Alla ricerca del Puro Nulla di Luca Purum Nihil su #neuguitars #blog

Alla ricerca del Puro Nulla di Luca Purum Nihil 

Un Puro Nulla – The Performance. L’autore è un musicista italiano, poco conosciuto. Luca Borgia, scrittore e musicista, attivo tra gli anni 90 e 2000 in svariate band Metalcore di Torino condividendo il palco con band come Sickhead, Contrite, Sliver e numerose altre. Dal 2018 suona in solitaria col suo nome e come LPN (Luca Purum Nihil). Una lunga carriera di collaborazioni e sperimentazioni, sempre alla chitarra. Nel 2020 ha pubblicato l’album autoprodotto “Hyperion”:

quindi collaborazioni teatrali, un duo col saxofonista Luca Cerianni e alcune trame musicali (improvvisazioni e sigle) come LPN (Luca Purum Nihil). Poi nel 2022 esce per Snowdonia “Avvolgistanti”, quasi un racconto ambientale, descrittivo, pittorico, focalizzato su un’esplorazione interiore, soffusa e meditativa.

Questo post fa riferimento, invece, al suo ultimo lavoro solita, “Un Puro Nulla Soundtrack”, colonna sonora dello spettacolo “Un Puro Nulla” tratto dall’omonimo romanzo dello stesso autore, “Le avventure di un questuante nell’era del precariato globale”.

Musica liquida. Dark ambient polisemica, che ha scelto di rinunciare alla distensione e al rilassamento per rappresentare una società sempre più schizofrenica e emotiva, alla ricerca di una rifugio dove nascondersi e ascoltare il fragore del vuoto che la circonda. Musica che è ibridazione di ibridi, post modernismo avviato e maturo, in cui rintracciare una fonte diventa esercizio complesso e anche anacronistico. Musica e suono liquido, veicolo per improvvisazioni su un brogliaccio teatrale, materia prima da riconfigurare a piacere, l’emergenza di un fenomeno complesso non identificabile, dove la disgregazione in frammenti multipli viene privilegiata. “Un Puro Nulla” costruisce l’illusione di una piece teatrale, dove fondali, scene e suoni entrano e escono in continuazione in un gioco ad incastri che ricorda un complesso meccanismo vittoriano, celato alla nostra vista. La tecnologia c’è ma non si vede, occultata come il suono della chitarra elettrica, che cessa di essere iconica per diventare a sua volta un generatore di mondi e scenari, di superfici sonore incastrate una sull’altra. Eppure non avverto un senso di caos, di disordine. Il nulla, il vuoto, l’assenza hanno una loro struttura. L’idea di perfezione che l’arte, che la musica inseguono, sembra rimandare a un solo significato, celebra un solo principio e fondamento, implica un solo ultimo oggetto. Ed è un oggetto che non c’è. Curiosamente Luca Borgia ha fatto del nulla il suo nome d’arte: “Purum Nihil”, in una lingua antica, che poi è stata sacra e che ormai è anch’essa immersa nel flusso del tempo. Vuoto, nulla, assenza sono tutti nomi carichi di significati troppo ingombranti per qualcosa che non vuol essere nessuna di queste cose. Come la musica.


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