volto che il corpo, nascondendo il cuore del suo lavoro artistico e allo stesso tempo creano una narrazione opaca, aperta più possibile interpretazioni.

“The Sun is violent place” è un lavoro che è stato rivisto e rifinito nei dettagli, fin quasi all’ossessione, che si rivela a più interpretazioni e piani di lettura. Una della cose migliori di questo 2022.


Working…
Done! Thank you!