Le “Angry Waves di Takayanagi Masayuki, un altro lato del suo free jazz negli anni ’80 su #neuguitars #blog #TakayanagiMasayuki

Le “Angry Waves di Takayanagi Masayuki, un altro lato del suo free jazz negli anni ’80 su #neuguitars #blog #TakayanagiMasayuki

Abbiamo visto come l’album “Archive 2”, un singolo cd, contenente la registrazione integrale della seconda parte del concerto registrato come vol.57 (tenutosi il 24 settembre 1984, a Shibuya Jean-Jean) sia stata probabilmente l’ultima performance documentata della New Direction Unit, prima dell’arrivo della nuova forma “Action Direct”, in cui Takayanagi arrivò deliberatamente a distruggere il modo tradizionale di suonare la chitarra. Circa nello stesso periodo, tuttavia, Takayanagi stava esplorando nuove possibilità in ambito free jazz con le Angry Waves.

Come documentato nel cd “Dislocation”, (Jinya Disc – B-06, 2005) frutto di una registrazione live del 26 Dicembre 1983, presso il club Akita No Mise1, le Angry Waves furono inizialmente un duo formato dallo stesso Takayanagi e dal batterista Yamazaki Hiroshi, già da molto tempo suo affezionato sodale, accompagnati, per l’occasione, al piano da Fumio Yasuda2, versatile compositore e pianista, nato a Tokyo nel 1953. Il cd presenta quattro brani, intitolati semplicemente First, Second, Third e Fourth, che esprimono bene la dimensione live improvvisata in cui sono stati spontaneamente creati. Un flusso di pensieri e di azioni che testimonia la volontà iniziale di questa nuova formazione di andare in direzioni diverse da quelle precedentemente esplorate.

Si ha occasione di ascoltarli nuovamente in modo più approfondito e con un repertorio più esteso con la registrazione dal vivo (suddivisa in due CD) dello spettacolo del 26 Agosto 1984, presso lo Yokoyama Airegin, nella formazione in trio con Nobuyoshi Ino al basso e Hiroshi Yamazaki alla batteria, entrambi, come abbiamo già visto, in prima linea nella scena musicale free di Tokyo e collaboratori abituali di Takayanagi.

1Storico locale jazz a Nishi-Ogikubo, Tokyo. Inaugurato nel febbraio 1974 e di proprietà del pianista Katagawa Shoji, vi trovano posto circa 30 persone. http://www.aketa.org

2As Nobuyoshi Araki comments, “Yasuda’s music is sometimes sentimental and sometimes almost insane.
It has a way of getting under one’s skin and touching both body and soul.” Fumio Yasuda Official Web Site (Biography)

La registrazione proviene dai nastri privati del chitarrista, e anche se la qualità del suono è un po’ approssimativa, la musica è così buona da far dimenticare eventuali carenze hi-fi. Questi CD (Jinya Disc B-29 e B-30), pubblicati nel 2016, mostrano un lato raramente documentato della carriera di Takayanagi, un trait d’union tra gli esperimenti sonori estremi a lui comunemente associati e le sue altre fonti di ispirazione jazz, più ‘tradizionali’. In questo caso è forte il legame con il free jazz afroamericano, e in particolare con il mondo sonoro di Albert Ayler, i cui brani sono citati in metà dei titoli, anche se i temi originali, quando effettivamente compaiono, forniscono solo una vago cornice melodica e armonica in cui i musicisti si muovono liberamente. La maggior parte dei brani, infatti, condivide il titolo di un pezzo di Ayler, ma con il prefisso “Fab” inserito davanti, come “Fab Prophet”, che apre Vol.1 o “Fab Spirits”. Il trio opera molto nello “spirito di Ayler”, il tipico fervore, l’energia spirituale e l’urgenza espressiva di Ayler possono ancora essere rintracciati nel modo in cui il trio si avvicina alla performance, dove la chitarra di Takayanagi è al centro della scena con un suono tagliente e potente, mantenuto con cura questo lato del rumore con eleganza e inusuale sobrietà, mentre la sezione ritmica lo sostiene con un’attività caleidoscopica che spinge sempre verso nuove direzioni. Il basso di Ino è particolarmente efficace, ancorando i pezzi mentre si impegna in un dialogo costante con la chitarra del leader, grazie anche al diverso lavoro di batteria di Yamazaki, che libera i suoi compagni di band dall’aderire a una rigida cornice ritmica. C’è spazio anche per un paio di ballate, una per ogni disco, che mettono in risalto il lato lirico di Takayanagi e bilanciano l’approccio frenetico degli altri brani.

Ritroviamo la stessa formazione in uno dei suoi album più conosciuti, il classico album “850113” (la data in cui è stato registrato). Registrato al Hamamatsu seibu City-8 Hall concert e pubblicato nello stesso anno dalla Aketa’s Disk, è per molto tempo stata l’unica testimonianza di questa formazione, incentrata sul più tradizionale trio chitarra-basso-batteria. Ritroviamo anche qui Ino Nobuyoshi e Yamazaki Hiroshi. Anche in questa occasione i quattro brani riportano come titoli solo le prime quattro cifre e sono espressione di un unico flusso sonoro-musicale. Avere questi quattro album è di reale importanza storica per tutti i fan di Takayanagi. Per i chitarristi questa formazione si colloca tra i lavori prodotti dall’ensemble New Direction Unit e le produzioni estreme per chitarra solista da tavolo ed elettronica di Action Direct.

Se l’obiettivo di entrambe queste formazioni poteva essere individuato nell’utilizzo di materiali basati sul rumore per creare musiche di diverso tipo, il trio Angry Waves funziona in modo più tradizionale per quanto riguarda i ruoli strumentali, utilizzando un vocabolario free-jazz più consolidato. “850113” in particolare, mostra una identità sonora più matura e indipendente dal debito di onore mostrato verso Albert Ayler presente nelle registrazioni del 1984.

Queste estese improvvisazioni sono di natura complessa ed esprimono in qualche modo un flusso di coscienza, con la chitarra di Takayanagi sempre presente con il suo flusso ininterrotto di linee e il suo movimento perpetuo che guida e controlla la forma della musica stessa. C’è un’operosità creativa in questa musica, costantemente spinta e sostenuta dal rumore metallico e motorico della batteria di Yamazaki, mentre Ino col suo contrabbasso fa da ancora di salvataggio, da collante universale, rappresentando il perfetto contraltare del modo di suonare di Takayanagi. Le Angry Waves esprimono una grande libertà di esecuzione, senza che Takayanagi si spinga così oltre da andare a scapito del ritmo, delle linee fluide o dei suoni più tradizionali come, a volte succede in alcune altre registrazioni. Questo distingue il suo modo di suonare la chitarra sia da quanto registrato con New Direction Unit e con Action Direct, sia dalle sue registrazioni “più cool” etichettate con il suo soprannome “Jojo” e dai dischi in solo. Le Angry Waves sembrano essere esistite per dare a Takayanagi la possibilista di esplorare le potenzialità di un trio tradizionale, e sebbene siano esistite solo per un periodo breve, meno di due anni, hanno tuttavia rappresentato una importante cifra stilistica all’interno della sua carriera, non solo per l’aspetto storico ma soprattutto per la musica prodotta. Artisticamente formano un’unica affermazione e un’altra possibilità di ascoltare la sua chitarra sotto una nuova, inedita forma.